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Donna

Donna

Una geografia intima

Autore/i: Angier Natalie

Editore: Longanesi & C.

introduzione dell’autrice, traduzione di Isabella C. Blum.

pp. 492, Milano

Siete pronte, donne, a guardarvi con occhi diversi? Siete pronti, uomini, a conoscere la verità sul più enigmatico (e affascinante) dei capolavori dell’evoluzione, la donna?
Perché finalmente è arrivato il momento di sapere, di squarciare quel velo che per secoli ha avvolto il corpo e la psiche femminili, un velo tessuto di pregiudizi biologici e culturali, ingrigito dall’ignoranza, dal disinteresse e dalle convenienze sociali. E’ arrivato insomma il momento di rispondere, in modo scientificamente corretto e culturalmente adeguato, alla domanda che tutti si sono posti e che nessuno ha mai osato davvero affrontare: «Che cosa fa di una donna ciò che è?» Questa la sfida che, con coraggio e ironia, passione e intelligenza, Natalie Angier ha raccolto. E attingendo a una miniera di dati, teorie, aneddoti, controteorie, riflessioni ed emozioni personali, usando la biologia come punto di partenza, ma senza dimenticare la mitologia, la storia, l’arte e la letteratura, è riuscita nel pionieristico intento di delineare una vera forma della psicologia e della fisiologia femminili. Provocatorio e fiammeggiante, ribollente di entusiasmo contagioso e di rivelazioni sconvolgenti, questo libro ci costringe a richiamare rapidamente in servizio tutti i neuroni di cui disponiamo e a ripensare la vita, a rimetterci in discussione, a rivedere ogni nostra convinzione… Chi sapeva, per esempio, che le cellule fetali «sopravvivono» per decenni nel sangue della madre, creando un legame fisico tra lei e il figlio? Che le donne hanno più bisogno di muscoli rispetto agli uomini? Che il clitoride ha ottomila terminazioni nervose, quasi il doppio di quelle del pene?
Che le vie dell’amore e dell’aggressività sono legate a fattori neurologici, ormonali, esperienziali?
Partiamo dunque, insieme con Natalie Angier, a caccia delle infinite tracce lasciate dalla «femmina dell’Età della pietra» trascolorate poi nella «Madonna rinascimentale», sepolte sotto la «dama nevrotica strizzata nel bustino» e riportate infine alla luce dalla «splendida fanciulla di fine millennio» che voga instancabile alla conquista del corpo, della mente e della libertà. E viaggiamo non soltanto perché il panorama (della donna) è meraviglioso e le sorprese (sulla donna) infinite, ma anche per allontanarci dall’ormai decrepita immagine della «guerra dei sessi», soprattutto perché, dice la Angier, «la nostra forza e la nostra anima derivano in buona parte dal nostro essere donne e dal pensare che cosa significhi essere donne“ qui, adesso, in questa cultura e nel futuro che immaginiamo per noi. La nostra tribù è la tribù delle donne. E la nostra tribù ancora da definire, lo stiamo facendo, e non abbandoneremo l’impresa.
Noi Viviamo in uno stato di rivoluzione permanente. Che emozione! Non definiremo mai la nostra tribù come un premio di consolazione. Il desiderio di essere uomo Significa capitolare a limiti e vincoli che non abbiamo stabilito noi. Non ci appartiene ».

Natalie Angier è una giornalista che .scrive dal 1991 sul New York Times. I suoi articoli scientifici le hanno valso molti riconoscimenti, tra cui il premio Pulitzer. Presso Longanesi ha pubblicato L’immaginazione della natura (1997). Attualmente vive con la famiglia a Tahoma Park, nel Maryland.

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