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Dizionario della Maldicenza – Epigrammi, Scherzi, Frecciate Riferentisi a Italiani dell’8-900

Dizionario della Maldicenza – Epigrammi, Scherzi, Frecciate Riferentisi a Italiani dell’8-900

Autore/i: Provenzal Dino

Editore: Casa Editrice Ceschina

seconda edizione accresciuta, prefazione dell’autore.

pp. 306, Milano

Dalla  prefazione dell’autore:
“Un Dizionario della maldicenza? Ce n’era proprio bisogno? Un libro di questo genere potrà essere utile? Prima che le facesse il lettore queste domande le ho fatte io a me stesso: e via via che raccoglieva epigrammi, soprannomi, frecciate, pensavo: «Forse, alla fine, chiuderò tutti i fogli in una cartella e non li darò al pubblico».
Una riflessione simile io ho fatto per tutti i miei libri, e se poi il manoscritto è uscito di casa per andare in tipografia, ciò significa che alla fine ho mutato idea.
Perché e per come ho deciso di dare la mia raccolta alle stampe sinceramente dirò, seguendo l’uso di tanti altri scrittori, i quali, consci che un libro può sembrare una cattiva azione, si, rivolgono umili a chi legge, si scusano, si giustificano, quasi imputati alla presenza del tribunale.
Libri di epigrammi ce ne sono molti, ma contengono riprovazioni generiche contro vizi e difetti dell’animo umano, o contro usanze, istituzioni, costumi: a volte colpiscono anche persone, ma esse vengono indicate con pseudonimi, o, peggio, con nomi tolti dalla mitologia o dal linguaggio accademico e, convenzionale: insomma, prudenza, cautela, pauretta: belle qualità che saranno indizio di ottima educazione, segno di eleganza e di gentilezza, ma che a colui il quale vuol essere moralista non fanno molto onore.
Gli epigrammi personali sono rari: e molti sono anonimi: e i più sono inediti. Questo era già un motivo per cui la raccolta non sembrava inutile: inutile è ripetere ciò che tutti sanno, cantare o comporre la stessa musica, attaccare a ogni uomo un’etichetta ormai conosciuta, invecchiata, consunta.
I posteri che vorranno trarre dal buio delle discoteche le parole pronunciate nel nostro tempo avranno molto da meravigliarsi: un coro di lodi: lodi dai minori ai maggiori: ringraziamenti e lodi dai maggiori ai minori: uno scambio di cortesie, una corona di sorrisi; per una critica severa troveranno venti soffietti, recensioni laudatorie, articoli plaudenti. Apparirà l’immagine di una società amabile, vellutata, carezzosa, che non risponde affatto alla realtà un homo homini agnus che nessuno ha veduto mai. […]”

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