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La Divisione del Lavoro Sociale

Titolo originale: De la Division du Travail Social

di
Editore: Edizioni di Comunità
Prezzo: € 27,00

Informazioni: quarta edizione, introduzione di Alessandro Pizzorno, prefazioni dell'autore, traduzione dal francese di Fulvia Airoldi Namer. - pp. XXXVI-416, Milano
Stampato: 1989-02-01
Codice: 978882450054

Dall'introduzione di Alessandro Pizzorno:
"[...]  Ma l'opera di Durkheim cerca anche di dare risposta - ed è questo il suo aspetto più interessante e duraturo - ad un altro e più universale quesito del pensiero sociale del suo tempo : è possibile fondare l'ordine sociale e la convivenza civile sul semplice riconoscimento degli interessi individuali? È possibile che i rapporti tra gli individui siano regolati puramente dall'accordo, contrattuale o no, tra i loro interessi, e non affondino invece le loro radici in un elemento che è comune a tutta la collettività? L'indagine volta a dimostrare l'insufficienza dell'individualismo e del contrattualismo, e ad indicare quali possano essere i fondamenti collettivi della solidarietà, lo porterà a sostenere tre tesi di fondo : che la divisione del lavoro è un fatto moralmente positivo, e che quindi la specializzazione va perseguita come un valore morale; che i valori morali sono suscettibili di indagine e di dimostrazione scientifica, in quanto essi sono funzione della struttura della società cui si riferiscono; che esistono fatti i quali non sono riconducibili ne a cause biologiche né a cause psicologiche, e che quindi vanno studiati con un metodo appropriato e specifico, che è il metodo sociologico.
Affrontando il fenomeno della divisione del lavoro, Durkheim accettava battaglia sul punto forte del l'avversario. Per gli economisti del Settecento, per Turgot, per Smith, la divisione del lavoro serve proprio a dimostrare il felice funzionamento del «sistema dei fini egoistici». I compiti lavorativi vengono divisi allo scopo di aumentarne la produttività. Così aumentano le possibilità di consumo, e quindi di godimento, per coloro stessi tra cui i compiti vengono divisi. Soltanto un contemporaneo di Smith, Ferguson, anticipando singolarmente Durkheim, concepisce la divisione del lavoro come fondamento della solidarietà nelle società differenziate, e ne individua un fattore di incremento nell'accrescersi della popolazione e delle dimensioni della società. Marx poi orienterà l'analisi verso la distinzione tra divisione sociale e divisione tecnica del lavoro, descrivendone la diversa natura e le diverse conseguenze. Ma Durkheim probabilmente non conosceva Ferguson, e in quanto a Marx lo considerava partecipe del pensiero individualistico e soggetto alle stesse contraddizioni. [...]"

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Argomenti: Società, Sociologia,

Segnaposto: Durkheim-Emile,

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