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Istinto di Morte e Conoscenza

di
Editore: Nuove Edizioni Romane
Informazioni: premesse dell'autore. - pp. 258, Roma
Stampato: 1978-06-01
Codice: 500000006111

Massimo Fagioli si è laureato all'Università di Roma in Medicina avendo intrapreso tali studi con lo scopo esplicito di interessarsi di malattie psichiche. Discussa la tesi di laurea in Psicologia, si è specializzato in Neuropsichiatria e ha fatto la prima esperienza manicomiale a Venezia venendo in contatto con malati di mente cronicizzati nelle loro sindromi. Avuto sentore che presso l'ospedale psichiatrico di Padova "si stava cercando di superare i canoni tradizionali del trattamento" psichiatrico, vi si fece assumere e partecipò, insieme ad altri giovani psichiatri, ad esperienze di psichiatria attiva organizzando gruppi di malati e vivendo il ruolo di psichiatra ospedaliero nell'ambito di continue riunioni con tutti i componenti della struttura ospedaliera, dal direttore, agli infermieri, ai malati. Volendo approfondire al massimo la sua osservazione dei malati si dedicò poi, in Svizzera, nella clinica di Binswanger a Kreuzlingen, ad una esperienza di comunità terapeutica convivendo notte e giorno con i malati senza altra mediazione.
Soltanto dopo una lunga analisi personale e circa dieci anni di esperienza di psicoanalisi individuale, propose nel 1971, agli ambienti psicoanalitici, il risultato delle sue esperienze e della sua formazione, con questo lavoro. Esso in un primo momento suscitò le più varie reazioni che ben presto si unificarono in una generale opposizione e ostilità, che tra varie vicende sfociò nel 1976 nella espulsione dalla Società Psicoanalitica Italiana.
Ora sono divenute chiare le ragioni di tanta ostilità. Il volume contiene le scoperte fondamentali sulla pazzia umana e con esse si costituisce come nascita della psicoanalisi che, con Freud, non era riuscita a nascere. Il volume, dopo gli anni di annullamento e negazione, rivela la sua importanza storica. Momento di rottura in una Scienza sempre ripetentesi perché sottoposta all'istinto di morte, avvia un discorso e una verità assolutamente nuova per l'uomo.
Un preciso, originale, coerente discorso teorico sull'istinto di morte e sull'Io umano originario, l'inconscio mare calmo, sottopone il discorso freudiano della immodificabilità della realtà umana ad una critica da cui non si risolleverà più. Un'abitudine di pensiero secolare solo riformulata da Freud, che paralizza l'uomo ben più radicalmente e totalmente di un'istituzione manicomiale, viene definitivamente superata. E può essere superata nel momento in cui l'inconscio mare calmo svela la bugia sempre ripetuta di una originaria fondamentale perversione umana o di un originario caos di pulsioni parziali.
È, nel complesso, il volume che ridando dignità all'acqua di Talete e alla separazione dal passato apre la possibilità di una conoscenza reale finora annullata. Scopre orizzonti sepolti alla terapia, alla scienza non scissa dall'uomo concreto e ad una società basata sul valore del rapporto interumano.

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