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Fitzcarraldo

Titolo originale: Fitzcarraldo. Erzählung

di
Editore: Ugo Guanda Editore
Informazioni: prima edizione, traduzione di Bruno e Claudio Groff, collana: Prosa Contemporanea collana diretta da Franco Cordelli. - pp. 136, ill. in b/n, Milano
Stampato: 1982-03-01
Codice: 500000006945

Siamo in Amazzonia, a cavallo fra '800 e '900. Brian Sweeny Fitzgerald (che si fa chiamare "Fitzcarraldo" perché i nativi del luogo non riescono a pronunciare il suo cognome) ha un grande sogno: costruire un grande Teatro dell'Opera a Iquitos, piccolo villaggio amazzonico isolato dal resto del mondo, per farvi esibire i più grandi nomi della lirica, uno su tutti il famoso cantante Enrico Caruso, che ammira al teatro dell'opera di Manaus.
Fitz ha però altri progetti in sospeso, come quello di una ferrovia transandina e di una fabbrica di ghiaccio che gestisce, ma la sua amante lo convince a dedicarsi alla raccolta del caucciù per finanziare l'idea del teatro. Il fiume dove si trovano più alberi di hevea brasiliensis da cui si ricava è l'Ucayali, spartito tra i grandi produttori di caucciù, tra cui Don Aquilino, che mostra a Fitz i metodi di produzione. Informato di una zona ricchissima di alberi liberi nel corso superiore del fiume, ma pericolosa per la confluenza con il Rio delle Amazzoni e per le violentissime rapide del Pongo das Mortes, Fitz decide ugualmente di attraversare in un punto dove i fiumi quasi si toccano. Gli viene quindi l'idea di raggiungere la zona passando dall'altro fiume, trascinando la nave oltre il poggio che lo divide dall'Ucayali. La sua fidanzata lo aiuta a comperare la nave e, una volta ingaggiato l'equipaggio, il viaggio inizia. Ma appena la nave giunge sul Pachitea, tra i marinai serpeggia il malcontento, perché il fiume è abitato dai feroci indios Hivaros. Proprio per questo l'equipaggio un giorno abbandona la nave, lasciando Fitz, il capitano, il meccanico Cholo e il cuoco alcolizzato. Quando i quattro decidono di tornare indietro, gli indios arrivano e aiutano Fitz nel suo progetto credendo che, secondo una leggenda, quest'ultimo sia il loro dio e che li condurrà in paradiso. Dopo un tentativo, egli riesce a portare la nave oltre il monte, ma gli indios gli fanno fare le rapide, che per miracolo riesce a superare. Tornato a Iquitos egli rivende la nave per il fallimento del progetto. Con il ricavato, Fitz ingaggia un'orchestra per una suggestiva esecuzione finale sulla barca.

Werner Herzog (pseudonimo di Werner Stipetić) Monaco di Baviera, 5 settembre 1942 è un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, scrittore e attore tedesco.
Considerato tra i più importanti esponenti del cosiddetto Nuovo cinema tedesco, nonché uno dei massimi cineasti viventi, nel corso della sua lunga carriera ha prodotto, scritto e diretto più di 50 pellicole, oltre ad aver pubblicato libri e diretto opere liriche.[2] I suoi film, spesso a metà strada tra finzione e documentario, a volte segnati da travagliate odissee produttive, hanno coniato uno stile tanto inconfondibile quanto inclassificabile.
A Herzog va anche riconosciuta un'originale personalità di scrittore, emersa, nel 1978, in un resoconto di viaggio - una traversata invernale, taccuino alla mano, da Monaco a Parigi - che s'intitola Sentieri nel ghiaccio, e che in Italia è stato pubblicato da Guanda.

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