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Nuove Storie dalla Corte di Mio Padre

Titolo originale: More Stories from My Father's Court

di
Editore: Longanesi & C.
Informazioni: prima edizione, traduzione di Mario Biondi, collana: La Gaja Scienza n° 628, in copertina e in quarta di copertina: Seder di Pesach di Emanuele Luzzati (1988. part.), Bologna, Museo Ebraico. - pp. 240, Milano
Stampato: 2001-02-01
Codice: 978883041894

...Dopo Ombre sull'Hudson, un altro grande inedito... «Di quando in quando veniva da mio padre un certo rabbino. Non assomigliava affatto al papà: alto, grosso e corpulento, con una barba nero pece e ardenti occhi neri, era anche meglio vestito. D'inverno portava un cappotto di pelliccia con le code, e d'estate un ampio soprabito di seta. Aveva sempre un cappello nuovo e non era mai senza ombrello. Portava nella nostra casa di prestigio di un rabbino di successo, al quale tutto andava bene. Invece le cose non andavano bene come sembrava»...

Il protagonista dei ventisette racconti di questo volume - pubblicato negli Stati Uniti nel 2000 e ideale continuazione, fin dal titolo, di quelli riuniti in Alla corte di mio padre, apparso in questa collana nel 1970 - è, ancora una volta, il Beth Din, il tribunale rabbinico, presieduto dal padre dello scrittore nei primi anni del Novecento a Varsavia, in quella via Krochmalna che, Singer ha eletto a teatro di tante sue storie. Istituzione antichissima, unica al mondo e ormai pressocché scomparsa - un misto di abitazione, sede di cerimonie e studio psicoanalitico -, il Beth Din pronuncia le proprie sentenze cercando di conciliare le severe prescrizioni della Legge ebraica e i problemi, non di rado assai singolari, persino grotteschi e surreali, che nascono ogni giorno all'interno di una comunità i cui fedeli, ricchi o poverissimi, sono sempre e comunque figli del Dio di Israele. Una cambiale falsificata; un matrimonio insolito; una coppia che divorzia dopo quarant'anni, pur amandosi ancora (perché il marito ha deciso di partire per la Terra Santa); un uomo con due spose; un altro che chiede il perdono della ex fidanzata per averla abbandonata dodici anni prima (e il nuovo incontro riaccende il loro amore "come un fuoco dell'inferno"): davanti al tribunale sfilano le controversie, le passioni e i dolori di un'umanità in conflitto permanente con se stessa, che si placa nella verità inoppugnabile della sentenza. Singer la scruta e la racconta con gli occhi di quand'era bambino, con una vivezza che ha pochi confronti nella letteratura dell'ultimo secolo, riportando alla vita un mondo di ieri scosso alle fondamenta dalla prima guerra mondiale e poi travolto dalla seconda. Non gli interessa, in definitiva, scegliere tra il vecchio e il nuovo; e anche quando, sul solco della memoria, le sue simpatie sembrano andare al primo, il suo sguardo si spinge oltre le piccole vicende private che riflettono le contumelie e gli affanni di un microcosmo in perenne divenire, e guarda al Beth Din come a un infinitesimo esempio del giudizio di Dio, che gli ebrei considerano quale assoluta misericordia.

Isaac Bashevis Singer nasce nel 1904 in un paese polacco che la guerra ha cancellato. Figlio di un rabbino, comincia a scrivere a sedici anni in yiddish, un misto di antico ebraico e di lingue europee, e sempre in yiddish scrive i suoi romanzi, che un gruppo di fedeli collaboratori ha poi tradotto in inglese. Per sfuggire alle persecuzioni contro gli Ebrei, nel 1940 si è trasferito negli Stati Uniti dove muore nel 1991. Ha scritto una quantità di libri per i quali ha ricevuto il premio Nobel, e ha raccontato ai bambini di tutto il mondo le semplici, poetiche e umoristiche storie dei vecchi ghetti, conducendoli in un universo di favolosa saggezza.

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Segnaposto: Singer-Isaac-Bashevis,

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