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La Via del Fuoco Pensieri che Vibrano

di
Editore: Edizioni Āśram Vidyā
Prezzo: € 19,00

Informazioni: prefazione di Sole Sandri. - pp. 176, Roma
Stampato: 1975-01-01
Codice: 500000006488

Non possiamo non riconoscere che il fine dell'uomo è quello di pervenire alla Realtà suprema: lo sforzo della scienza, della filosofia e della religione vuole tendere alla dimostrazione dell'ultima Verità.
Ma, per la Tradizione (di ordine non-umano), l'ultima Verità coincide con l'Essere, il quale siamo noi stessi in quanto Essenza. L'Essere e l'individuo non sono due enti separati e contrapposti, ma una sola entità.
La scoperta, quindi, dell'Essere o della propria Identità rappresenta l'unico scopo per raggiungere lo stato di compiutezza integrale. Fino a quando l'individuo non avrà trovato sé in se stesso, la sua coscienza dovrà sperimentare il conflitto e il dolore, per quanto possa avere momenti di euforia e di apparente felicita sensoriale.
Nessuna espressione umana, sia essa di ordine politico, economico, sociale, ecc. potrà dare il giusto rapporto se non si parte dal presupposto che la Vita non viene a noi dall'esterno, ma scorre tramite noi.
La «Via del Fuoco» di Raphael è arte di scoprire se stessi, e la Via che osa strappare il velo che nasconde la nostra Essenza di Fuoco incolore, è il mezzo tramite cui l'individuo conflittuale, in quanto fuoco materiato e condizionato, si scopre nella Libertà.
La Verità ultima non si concede, però, a quella mente che è avida solo di nozioni, perché Essa non è rappresentata da una concettualità empirica. La Realtà riguarda l'Essere e l'Essere si dimostra quando la coscienza viene totalmente rivoluzionata e trasformata. Ne consegue che la «Via del Fuoco» costituisce un tirocinio della coscienza in modo che questa possa svelare la Realtà suprema.
La « Via del Fuoco» è filosofia realizzativa dell'Essere, è sperimentazione della Dottrina tradizionale, è yoga metafisico (Asparsha-yoga).
Così, questi aforismi, se meditati adeguatamente, rendono sintonizzata la nostra coscienza con quella di Raphael perché, appunto, rappresentano momenti e posizioni coscienziali del suo Insegnamento.
Raphael, per quanto giovanissimo, sente l'anelito alla comprensione dell'Essere. Inizia, così, un costante tirocinio (sadhana) che lentamente lo porta sotto la stimolazione di un «Influsso spirituale». Gradualmente, e con la rimozione di ostacoli, la sua Coscienza si palesa quale essenza, priva di sovrapposizioni. a Maturato dall'evento, Raphael, con discrezione, esteriorizza la sua Conoscenza-coscienza con la «Via del Fuoco», illuminando quanti sono avvolti dalle tenebre.
Per quanto abbia assimilato i vari rami occidentali della Tradizione, egli si assume il compito di presentare, soprattutto in Italia, la Dottrina tradizionale dell'Advaita-Vedanta, insegnamento di ordine prettamente metafisico, traducendo i relativi testi e corredandoli di ampi commentari nei quali la filosofia realizzativa Advaita viene considerata tenendo presente, nei limiti del possibile, la mentalità occidentale.
Escono così Drig-drishya-viveka, Sarvasaropanishad, Kaivalyopanishad, Viveka-cuda-mani e Aparokshanubhtvti, entrambi di Shamkara, Bhagavad-Gita, interpretata dal punto di vista iniziatico Kshatriya, altre Upanishad, ecc.
Recentemente, assieme ad alcuni suoi fedeli discepoli, fonda a Roma l'Ashram Vidya e inizia un esperimento di comunità ashramica tradizionale», ove vige (la struttura, dell'Ashram è spiegata nel periodico Vidyâ, che viene inviato a centinaia di lettori esterni).
Raphael conduce una vita di riserbo, di meditazione e di Silenzio, e per quanto l'Ashram è aperto a tutti, non tutti possono farne parte, perché non tutti sono disposti a seguire l'integrale «Via del Fuoco» che comporta la morte iniziatica.

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