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Non Siamo i Primi

Titolo originale : We are not the first

di
Editore: Ferro Edizioni
Prezzo: € 25,00

Informazioni: introduzione dell'autore, traduzione dall'inglese di Giorgio Panini. - pp. 256, nn. illustrazioni b/n, Milano
Stampato: 1972-05-01
Codice: 500000005063

Siamo abituati a pensare che la scienza moderna si sia sviluppata negli ultimi quattro secoli, ma essa in realtà non ha fatto che riscoprire nozioni e pratiche ben note nel passato.
Gli egiziani usavano la penicillina migliaia di anni prima di Fleming.
La trasfusione del sangue è praticata dagli aborigeni australiani fin da tempi remotissimi, anche se soltanto da pochi decenni essa è entrata nella pratica comune da noi. In un antichissimo libro di un sapiente indiano si danno precise indicazioni per la costruzione di un aeroplano, secoli prima dei fratelli Wright.
Democrito propugnò la teoria atomica 2500 anni prima di Lord Rutherford. L'alchimia ci sembra meno lontana e meno fantastica da quando la trasmutazione degli elementi è entrata nei nostri laboratori di fisica nucleare. Al British Museum è conservato l'unico pezzo d'oro sicuramente prodotto per via alchemica.
I robots e i calcolatori erano già una realtà secoli prima di Norbert Wiener. Stonehenge, il grande monumento megalitico costruito dai primitivi abitanti dell'Inghilterra, non è altro che un calcolatore di forma e struttura certamente inusitate per noi, ma pur sempre capace di prevedere eclissi lunari e solari e vari cicli stagionali.
La carta di Antonio Zeno nel 1380 ci mostra come appariva la Groenlandia migliaia di anni fa, senza la spessa coltre di ghiacci che ora la ricopre; sulla carta di Oronzio Fineo, che è datata al 1531, si riconoscono chiaramente i confini dell'Antartide, anche se l'esplorazione sistematica del Polo Sud è incominciata soltanto nell'Ottocento. Sappiamo che ai Babilonesi erano noti i satelliti di Giove e di Saturno, eppure essi non disponevano di telescopi per poterli vedere.
In questo libro, costruito con rigore ed esattezza, Andrew Tomas fornisce prove inoppugnabili del fatto che la nostra scienza è molto più vecchia di quanto siamo abituati a considerarla. Ormai tutti siamo disposti ad ammettere che le nostre conoscenze affondano le loro radici nel sapere tradizionale dei filosofi greci e dei sacerdoti babilonesi, ma ecco sorgere spontanea la domanda: di dove questi nostri antenati hanno ricevuto quelle nozioni? Chi sono stati i loro maestri?
L'autore propone l'ipotesi che una civiltà sconosciuta, lontana da noi nello spazio e nel tempo, abbia lasciato ai popoli del passato la propria eredità culturale.
Andrew Tomas è australiano. Si è documentato in tutto il mondo e ha condotto le ricerche preparatorie per questo libro nella Biblioteca del British Museum di Londra, nella Bibliothèque
Nationale di Parigi, nella Biblioteca Lenin di Mosca.

Il volume è disponibile in copia unica

Libro che può recare eventuali tracce d'uso.

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