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Ubbidienza e Comando

di
Editore: Edizioni Paoline
Informazioni: introduzione dell'autore, traduzione di R. Ventura. - pp. 176, Roma
Stampato: 1965-01-01
Codice: 500000004360

Avete visto forse una farfalla al momento in cui esce dal suo bozzolo: è grossa, gonfia di linfa; l'involucro della crisalide è stretto; attraverso l'apertura praticata, l'insetto mette fuori due zampine che si agitano e fanno degli sforzi. Se, credendo di mostrarvi compassionevole aiutandola, le facilitate l'uscita con un piccolo colpo di forbici, la farfalla leverà verso di voi gli occhi riconoscenti, ma resterà con le ali pietosamente ripiegate, incapace di muoverle e di spiccare il volo. Gli sforzi che avrebbe dovuto fare per rompere l'involucro, avrebbero bagnato di sangue le sue ali inerti e portato la vita su tutta la loro superficie. Ora, essa, con le ali morte e la speranza fallita, morirà per colpa vostra, che le avete risparmiato lo sforzo. Questa osservazione sulla vita delle farfalle, riportata dal Pradel nel libro che presentiamo, ci pare rispecchi l'idea centrale del libro stesso, premiato dall'Accademia di Francia, che si prefigge lo scopo d'insegnare una sana e retta formazione degli uomini. Ma per fare degli uomini, dei veri uomini, non esistono vie facili o mezzi ovattati: la parola d'ordine è lo sforzo che occorre compiere in tutte le età della vita, ma soprattutto, nella fanciullezza e nell'adolescenza. Quegli educatori, pertanto, che s'illudessero di facilitare in qualche modo la vita ai propri allievi, eliminando il sacrificio e lo sforzo, comprometterebbero per sempre il loro avvenire. Con questa visione, l'Autore indica nell'ubbidienza il primo e fondamentale elemento per la retta formazione dei giovani: un'ubbidienza che non è avvilimento del carattere o della personalità, ma il coefficiente per arricchire, liberare, fortificare l'uomo nel suo sviluppo e prepararne la felicità.
L'ubbidienza è studiata quindi non già nel semplicistico gioco meccanico di esecuzione di ordini, ma nel suo valore psicologico, cui fa riscontro il comando, considerato come un'arte e come un dovere e non già come dispotico diritto. La terza parte, sul gusto dello sforzo, chiude il libro del Pradel che, come gli altri suoi volumi, si muove su un piano ricco di esperienza, cui non fanno certo difetto la dottrina pedagogica e psicologica.

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