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Mitologia e Religione

di
Editore: Istituto Geografico De Agostini
Prezzo: € 35,00

Informazioni: prefazione, introduzione e cura di Richard Cavendish con la consulenza di Trevor O. Ling, traduzione di Teobaldo Cortevesio Del Tanaro. - pp. 304, interamente e riccamente illustrato a colori e b/n, Novara
Stampato: 1980-01-01
Codice: 500000003698

Dalla prefazione di Richard Cavendish:
«I miti sono fioriti tra gli uomini di tutti i tempi e sotto tutte le latitudini; dalla fonte magica del mito, che “stimola i più profondi centri creativi, sono scaturite la religione, le arti, i sogni, le filosofie. L'uomo, quindi, non solo costruttore e fornitore di beni materiali, ha ritenuto di aver ricevuto, attraverso i suoi eroi, un segno soprannaturale, vissuto poi nella vita di ogni giorno. E così, benché molti esaminino razionalmente e talvolta squalifichino i "sacra" altrui, si chinano riverenti ai propri santuari, costruiscono motivi mitologici selezionati, organizzati, interpretati e ritualizzati a seconda delle necessità locali. In tal modo, le concezioni dell'universo, della vita, del destino, dell'aldilà trovano un'espressione che, se fantastica e incredibile agli estranei, è rivelazione di verità assoluta per la società che l'ha formulata.
Il mito è quindi una realtà culturale complessa, che si presta ai più diversi approcci.
Per uno dei più noti studiosi di questo settore, Mircea Eliade, e per moltissimi altri, il mito è un racconto sacro che basa la sua credibilità sulla fede, che narra gli avvenimenti accaduti in tempi primordiali, all'epoca favolosa degli inizi: storia di come, grazie a esseri soprannaturali, si è posta in essere una realtà, il cosmo, o un frammento del cosmo; irruzione del sacro nel mondo, che lo fondò e lo creò così come è oggi. Essendo dunque storia sacra, i miti sono veri, prova dell'esistenza stessa del mondo, modello esemplare di significative attività umane. La sacralità del mito è dovuta anche al fatto di non avere autori: nell'attimo in cui essi sono percepiti come tali, esistono solo in quanto incorporati in una tradizione.
Quando un mito viene narrato, i singoli recepiscono un messaggio che non proviene da nessun luogo e al quale viene quindi attribuita un'origine soprannaturale.
L'azione del mito si svolge in condizioni tutte particolari. I suoi protagonisti vivono in una dimensione temporale astratta, permeata di religiosità, antecedente la realtà storica ordinata e misurabile degli uomini. É un tempo in cui il tempo non esiste, teatro di personaggi preumani, preesistenti alle norme del vivere sociale, così come le conosciamo.
Questi personaggi "anormali" compiono imprese meravigliose, singolari, "anormali", che costituiscono la "conditio-sine-qua-non" del mondo e delle società attuali, delle quali fondano le leggi che gli uomini normali', viventi in un tempo storico, devono seguire.
Lo studio comparato dei miti ha portato alla luce molte analogie che stimolano a considerare, almeno in parte, la storia culturale umana come omogenea. Temi come il Diluvio, la Morte, la Terra senza Male, l'Eroe, hanno una distribuzione pressoché mondiale, apparendo in numerosissime società con nuove varianti e nuove combinazioni, ma con un tema di base sostanzialmente uguale. Certo, non è affatto trascurabile il processo culturale della diffusione, ma esso non è sufficiente a spiegare la presenza di miti analoghi in regioni tanto diverse del mondo. Basti un esempio comune anche a noi: il citato mito del Diluvio Universale, presente nella Bibbia, nella mitologia babilonese, in Asia, in Oceania, nell'intero continente americano, in alcune regioni africane.[...]»

Il volume è disponibile in copia unica

Libro che può recare eventuali tracce d'uso.

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