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I Tesori Perduti dell'Afghanistan

Sulle tracce di un patrimonio archeologico di una civiltà millenaria

di
Editore: Sperling & Kupfer Editori
Prezzo: € 19,5

Informazioni: traduzione di Alberto Di Bello. - pp. 224, nn. tavv. a colori f.t., Milano
Stampato: 2002-05-01
Codice: 978882003347

Afghanistan, terra di «avori, oppio, cannoni e lavatrici» dove tutto da almeno vent’anni è in contrasto stridente, mascherato solo in parte dalla dolcezza di pronuncia degli antichi toponimi - Kandahar, Ghazni, Battra, Kabul... Crogiolo di tre grandi civiltà - quella mediterranea, quella indiana e quella cinese -, crocevia di religioni - la grecoellenistica, il buddhismo e l’islam, nonché di popoli che in passato hanno convissuto in un mirabile esempio di tolleranza e sincretismo culturale, l’Afghanistan si è fatto recentemente teatro di oscurantismi a sfondo religioso, persecuzioni e morte. Una delle gravissime conseguenze e stata la dispersione del suo millenario patrimonio artistico, brutalmente saccheggiato nell’arco di un terribile ventennio, in parte distrutto dalla furia iconoclasta d’ispirazione coranica, in parte illecitamente portato all’estero. Negare importanza ai tesori di Ai Khanum e Begram, ai gioielli di Tillya Tepe, alle migliaia di pezzi rari «spariti» misteriosamente dal museo nazionale di Kabul che generazioni di archeologi ed esperti di tutto il mondo hanno raccolto e catalogato è annientare la memoria storica di un popolo.
L’autore, mettendo insieme testimonianze orali e scritte, indiscrezioni apprese sul posto durante i ripetuti viaggi in quelle zone, ricostruisce minuziosamente l’appassionante e contorta vicenda afghana, letta a partire dalle sue opere d’arte poco conosciute in Occidente, eppure d’inestimabile valore e bellezza, con un punto di vista privilegiato: reimmergersi nell’avventura di decenni di scavi archeologici, far rivivere l’emozione della scoperta di tesori sepolti.
Evocata in un aggiornatissimo resoconto, arricchito da un inserto fotografico, la regione di Kabul emerge orgogliosa e suadente dalla pagina, una terra che ha visto il passaggio di grandi condottieri, da Alessandro Magno alle prese con l’Indukush, ai re antichi fino al comandante Massud, al recente fanatismo dei talebani e ai bombardamenti americani. A suggellare la tragedia di un Paese bellissimo e martoriato, il terrificante scempio alle gigantesche statue di Buddha, fatte saltare a cannonate nella falesia di Bamiyan nel marzo del 2001: una ferita nella pietra, ma difficile da rimarginare nella memoria collettiva...

Un paese aspro e bellissimo, in cui la storia ha lasciato tracce di grandi imprese, nasconde tesori dal valore inestimabile e opere d'arte irripetibili.
Un libro-indagine che scava tra i misteri secolari e gli scempi degli uomini.

  • Perchè l'Afghanistan può considerarsi l'anello mancante tra civiltà lontanissime fra loro come quella mediterranea, quella indiana e quella cinese?
  • Come nacque la Via della seta?
  • Quali tesori hanno portato alla luce anni di scavi archeologici ad Ai Khanum e a Tillya Tepe?
  • Quali sono le ragioni della furia iconoclasta dei talebani, che nel marzo 2001 hanno fatto saltare a cannonate le gigantesche statue di Buddha nella falesia di Bamiyan?

Philippe Flandrin, corrispondente di guerra e scrittore studioso delle grandi civiltà del passato come quella egizia, è autore di saggi-inchiesta che hanno riscosso grande successo in Francia.

Il volume è disponibile in copia unica

Libro che può recare eventuali tracce d'uso.

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