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Archeologia Psichica

Come un archeologo usando un rivoluzionario metodo psichico, ha scoperto una sconosciuta antica civiltà

di
Editore: Siad Edizioni
Informazioni: prefazione di Paul S. Martin, introduzione dell'autore, traduzione di Ugo Dèttore. - pp. 256, ill. b/n, Milano
Stampato: 1978-01-01
Codice: 500000001605

E possibile che un uomo, seduto nella sua casa in Oregon, individui i resti di un’antica civiltà sepolta nel deserto a migliaia di chilometri di distanza? E' possibile che qualcuno tocchi un coltello di pietra e poi veda la popolazione preistorica che l’ha forgiato? Forse la vera storia dell’umanità deve ancora essere raccontata, e forse l’archeologia psichica è la chiave che ci aprirà tutte le pone.
Jeffrey Goodman, laureato in geologia, archeologia e antropologia, ci narra gli sviluppi di questa straordinaria capacità parapsichica, soffermandosi su tre figure d’importanza capitale: Frederick Bligh Bond, un architetto inglese che scopri la grande abbazia di Glastonbury servendosi di un medium; Stefan Ossowiecki, un sensitivo polacco che entrò in contatto con una società preistorica; e il famoso paragnosta americano Edgar Cayce.
Goodman stesso ha avuto più d’un’esperienza personale di questo tipo; ed è proprio dal contrasto con lo scetticismo della scienza ufficiale, dalla testarda incredulità di tanti accademici, che è nato in lui l’impulso a raccogliere le prove, a documentare i fatti che rendono ormai indiscutibile la validità dell’archeologia psichica.

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