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Date Parole al Dolore

Date Parole al Dolore

Intervista di Stefania Rossini

Autore/i: Cancrini Luigi

Editore: Edizioni Frassinelli

terza edizione, prefazione di Stefania Rossini.

pp. XIV-136, Milano

«La depressione clinica è diventata il riferimento per ogni forma di disagio psicologico. Siamo tutti malati e tutti da curare: con i farmaci, naturalmente.
Lo dicono con sicurezza “scientifica” gli psichiatri-vedette della pillola a tutti i costi. Lo ripetono ormai da anni in libri, giornali e trasmissioni televisive, con un martellamento persuasivo che ha, purtroppo, avuto i suoi effetti. Il paradosso è che l’allarme è tanto amplificato, quanto la terapia proposta – il farmaco – è improntata a sopprimere ogni riflessione e ogni approfondimento sui motivi della sofferenza. Si grida alla depressione, ma la cura è il silenzio. […] La tesi di Luigi Cancrini è netta: nella cura della depressione i farmaci non servono a nulla, anzi, sono per lo più dannosi. […] Messo a tacere il dolore solo per un pò, la depressione si ripresenterà fatalmente, fino a rischiare di diventare cronica. Solo una psicoterapia potrà far parlare la “malattia”, aiutando il depresso a rintracciare i motivi della propria sofferenza, a elaborarli e a superarli.»

La depressione è il «male dell’anima» di questa fine millennio. La sua definizione si è andata via via ampliando, assumendo confini incerti e finendo per indicare indifferentemente umori e comportamenti, sentimenti e patologie. Ciò che una volta si chiamava tristezza, nostalgia o malinconia, oggi si chiama infatti depressione. Ma è depressione anche quel dolore feroce che paralizza e annienta, toglie il sonno e l’appetito, o, al contrario, fa dormire e mangiare senza tregua.
Quella sofferenza che guasta e consuma la voglia di vivere. Di fronte a questa grande confusione clinica e culturale, Date parole al dolore affronta il tema della depressione percorrendone le definizioni, indagandone le ragioni, spiegandone le manifestazioni e, soprattutto, suggerendo le terapie da adottare.
Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta di grande fama, sapientemente interrogato da Stefania Rossini, la più qualificata giornalista italiana su queste tematiche, si schiera nettamente contro le tesi, oggi tanto di moda, che definiscono la depressione una malattia di origine organica, genetica, da curare con gli psicofarmaci o addirittura con l’elettrochoc.
Secondo Cancrini la depressione non è una malattia ma un sintomo, così come è un sintomo la febbre. E, proprio come nessuno si azzarderebbe a curare una persona con la febbre alta senza capire da che cosa questa è causata, così nella depressione la cura non può mai prescindere dalla ricerca dei motivi che l’hanno scatenata. Nell’indicare la strada per questa ricerca, il libro fa chiarezza tra depressione come reazione «normale» a un evento traumatico e tutte quelle depressioni che sembrano sorgere dal nulla, improvvisamente. Ma anche per queste ultime – è la tesi «forte» di Cancrini – esiste sempre una causa scatenante, che la persona non è in grado di afferrare e collegare alla propria sofferenza. Solo una psicoterapia potrà aiutare il paziente a rintracciare i fili di esperienze dolorose e traumatiche, liberando la rabbia e l’aggressività nascoste dietro la maschera della depressione. Sì, perché dalla depressione si può guarire e le possibilità di ricaduta saranno tanto minori quanto più si sarà compreso, mentalizzato ed elaborato il motivo del disturbo. Gli psicofarmaci, invece, proprio perché non permettono di indagare sulle cause «oscure» della sofferenza, finiscono per convincere il paziente che la sua è solo una «malattia» esterna, sulla quale egli non può nulla: può solo cercare di allontanarla per un pò con quelle pillole blu o rosse o verdi. Date parole al dolore è un testo fondamentale nel dibattito attualissimo intorno alla natura della depressione. È inoltre una sfida a ricercare le ragioni più intime di un malessere che si può anche tamponare con i farmaci, ma da cui si può guarire solo affrontando un viaggio all’interno di se stessi.

Luigi Cancrini, già professore di Psicoterapia e Psichiatria all’Università di Roma, insegna presso il Centro Studi di terapia famigliare e relazionale con sede a Roma.

Stefania Rossini, giornalista e scrittrice, e inviato speciale del settimanale L’Espresso.

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