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Contro la Malinconia – Celebrazione Hassidica II

Contro la Malinconia – Celebrazione Hassidica II

Titolo dell’opera originale: Contre la mèlancolie Célebration hassidique II

Autore/i: Wiesel Elie

Editore: Spirali Edizioni

prima edizione italiana, traduzione dal francese di Aldo Miani e Anna Zanon, in copertina: Illustrazione di Zev Raban dalle Meghilloth Ruth Editore Sulamith, Gerusalemme.

pp. 226, Milano

Qui Wiesel ci parla di nove seguaci dell’hassidismo, ognuno rappresentativo di un carattere umano: la saggezza, il fervore, l’umiltà, la collera, la compassione e ancora la malinconia, la semplicità, il riso e il silenzio.

Scrittore e giornalista statunitense di origini ebraico-ungheresi, nato a Sighetu nel 1928 e morto a New York nel 2016.
Sopravvissuto ad Auschwitz e Buchenwald, dove perde i genitori e la sorella minore, nell’aprile 1945 viene assegnato a un orfanotrofio francese.
Dopo gli studi di filosofia alla Sorbona si dedica al giornalismo.
La prima prova letteraria è un lungo racconto della sua esperienza nei lager, scritto in yiddish e pubblicato in Argentina nel 1955; consigliato da Mauriac (con cui instaura una profonda amicizia) ne ha affronterà poi la riscrittura in francese, dando vita a uno dei capisaldi della letteratura dell’Olocausto, La notte (1958): in una prosa scarna e frammentata, il romanzo descrive il sovvertimento di ogni valore umano, fisico e spirituale, la «notte» appunto, della razionalità e della fede nell’anima individuale e dell’intero genere umano. Cittadino statunitense dal 1963, insegna all’università di Boston e ottiene molti riconoscimenti di prestigio, tra cui il Nobel per la pace (1986), per il messaggio di umanità e speranza trasmesso dalle sue opere.
Sulla Shoah, i pogrom e i campi di concentramento staliniani è incentrata la sua vasta produzione, sia narrativa (L’alba, 1960; Il giorno, 1961; La città della fortuna, 1962; Ebrei del silenzio, 1966; Il testamento di un poeta ebreo assassinato, 1981; Dopo la notte, 2003; La danza della memoria, 2006; Le due facce dell’innocente, 2008; Rashi. Il grande commentatore, 2009; A cuore aperto, 2011), sia teatrale (Il processo di Shamgorod, 1979). È anche autore di numerosi saggi storici, politici e di esegesi biblica (il ciclo delle Celebrazioni, pubblicate in diversi volumi dal 1972 al 1998).

Visualizza indice
  • Rabbi Pinhas di Korets ovvero la saggezza hassidica
  • Rabbi Aharon di Karlin ovvero il fervore hassidico
  • Rabbi Wolfe di Zbara ovvero l’umiltà hassidica
  • Rabbi Barukh di Medibo ovvero la collera hassidica
  • Rabbi Moshè-Leb di Sasovo ovvero la compassione hassidica
  • Il Veggente di Lublino ovvero la malinconia hassidica
  • Rabbi Meir di Peremyljany ovvero la semplicità hassidica
  • Rabbi Naftali di Ropczyce ovvero il riso hassidico
  • Rabbi Mendel di Worke ovvero il silenzio hassidico

Postfazione
Appendice 1
Appendice 2
Appendice 3

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