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Cicerone

Cicerone

Biografia politica

Autore/i: Stockton David L.

Editore: Rusconi

prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Paola Boccardi Storoni.

pp. 416, 2 cartine b/n f.t., nn. tavv. b/n f.t., Milano

Cicerone, scrive David L. Stockton, è il personaggio meglio conosciuto di tutta la storia antica, e valutare la sua figura è quasi valutare l’intero significato della civiltà greco-romana. Un nostro giudizio su Cicerone è sempre un banco di prova per noi stessi, e «rivela la personalità del giudice più che quella del giudicato».
Chi è stato il vero Cicerone? Il fanciullo prodigio mirabilmente versatile, il giovane avvocato tanto ambizioso quanto coraggioso nello sfidare i potenti, il vanitoso esibizionista dei propri successi, il vecchio tremebondo che porge il collo alla spada dei sicari poiché una tempesta di mare lo spaventa troppo per consentirgli di salire sulla nave della salvezza? David Stockton ci offre un ritratto in forte rilievo, in cui tutte le facce del prisma sono visibili: nessun intellettuale antico ebbe tanti difetti come Cicerone, ma nessuno ebbe, probabilmente, tante doti. Il libro di Stockton maschera con eleganza un’erudizione fluviale che filtra in ogni riga e si condensa nelle numerosissime ma concise note a piè di pagina, e nelle tre preziose appendici che trattano per la prima volta, di prima mano, temi ciceroniani inediti.
Tralasciando l’eccezionale immagine urbana di Roma, l’Italia in cui nasce Cicerone è una campagna costellata di borghi rurali. Cicerone si definì sempre «romano», ma si diceva che i Tulli Cicerones discendessero da Attio Tullo, il rinnegato volsco che quattro secoli prima della nascita di Marco Tullio aveva dato rifugio al rinnegato romano Coriolano. Cicerone, in realtà, era un «immigrato», come Catilina usava definirlo con dispregio. Ma quella società, di cui la vita stessa di Cicerone è ai nostri occhi specchio nitidissimo, godeva di una mobilità sociale e politica che consentiva possibilità oggi ignote, fortune imprevedibili, clamorosi salti di casta. Era una democrazia a volte sanguino sa, poco rassicurante, mai solcata dalla noia. Lo mostrano i casi polizieschi che impegnarono l’intelligenza di Cicerone, e che Stockton segue con minuziosa e avvincente fedeltà. In quella società, Cicerone ascese e cadde con un’esemplarità da tragedia.
Quell’uomo è oggi un mucchio d’ossa disperse, ma il suo modo di parlare, la sua intonazione, filtrano fino a noi. Senza saperlo, noi uomini civili e colti, in ogni gesto e in ogni parola che scegliamo volutamente o istintivamente, ripetiamo una parte di lui, di tutto quello che egli, con le sue immense debolezze umane, ci ha insegnato.

David Leonard Stockton, nato a Londra nel 1925, ha frequentato la Emanuel School di Londra e il Magdalen College di Oxford. Lettore di studi classici e di storia antica presso la Durham University (1951—1954), membro e tutor del Brasenose College di Oxford dal 1954 (nel 1981 ne è diventato vicepresidente), nel 1962-1963 è stato visiting professor presso la Cornell University di Ithaca (NY.).
Fra le sue pubblicazioni: Thirty-Five Letters of Cicero (1969); Cicero: A Political Biography (1971), che qui si presenta; The Gracchi (1979); From the Gracchi to Sulla: Sources from Roman History 133-80 B.C. (1981). Collabora a riviste internazionali specializzate, sulle quali fra l’altro ha pubblicato studi attinenti all’argomento di questo volume.

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