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“Ciao!” … e Poi? – La Psicologia del Destino Umano

“Ciao!” … e Poi? – La Psicologia del Destino Umano

Titolo originale: What do you say after you say hello?

Autore/i: Berne Eric

Editore: Bompiani

quarta edizione, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Roberto Spinola e Laura Bruno, in copertina: «The Dinner Table» di George Segal.

pp. 288, illustrazioni b/n, Milano

“Ciao!” … e poi? Sembra indovinello, forse è un gioco, uno di quelli che Eric Berne ci ha proposto in A che gioco giochiamo (Bompiani, 1967), che ha ormai avuto numerose edizioni. Espressioni, spontanee dovute al caso o al buon umore, ma anche regole di comportamento che vanno rispettate: questi i “giochi” di Eric Berne, da “Difetto” ad “Alcolizzato”, a “Peliamo quel pollo” e altri ancora, che tutti conosciamo per averli giocati o per averli visti giocare.
Ogni gioco ha il suo meccanismo e ogni giocatore il suo ruolo; il tornaconto è spesso obbligato e allora il gioco non diverte più. Ma Eric Berne, nella parte del terapeuta, insegna a “liberarsi” da quei giochi che limitano la piena espressività e ci riesce grazie a una teoria della personalità che è anche un metodo terapeutico, l’analisi transazionale, da lui ideata ed elaborata sulla base di un sistema analitico molto semplice, la suddivisione dell’io nei tre stati di Genitore, Adulto, Bambino, e su un insieme di transazione esplicative dei rapporti tra due o più persone. In “Ciao!” … e poi? le regole dei giochi vengono riprese e inserite in un sistema più ampio, teso a ricoprire l’intero arco dell’esistenza dell’individuo: dal “gioco”, resoconto di un “motto di spirito”, al “copione”, modello del destino umano. Ereditato dai genitori nella prima infanzia sotto forma di ordini e insegnamenti che accompagneranno l’individuo per tutta la vita, il “copione” determina ogni scelta – dall’amore al lavoro, perfino al tipo di morte – e vincola ogni azione a “slogan” ricorrenti. In ultima analisi il “copione”, se negativo, impedisce di vivere, così come il “gioco”, se costrittivo, impedisce di giocare. Ma come per il “gioco”, anche dal “copione” è possibile “liberarsi”; grazie all’analisi transazionale il terapeuta permette a ogni individuo di opporre alla programmazione parentale un diverso piano di vita, di sciogliere quei nodi che limitano la sua autonomia e di vivere finalmente libero, padrone del proprio destino.

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