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Cesare

Cesare

La vita dell’uomo divenuto il simbolo del potere

Autore/i: Horst Eberhard

Editore: Rizzoli

prima edizione, edizione italiana a cura di Augusto Guida.

pp. 392, nn. tavv. b/n f.t., Milano

Nato nel 100 a.C., fin verso i quarant’anni Cesare rimane una figura di secondo piano nello scenario politico di Roma, un giovane noto più per la sua brillante e chiacchierata vita privata che per capacità o mire politiche. Nella società romana travagliata da violentissimi contrasti di parte e gravata dalle minacce sempre incombenti della guerra civile, altri erano gli uomini che emergevano nelle lotte fra ottimati e popolari, tutti poi sovrastati dall’astro dell’erede di Silla, Pompeo il Grande. Ma ecco che dall’ombra e dalla folla dei mediocri Cesare in pochi anni emerge come la figura centrale della politica di Roma: sapientemente profittando delle possibilità offertegli dal cursus honorum e con raffinatissimi calcoli di alleanze politiche egli si assicura il consolato e quindi il comando militare in Italia settentrionale e in Gallia meridionale. Gli sfolgoranti successi militari in Gallia preludono allo scontro decisivo con i suoi avversari e agli anni di sanguinose guerre civili dalle quali egli infine esce come signore assoluto di Roma.
Le incredibili imprese militari di Cesare, la sua strepitosa ascesa politica, i piani che egli perseguiva e che furono troncati dalle idi di Marzo, posero ai contemporanei e poi alla storiografia di ogni epoca interrogativi a cui furono date le risposte più diverse e contrastanti. Che cosa si proponeva Cesare? La sua azione politica a Roma e militare in Gallia era stata fin da principio preordinata al raggiungimento di uno scopo, il proprio potere assoluto e la distruzione dell’antico ordine repubblicano? Oppure egli si venne chiarendo giorno per giorno le possibilità concrete che gli si offrivano, sospinto se non costretto dagli Stessi avversari a scegliere la strada del potere come l’unica che poteva garantirgli la salvaguardia della propria dignità: e della sua stessa persona fisica?. Un enigma, Cesare, già per i suoi contemporanei, come mostra lo stesso variare dei giudizi espressi su di lui da Cicerone.
Primo degli imperatori romani, naturalmente posto in parallelo ad Alessandro Magno, Cesare è stato un punto di riferimento inevitabile non solo per i suoi successori, ma per i politici e i fondatori di imperi di ogni epoca, da Carlo Magno a Federico II di Svevia, a Carlo V, a Napoleone Bonaparte, a Napoleone III che scrisse una Histoire de Jules César. D’altro canto nella sua figura, associata per contrasto a Catone l’Uticense e a Bruto, sono stati riscontrati non di rado i caratteri tipici del tiranno e del liberticida, da Cicerone a Lucano a Rousseau.
Gli interrogativi suscitati dalla grandiosa personalità di Cesare, le cui risposte di epoca in epoca si sono sempre fortemente colorite delle polemiche politiche e ideologiche del momento (e si pensi al mito di Cesare in Italia da Dante all’Umanesimo al Risorgimento e fino ai giorni nostri) si riaffacciano con immutata vitalità nella storiografia moderna, anch’essa divisasi in interpretazioni drammaticamente contrastanti: basti solo pensare al ritratto offerto dalla Storia di Mommsen – per il quale Cesare rappresenta non solo il geniale conquistatore, ma soprattutto l’uomo di Stato nel senso più profondo della parola, il politico perfetto che si riproponeva la rigenerazione del popolo romano – a cui E. Meyer replicò affermando che ”un uomo come il Cesare di Mommsen non è mai esistito”.
Per ricostruire e interpretare i tratti e le vicende della grandiosa personalità cesariana, E. Horst ha tenuto presenti innanzi tutto le fonti antiche latine e greche, in modo da offrire un quadro rigorosamente documentato in cui le testimonianze di diversa provenienza si integrano e si bilanciano e possono essere valutate nella loro obiettività e validità. All’accurata utilizzazione delle fonti antiche si associa poi l’accortezza con cui il biografo tiene conto degli strumenti e dei risultati offerti dalla moderna ricerca storica. In tal modo il lettore può seguire passo passo e comprendere lo svilupparsi della personalità di Cesare, le drammatiche decisioni che egli si trovò a prendere in anni tempestosi per la Repubblica romana, il graduale chiarirsi dei suoi obiettivi politici e militari nel gioco della possibilità offerte dall’evolversi spesso inatteso delle situazioni.
Sapientemente guidato e ”coinvolto” nelle complesse vicende di un personaggio eccezionale, il lettore alla fine si accorge di disporre degli elementi per poter egli stesso esprimere con cognizione di causa una valutazione sul più grande dei Romani.

Nato a Dusseldorf nel 1924 Eberhard Horst ha studiato filosofia, teologia, lingua e letteratura germanica alle Università di Bonn e di Monaco, dove, nel 1956, si è laureato in lettere e filosofia. In questa stessa collana ha pubblicato nel 1981 Federico II di Svevia.

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