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I Tarocchi dei Visconti - Tarocchi

Le 26 Carte dell'Accademia Carrara

di
Editore: Accademia Carrara
Prezzo: € 80,00

Informazioni: 26 carte + cartoncino informativo, Bergamo
Stampato: 1980-01-01
Codice: 500000007411

L'Accademia Carrara di Belle Arti fondata a Bergamo dal Conte Giacomo Carrara nel 1795, è oggi una delle più importanti pinacoteche italiane per qualità di opere ed è forse fra le più apprezzate gallerie d'arte dell'intera Europa per il livello notevole di numerosi dipinti che essa possiede.
Tutte le scuole pittoriche italiane sono degnamente rappresentate con opere di grandi maestri e ciò si deve alla raffinata cultura e al gusto sicuro e illuminato del Conte Carrara, del Conte Lochis (1859), del Senatore Morelli (1891), del Marenzi, del Ceresa, del Baglioni e dei numerosi altri donatori che arricchirono progressivamente la Pinacoteca.
Proprio dal nobile Francesco Baglioni furono legate all'Accademia Carrara, nel 1901, le ventisei carte da gioco del tarocco. La rarità le ha rese famosissime, la estrema raffinatezza decorativa le ha accomunate alle più genuine opere d'arte.
Le carte da gioco fecero la loro apparizione nell’Europa occidentale alla fine del medio evo. Il Vescovo di Wiirzburg ne vietò l’uso ai monaci nel 1329, ma la pastorale rispecchia, ad evidenza, una consuetudine vecchia e diffusa; Leopoldo Cicognara le asserisce citate in un trattato del 1299 di certo Sandro di Pipozzo, che più non possediamo a controllo. Nel Quattrocento il nome di carta o tarocco è già corrente e, con il diffondersi del gioco nelle corti e nelle alte classi sociali, nacquero tarocchi preziosi al pari di gioielli, disegni coloriti e decorati dagli artisti più insigni. Poi la moda passò, l’incisione in legno e in rame li rese superflui, il tempo li disperse.
Le carte che il Baglioni legò alla Carrara facevano parte di un mazzo di ben 75 pezzi posseduto dal nobile Alessandro Colleoni. Tagliate in cartone, rivestite di tela a colla forte e gesso, col fondo aureo bulinato impresso a leggero rilievo, orlato, hanno un'intensa gamma cromatica e un’estrema raffinatezza di disegno. Già attribuite agli Zavattari, furono riconosciute dal Longhi come opera giovanile di Bonifacio Bembo per lo stile e il gusto: stile aulico, araldico, cavalleresco quant'altri mai; gusto prezioso, elegante, raffinato. Il motto «a bon droit» di Filippo Maria Visconti lascia intendere come le carte siano state eseguite per la corte di quel principe e nel tempo della sua signoria. Tre delle ventisei carte furono eseguite nel 1480 dal cremonese Antonio Cicognara (la Temperanza, la Luna, il Castello di Pluto).

Libro usato disponibile in copia unica

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