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Sul Caso di J. Robert Oppenheimer - Dramma Liberamente Desunto dai Documenti

Titolo originale: In der Sache J. Robert Oppenheimer - Schauspiel, frei nach den Dokumenten

di
Editore: Giulio Einaudi Editore
Informazioni: prima edizione, prefazione e traduzione di Luigi Lunari,in copertina una foto di J. Robert Oppenheimer, Collezione di Teatro 61. - pp. 144, Torino
Stampato: 1964-11-14
Codice: 500000005452

Sul Caso di J. Robert Oppenheimer è il testo che Heinar Kipphardt ha tratto dalle mille pagine di fitta stampa in cui sono raccolti gli interrogatori del «processo» che la Commissione per l'energia nucleare degli Stati Uniti intentò nel 1954 al celebre scienziato.
Oppenheimer era allora considerato il «padre della bomba atomica» e la sua figura di scienziato era straordinariamente popolare in America. Aveva diretto i laboratori di Los Alamos, in cui, in tre anni di lavori protetti dal più rigoroso segreto, si era fabbricato l'ordigno che aveva deciso le sorti della seconda guerra mondiale, era stato da allora consigliere del governo per le questioni atomiche, e godeva di un'autorità - scientifica, politica e morale - che ha rari esempi nella storia recente.
Improvvisamente - stando almeno all'effetto che la notizia provocò nell'opinione pubblica Oppenheimer si vide precluso, da un preciso ordine del presidente Eisenhower, l'accesso ai segreti atomici di cui per tanti anni era stato il principale responsabile, mentre una lettera del generale K. D. Nichols, amministratore generale della commissione per l'energia nucleare, formulava in ventiquattro punti un atto di accusa che lasciava a Oppenheimer soltanto due strade: o dimettersi dagli incarichi ufficiali occupati, o accettare di sottomettersi all'esame di una Commissione d'inchiesta (il Personal Security Board) che avrebbe dovuto decidere, sulla base della rispondenza o meno dei fatti alle accuse del generale Nichols, del grado di fidatezza di Oppenheimer: in pratica, se sarebbe stato prudente o meno, ai fini della sicurezza nazionale nel campo dei segreti atomici, permettere che egli continuasse a essere al corrente dei lavori in questo campo. [...] Il cosiddetto «processo Oppenheimer» rappresenta una chiara e coerente manifestazione della volontà politica di addivenire a una condanna. All'atto pratico, il fatto che non si trattasse di un processo ma di un semplice procedimento interno amministrativo, si tradusse nella totale sopraffazione delle garanzie processuali dell'imputato; il giudicare comportamenti degli anni trenta secondo criteri e valutazioni attuali equivaleva rendere retroattive le leggi di sicurezza, togliendo la fondamentale garanzia della certezza del diritto; la non applicazione delle norme procedurali estendeva la possibilità d'indagine a stati d'animo, opinioni, intenzioni, normalmente escluse dai temi d'interrogatorio; la stessa conclusione infine è una condanna «per insufficienza di prove in contrario», particolarmente arbitraria in un sistema giuridico che non ammette - com'è noto - l'assoluzione «per insufficienza di prove». [...]

Heinar Kipphardt è nato l'8 marzo 1922 a Heidersdorf in Slesia (Germania), figlio di un medico arrestato dai nazisti quando egli aveva undici anni e rinchiuso per cinque anni nel campo di Buchenwald. Dopo aver frequentato le scuole medie, si iscrisse alla facoltà di medicina, interessandosi tuttavia di filosofia e di teatro. Giovanissimo ancora, fece i primi esperimenti letterari. Durante la guerra prese parte alla ritirata di Russia e, tornata la pace, esercitò per alcuni anni la professione di medico. Nel 1950 entrò a far parte del Deutsches Theater di Berlino, dove rimase fino al 1959 in veste di drammaturgo, trasferendosi poi a Düsseldorf, e, dal 1960, a Monaco.
Tra le sue opere teatrali, ricordiamo la commedia Shakespeare urgente cercasi (1952), L'ascesa di Alois Piontek (1956), Le sedie del signor Szmil (1958) e il dramma Il cane del generale (1960). Sul Caso di J. Robert Oppenheimer è stata rappresentata in prima assoluta alla Münchner Kammerspiele di Monaco l'11 ottobre 1964.

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