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Bestiario

Bestiario

Autore/i: Buzzati Dino

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, prefazione di Claudio Marabini.

pp. 336, Milano

Gli animali sono parte fondamentale del mondo di Buzzati, come le montagne, le pianure sterminate e aride, i boschi oscuri, il mare, la metropoli. Essi offrono personaggi frequenti, come la classe impiegatizia, quella giornalistica, l’esercito. I cani popolano questo mondo; la rana sicuramente è uno degli animali più mostruosi. Poi vengono i mostri come il colombre o la bestia-clava del racconto “La soffitta”.
Accade per gli animali come per le altre cose: il deserto dei Tartari diviene una landa, il bosco vecchio un cupo intrico, la fortezza Bastiani un penitenziario, la metropoli un labirinto, la Scala un covo di paura, Bartali e Coppi due eroi omerici. Gli animali si trasformano in un anello che abbraccia l’umanità e la congiunge a un altro mondo. Sono un tramite popolato di voci e di segnali, di domande e forse di risposte.
La narrativa di Buzzati racconta la paura e l’attesa. “L’improbabile realtà che tanto ci chiama”, definisce lo scrittore questo mondo in “Una gita in barca”, uno dei racconti più belli di questo libro, costruito sulla paura. L ’ improbabile realtà” manda segnali dal cielo come dagli ipogei della città dal nostro corpo come dagli animali. Magli animali hanno un vantaggio: stando tra gli uomini e le cose, possono coincidere con l’uomo e vedere più oltre e più acutamente.
Dentro la mappa di Buzzati la figura e il destino degli animali sono segnati dalla natura. Gli animali hanno caratteri e virtù umane, e sanno comunicare con noi. […] Si delinea un’umanità intermedia, da un lato inferiore, dall’altro privilegiata; la bestia, forse, può battere l’uomo, condannato, come diceva Montale, a rimanere a terra. Il mostro sembra qualcosa di speciale, emanazione della fantasia, frutto delle favole; ma è anche un animale deformato. Il colombre è un pesce, ma è anche qualcosa d’altro; in questo libro la rana diventa un mostro pur restando rana: una sorte che tocca ad altri animali.
Si aprono due strade: quella del fantastico, in cui correre rischi che Landolfi amava, e quella della scienza, dove dalle profondità preistoriche emergono i mostri.[…] Ci sono qui, sicuramente, alcune delle pagine più belle in assoluto del Buzzati autore di racconti; e il libro è nuovo e aggiunge un elemento importante al panorama della sua narrativa. (Dalla prefazione di Claudio Marabini)

Dino Buzzati (Belluno 1906 – Milano 1972). Nel 1928 entrò come cronista al “Corriere della Sera” e in seguito ne divenne redattore e invialo speciale. La sua attività letteraria inizia nel 1933 con la pubblicazione di Bàrnabo delle montagne e prosegue nel 1933 con Il segreto del Bosco Vecchio: ma i due libri che lo resero celebre furono Il deserto dei Tartari (1940) e I sette messaggeri (1942), con i quali egli si è inserito nel vivo della narrativa europea contemporanea.

In edizione Mondadori: Il deserto dei Tartari, 1940 – I sette messaggeri, 1942, – Paura alla Scala, 1948 – Un caso clinico, 1953 – Il crollo della Baliverna, 1954 – Sessanta racconti, 1958 – Il grande ritratto, 1960 – Un amore, 1963 – In quel preciso momento, 1963 – Il Colombre, 1966 – La boutique del mistero, 1968 – Poema a fumetti, 1969 – Le notti difficili, 1971 – Cronache terrestri, 1972 – Siamo spiacenti di…, 1975 – Romanzi e racconti (a cura di Giuliano Gramigna), 1975 – La famosa invasione degli orsi in Sicilia, 1977 – I misteri d’Italia, 1978 – Bàrnabo delle montagne (unitamente a Il segreto del Bosco Vecchio), 1979 – Teatro (a cura di Guido Davico Bonino), 1980 – Dino Bozzati al Giro d’Italia (presentazione di Claudio Marabini), 1981 – 180 racconti, 1982 – Lo strano Natale di Mr. Scrooge (presentazione di Giulio Nascimbeni), 1990.

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Argomenti: Letteratura, Racconti,

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