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Architettura Romana

Architettura Romana

Titolo originale: Roman Architecture

Autore/i: Ward Perkins John B.

Editore: Electa

introduzione dell’autore, fotografie di Bruno Balestrini, disegni di Sheila E. Gibson, traduzione dall’inglese di Anna Bacigalupo.

pp. 208, interamente e riccamente illustrato b/n, Milano

Una documentazione globale, enciclopedica, unita alla perspicuità ed essenzialità del saggio particolare è l’elemento caratteristico di questa serie di volumi che scandiscono le tappe essenziali dell’architettura, intesa non solo o non tanto come riparo fisico, puro fatto contingente e necessitante, in quanto condizionato dalle componenti tecniche ed economiche, ma quale formidabile mezzo espressivo, non solo a livello individuale. Ad una verifica generalizzata, nel tempo e nello spazio, dai primordi medio-orientali ed egizi alle sperimentazioni attuali, dalle simbologie estremo-orientali, alle misteriose piramidi maya, l’architettura si rivela specchio eloquente di civiltà, inesauribile nelle significazioni e nelle provocazioni. La serie, piuttosto che a criteri di sistematizzazione estetico-filosofica, che avrebbero comportato per coerenza una rigida limitazione degli apporti critici, secondo scuole o tradizioni nazionali, ubbidisce a un preciso criterio di universalità anche per quanto riguarda gli apporti della ricerca, senza distinzioni di lingua o di cultura; si crea in tal modo un confronto dialettico e una continua verifica dei fenomeni; la visuale storico-metodologica nel cui ambito la ricerca si è sviluppata può ben dirsi «occidentale» in senso comprensivo e sovrannazionale, dalla tradizione germanica a quella anglosassone a quella latina, corretta in senso dinamico da una giusta integrazione degli apporti complementari, e pur tanto essenziali, delle civiltà che intorno a questo blocco hanno agito per contrasto o per simbiosi, dall’Oriente estremo all’Islam, dall’organizzazione primitiva ai miti solari dei popoli precolombiani.

Il punto di partenza di questa trattazione è il confronto fra il Partenone e il Pantheon. Dopo secoli di deferenza nei riguardi della tradizione architettonica greca, Roma comincia ad usare un proprio linguaggio: il Pantheon con la sua affascinante semplicità e dignità di concezione, con le sue dimensioni eccezionali rappresenta la maturità raggiunta dall’architettura basata sulla volta e sull’opera cementizia. Nella prima parte del volume sono esaminate le modeste esperienze nate nell’Italia centrale, poi i grandi complessi dell’età repubblicana, come il Tempio della Fortuna Primigenia a Palestrina, ed infine le realizzazioni di Augusto che culminano nella sistemazione del Foro. Segue l’analisi dell’opus caementicium, materiale e tecniche connesse, che tanta parte hanno avuto nello sviluppo autonomo dell’architettura del periodo imperiale. Intessanti, poi, le notazioni sui Mercati Traianei, una delle prime opere in cui la potenzialità costruttiva del mattone e del calcestruzzo vengono utilizzate appieno, e la descrizione delle opere realizzate da Adriano: il Pantheon e la villa a Tivoli.
Ward Perkins, dopo l’esame delle opere dell’Italia Settentrionale, delle province occidentali e di quelle orientali, si sofferma sull’architettura tardo antica e conclude con un interrogativo sulle ragioni della fine dell’esperienza a Roma dove pure, negli ultimi anni, erano stati realizzati edifici importantissimi come la Basilica di Massenzio e la Minerva Medica, riproponendo così il tema affascinante dei rapporti complessi esistenti tra l’architettura e le condizioni politiche e sociali.

John B. Ward Perkins è nato vicino a Londra nel 1912; fece i suoi studi a Winchester e Oxford. Dopo un breve incarico di assistente al London Museum, fu per qualche tempo professore di archeologia a Malta. Durante la guerra, dal 1939 al 1943 fu ufficiale di artiglieria e nel 1944 gli fu assegnato il comando della sezione speciale per la protezione del patrimonio artistico in Italia. Dal 1946 al 1974 è stato direttore della British School di Roma. Storico del mondo classico e archeologo, ha viaggiato a lungo in Europa, nel Medio Oriente e in Nord Africa; ha diretto scavi e ricerche archeologiche in Inghilterra, Francia, Italia, Turchia e Libia. Suoi interessi specifici sono l’architettura e l’urbanistica romana, l’architettura paleocristiana, gli studi di topografia e l’archeologia medioevale.

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