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Alchimia degli Estremi

Alchimia degli Estremi

Studi su Jean Paul e Nietzsche

Autore/i: Masini Ferruccio

Editore: Studium Parmense

pp. 204, parma

Parte I: Allegoria del nichilismo nella “rade des toten Christus” di Jean-Paul;
Parte II: Nietzsche e la morte di Dio come “experimentum crucis” del nichilismo.

Alchimia degli estremi si presenta come un contributo alla storia del nichilismo europeo e alla sua problematica, e al tempo stesso come uno scandaglio nelle profondità enigmatiche di quel vasto oceano d’immagini, di metafore, di Simboli, di cifre, in cui la coscienza moderna nasconde in sè le decisioni terribili con cui sì è distaccata dalla tradizione cristiana e dal suo patrimonio di certezze spirituali. I momenti nei quali l’odissea del nichilismo trova la. sua esemplare ‘trasparenza’, sono individuati dall’Autore in JEAN PAUL (pseudonimo di Friedrich Richter) e in NIETZSCHE.
Del primo viene ampiamente analizzato, nelle sue implicazioni storico-filosofico-culturali e nella sua struttura stilistica, il Discorso di Cristo morto, un documento fantastico-poetico di primo piano anche in ordine alla peculiare fisionomia del suo autore, vissuto tra Illuminismo, Sturm und Drang e Romanticismo, uno spirito anticlassico e barocco, umoristico e Sentimentale, idillico e grottesco, spesso involuto nelle bizzarrie erudite e nel gusto pedantesco del suo eclettismo d’autodidatta e tuttavia non a torto considerato «un Sintetizzatore delle idee di tutta la sua epoca, romanticismo compreso» (L. Mittner). La seconda parte del volume è dedicata alla problematica del nichilismo così come si viene enucleando nell’opera di NIETZSCHE attraverso i grandi temi della “morte di Dio” e dell”Eterno Ritorno”.
Rispetto alla tematica jeanpauliana – secondo la quale l’”esperimento” nichilista è ricompreso, sia pure nei modi ambigui di un’operazione magico-visionaria, nell’orizzonte teologico – l’Autore mira a mettere in, luce nel nietzscheſiano “experimentum crucis” della “morte di Dio” l’apice di una dissoluzione nichilista intesa come indispensabile e tragico tramite di una risoluzione radicalmente anticristiana dei problemi aperti dal filosofo dello Zamthustm, « vincitore di Dio e del nulla ».
La prospettiva nietzscheana del nichilismo e del suo autosuperamento è ricondotta da Ferruccio Masini ad una interpretazione “globale” dell’interno movimento dialettico di questa filosofia, concepita come “estasi degli estremi”, destinato a realizzare, attraverso il rovesciamento di una assoluta negatività nel suo opposto, una visione “dionisiaca”, in se stessa tragicamente pacificata, dell’esistenza.
L’analisi dei testi di Nietzsche si articola al di là dei termini consueti cari alla critica filosofica tradizionale, spesso inquinata, Specialmente in Italia, da sedimentazioni retoriche e vuote genericità, e senza distinguere il poeta dal filosofo mira ad abbracciare la totalità di un ‘esperimento’ nella Stretta interdipendenza di “stile” filoso-fico e trasposizione lirico-ditirambica.
Sotto quest’aspetto, il rinvio critico alla più recente letteratura filosofica e teologica intorno a Nietzsche diventa ’estremamente indicativo ai fini di quella che può considerarsi un’istanza di fondo di questo libro, inteso a riproporre non tanto il “caso Nietzsche”, quanto l’incidenza, per tanti riguardi ancora inavvertita o elusa, del suo discorso in quella sorta di fenomenologia della coscienza nichilista divenuta parte integrante dell’odierno contesto culturale.

 

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