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Al Discepolo della Saggezza – Lettere a Charrot

Al Discepolo della Saggezza – Lettere a Charrot

Autore/i: Lévi Éliphas

Editore: Nardini Editore

unica edizione, introduzione di Bruno Nardini, traduzione dal manoscritto originale di Claudio Di Benedetto.

pp. 96, numerose illustrazioni b/n, Firenze

Dall’introduzione:

«Éliphas Lévi, chi non lo conosce? Ma più di nome che di fatto. I suoi libri non sono di facile lettura, i suoi temi non sono adescanti come quelli di magia, o di stregoneria, cerimoniali.
Con Éliphas Lévi si va incontro a una magia bianca, cioè sacra, attraverso il passaggio obbligato della purificazione cristiana: «per essere maghi – ripeterà più tardi Kremmerz – bisogna prima diventare santi». Éliphas Lévi era consapevole di questa necessita e aveva posto il mistero cristiano come principio e fine del suo cammino iniziatico. Cristo, per lui, era il solare impulso dell’evoluzione interiore, sinonimo di luce, di sapienza, di verità.
Éliphas si rivolgeva ai suoi seguaci chiamandoli «discepoli della saggezza», aspiranti alla luce, fratelli nella «sapienza santa», perciò discepoli anche di Cristo. E la Chiesa, dalla quale si era separato, gli sembrava la legittima custode di questa «sapienza sacra» specialmente in virtù di una liturgia che tramandava, con cautela e fedeltà, i segreti del «grande Arcano», invisibili ai profani, evidenti agli iniziati.
(Questo, d’altronde, era cid che aveva dichiarato e insegnalo, prima di Lévi, quel grande dissonnatore di coscienze che fu Martinez de Pasqually e che costituiva un nucleo essenziale del primo martinismo).»

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