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L’Uomo che Andava al Cinema

L’Uomo che Andava al Cinema

Titolo originale: Moviegoer

Autore/i: Percy Walker

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, traduzione Eileen Romano.

pp. 238, Milano

Nell’America fine anni cinquanta, in un sobborgo di New Orleans, vive un trentenne agente di cambio, John Bickerson Bolling, detto Binx, serissima e stravagante figura di “castaway”, di straniero al mondo, come potrebbe esserlo un personaggio di Camus. Ma la sua estraneità non è sociale: Binx è di buona famiglia, ama trascorrere i fine settimana in riva al mare con le sue segretarie, ama il denaro, accetta le conversazioni filosofiche con sua zia. Ama naturalmente anche il cinema, anzi è l’uomo che va al cinema e che popola la sua esperienza quotidiana di riferimenti a Clark Gable, a Gregory Peck, a William Holden, e quest’ultimo lo incontra addirittura nella vita.
Ciò che lo rende diverso è la sua search, la Ricerca che egli compie. Non la ricerca verticale, verso le idee e la trascendenza, ma quella orizzontale, che riguarda un momento di autenticità – senza negare questo mondo – nelle persone, in se stessi e nelle cose.
La Ricerca intesa come il tentativo di strapparsi alla routine quotidiana, al rischio di perdere la propria identità, diventando “una persona qualsiasi da nessuna parte”.
In questo lo segue la cugina Kate, sebbene attraverso vicende più drammatiche come la morte del fidanzato in un incidente d’auto pochi giorni prima del matrimonio o il suo tentativo di suicidio. Al termine del Carnevale di New Orleans, durante il quale si svolge il romanzo, Binx e Kate, tra ironia e comicità, tra disperazione e accettazione, troveranno, se non la felicità, almeno una dimensione esistenziale che redime la quotidianità dalla sua insensatezza, e il tempo dall’accadimento.
Uscito nel 1960, L’uomo che andava al cinema è tutt’oggi considerato negli Stati Uniti come un cult-book. Peter Handke, che lo tradusse in tedesco nel 1980 scrisse: “Mi considero un lettore riconoscente di Walker Percy, per anni mi sono identificato con Binx Bolling per il quale ho avvertito una profonda affinità elettiva. Traducendo il libro mi sono reso conto che il protagonista è un eroe, qualità che dopo Lo straniero di Camus non sembrava più possibile. Forse più che un eroe, è un santo.”

Walker Percy, (28 maggio 1916 – 10 maggio 1990) era uno scrittore americano, i cui interessi includevano filosofia e semiotica. Percy è noto per i suoi romanzi filosofici ambientati a New Orleans e nei dintorni, il primo dei quali, The Moviegoer, ha vinto il National Book Award statunitense per la fiction. Formatosi come medico alla Columbia University, Percy decise di diventare invece uno scrittore a seguito di un attacco di tubercolosi. Dedicò la sua vita letteraria all’esplorazione della “dislocazione dell’uomo nell’età moderna”. Il suo lavoro mostra una combinazione di domande esistenziali, sensibilità meridionale e profonda fede cattolica. Ha avuto un’amicizia per tutta la vita con l’autore e storico Shelby Foote. Percy trascorse gran parte della sua vita a Covington, in Louisiana, dove morì di cancro alla prostata nel 1990.

Le Iniziazioni nel Buddhismo Tibetano

Le Iniziazioni nel Buddhismo Tibetano

Dopo Mistici e Maghi del Tibet un altro Viaggio Avvincente: un’Esplorazione, Unica nel Suo Genere, alla scoperta delle Pratiche Religiose e dei Rituali di Iniziazione del Magico “paese delle nevi”

Autore/i: David-Neel Alexandra

Editore: Ubaldini Editore

edizione italiana e traduzione a cura di Ramon Prats, prefazione alla terza edizione e introduzione dell’autrice, titolo originale: Initiations Lamaiques.

pp. 192, Roma

Celebre esploratrice e viaggiatrice, prima donna europea a visitare il Tibet, profonda conoscitrice del Buddhismo tibetano, Alexandra David-Neel è anche una scrittrice d’eccezione. Chi già ha letto l’altro suo notissimo libro Mistici e maghi del Tibet, conosce bene la sua capacità di rendere con brevi tocchi suggestivi tutta l’atmosfera e la profondità spirituale che fanno del Tibet uno dei paesi più affascinanti per lo studioso e per il viaggiatore.
Mentre però il precedente libro offriva un panorama suggestivo e a tratti sconvolgente del mondo tibetano, con i suoi paesaggi incantati, i suoi eventi prodigiosi, i suoi maghi (e i suoi impostori) e i suoi ascetismi esasperati, questo Iniziazioni nel Buddhismo tibetano, pur non rinunciando a riportare episodi per noi sensazionali e sapienti descrizioni di luoghi e personaggi singolari, centra piuttosto il suo interesse sulle manifestazioni più interiori della spiritualità tibetana nonché sulla natura dei riti di iniziazione lamaici e sulle dottrine esposte agli iniziati.
Inutile dire che, al di là del fascino intrinseco della lettura, il testo è una miniera inesauribile di informazioni di prima mano sulle pratiche religiose tibetane e su tutto il campo della tradizione buddhista. Insieme al libro precedente, costituisce una guida eccezionale per comprendere il mondo, per molti ancora misterioso, della spiritualità tibetana.

Alexandra David-Neel, famosa viaggiatrice ed esploratrice francese e stimatissima autorità nel campo degli studi buddhisti, fu la prima donna europea ad aver raggiunto Lhasa, esperienza che ella poi raccontò nel suo Viaggio a Lhasa. Per un certo periodo visse nel monastero tibetano di Kum-bum, in una parte appositamente costruita per lei. Trascorse gli ultimi anni a Digne, in Francia, dove morì nel 1969 4 101 anni. Il suo celebre Mistici e maghi del Tibet, tradotto in tutto il mondo, è già apparso in questa stessa collana.

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Prefazione alla terza edizione
Introduzione

  1. Il misticismo tibetano
  2. I diversi tipi di iniziazione e il loro scopo
  3. Dove conducono le iniziazioni – Diversi significati di om ma ni padme hūṃ
  4. Esercizi spirituali quotidiani
  5. I Dalai Lama
  6. Il piccolo e il grande veicolo
  7. La vera iniziazione
  8. I diversi tipi di moralità
  9. L’attenzione
  10. La coscienza cosmica
  11. L’insegnamento dei mistici tibetani
  12. Nota sull’attuale situazione del Dalai Lama e del Panchen Lama

Incontri con Anna Achmatova 1938-1941

Incontri con Anna Achmatova 1938-1941

Titolo originale: Zapiski ob Anne Achmatovoj

Autore/i: Čukovskaja Lidija

Editore: Adelphi Edizioni

premessa e prefazione dell’autrice, traduzione Giovanna Moracci.

pp. 384, Milano

Lidija Čukovskaja, figlia di un celebre storico della letteratura, conobbe la Achmatova nel 1938. A quel tempo il marito della Čukovskaja era già stato ucciso, ma lei non lo sapeva e lottava per salvarlo. Quanto al figlio della Achmatova, era stato arrestato per la seconda volta. Cominciò allora un periodo, intensissimo e desolato, in cui la Čukovskaja andò a vedere la Achmatova quasi ogni giorno. Registrava tutto nella memoria, unico rifugio: i gesti, i giudizi, le poesie, che erano materia altamente pericolosa. In quel periodo avvenne «la tremenda metamorfosi della raffinata poetessa acmeista “da camera” in altissima voce tragica attraverso cui parlavano milioni di russi resi muti dall’orrore» (Serena Vitale). Tutto questo – a partire dai dettagli quotidiani fino ai lucidissimi giudizi letterari e alle sublimi civetterie della Achmatova – si può vivere momento per momento negli Incontri, che rimarranno un’opera capitale sugli anni più neri di quell’«unico paese al mondo dove si uccide per una poesia» (Nadezda Mandel’štam).

Lidija Čukovskaja, nata nel 1910, ha scritto notevoli opere narrative e memorialistiche che solo oggi hanno potuto vedere la luce in Russia. Incontri con Anna Achmatova, 1938-1941, è il primo dei tre volumi dei suoi appunti sulla poetessa. Pubblicato in lingua russa, in Francia, nel 1976, esso è apparso in Unione Sovietica nel 1989.

«Anche Anna Andreevna, quando veniva a trovarmi, mi leggeva versi Requiem un sussurro, ma a casa sua, alla casa sulla Fontanka, non si risolveva neppure a sussurrare; d’un tratto, nel bel mezzo del discorso, si interrompeva e, indicandomi con gli occhi il soffitto e le pareti, prendeva un pezzetto di carta e una matita; poi diceva ad alta voce qualcosa di molto frivolo: “Volete del tè?”, oppure: “Come siete abbronzata!”, scriveva velocemente fino a riempire il foglietto e me lo porgeva. Io leggevo i versi e, quando li avevo impressi nella memoria, glieli restituivano in silenzio. “L’autunno è venuto così presto” diceva Anna Andreevna ad alta voce e, accesso un fiammifero, bruciava il foglietto in un posacenere».

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Premessa

  • Invece di una prefazione
  • 1938
  • 1939
  • 1940
  • Nell’intervallo
  • 1941
  • Poesie di Anna Achmatova
  • «Ma le prigioni hanno solidi lucchetti»

Note

Ricerche Semiotiche – Nuove Tendenze delle Scienze Umane nell’Urss

Ricerche Semiotiche – Nuove Tendenze delle Scienze Umane nell’Urss

Titolo originale: Semiotičeskie issledovanija

Autore/i: Autori vari

Editore: Giulio Einaudi Editore

a cura di Jurj M. Lotman e Boris A. Uspenskij, edizione italiana realizzata per consiglio di Vittorio Strada e a cura di Clara Strada Janovič, introduzione di Ju. M. Lotman e B. A. Uspenskij.

pp. XXVII-476, nn. illustrazioni b/n, Milano

Dall’introduzione:
«Il XX secolo è ricco di rivoluzioni scientifiche. Il risultato naturale di questo fatto è che sono mutate non solo le nostre idee sul mondo, ma anche quelle sulla scienza stessa.
Se consideriamo l’idea che ha della scienza l’attuale coscienza di massa, si possono osservare alcuni aspetti caratteristici della metà del secolo.
La coscienza del XIX secolo, per la quale scienza e spirito critico in sostanza coincidevano, mentre, d’altro canto, le forme di vita date dal buon senso e dall’esperienza quotidiana parevano incrollabili, si costruiva essenzialmente sul dubbio. Per la coscienza di massa essere partecipe alla scienza significava dubitare e diffidare. Scienziato era chi penetrava criticamente nella sfera della fiducia.
Inoltre l’apparato della scienza era relativamente semplice e accessibile a una persona di media cultura. La misteriosità era sentita come ostile alla scienza: quest’ultima non creava il mistero, ma lo distruggeva. Tutte le sfere della coscienza opposta alla scienza, dalla cultura dei «selvaggi» alla religione del medioevo, venivano fornite dei contrassegni della misteriosità – di ciò che non si può verificare -, mentre le cognizioni scientifiche erano sentite come ciò che è accessibile alla verifica (in via di principio ad ogni essere umano).
Oggi una serie di rivolgimenti scientifici ha mutato radicalmente l’idea che la coscienza di massa ha del verosimile e dell’inverosimile. L’esperienza quotidiana è stata scacciata con infamia dalla sfera della scienza e il lettore di massa ha perso la capacità di orientarsi. Per essere più esatti, si potrebbe dire che l’esperienza quotidiana è rimasta il punto di orientamento nell’idea generale della scienza, ma col segno opposto: per così dire, quanto più una cosa è inverosimile, tanto più è attendibile, cioè tanto più è possibile e vicina alla scienza. Questo fatto è bene illustrato dall’esempio della letteratura di fantascienza.
Nel XIX secolo la letteratura fantascientifica, mentre descriveva nuove scoperte immaginarie, le sottometteva a idee già esistenti nella scienza.[…]»

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Nota editoriale
Introduzione di Ju. M. Lotman e B. A. Uspenskij

Ricerche semiotiche

PARTE PRIMA – Semiotica della cultura

  • Semiotica del teatro popolare di P. G. Bogatryrév
  • Le proprietà dinamiche dell’ambiente nelle opere letterarie. (Per un’impostazione del problema) di D. S. Lichatév
  • Il problema del segno e del sistema segnico nella tipologia della cultura russa prima del XX secolo di Ju. M. Lotman
  • La semiotica del comportamento umano in situazioni fisse (inizio e fine della situazione d’etichetta) di T. V. Civ’jan

PARTE SECONDA II – Folclore come sistema segnico

  • La fiaba cumulativa russa di V. Ja. Propp
  • Il sistema spaziale nell’intreccio della bylina russa di S. Ju. Nekljudov

PARTE TERZA – Il mito come sistema segnico

  • La semiotica delle opposizioni mitologiche di vari popoli di V. V. Ivanov
  • L’«albero universale», Saggio d’interpretazione semiotica di V.N. Toporov
  • Personalità e segno nella mitologia psicologica indiana di A. M. Pjatigorskij

PARTE QUARTA – Semiotica e poetica. La struttura del testo

  • Struttura compositiva del ciclo di A. Blok «SneZnaja maska» di Z. G. Mince
  • Struttura del racconto di Cechov «Dom s mezoninom» di B. F. Egorov

PARTE QUINTA – L’arte come linguaggio

  • Per l’analisi semiotica delle antiche icone russe di B. A. Uspenskij

PARTE SESTA – Dall’archivio della semiotica russa

  • La folclorica russa e i problemi del metodo strutturale di E. M. Meletinskij, S. Ju. Nekljudov, E. S. Novik, D. M. Segal
  • Metodi esatti nella versologia russa: risultati e prospettive M. L. Gasparoy
  • Le ricerche sovietiche nel campo della semiotica negli ultimi anni di D. M. Segal

Allegro Millequattro (Spunti Umoristici 1000 / Digressioni 4)

Allegro Millequattro (Spunti Umoristici 1000 / Digressioni 4)

Autore/i: Sinesio Silvio

Editore: Ellemme Edizioni

prefazione di Antonio Amurri, illustrazioni di Umberto Biancato, Mario Fantoni e Liliana Maletti.

pp. 336, nn. illustrazioni b/n, Tor Lupara di Mentana

Per un testo dalla fisionomia varia come «Allegro Millequattro» qualunque catalogazione può suonare riduttiva. Umorismo? Certo: lo dicono i mille calembour (mille forse è approssimazione per difetto) snocciolati su una molteplicità di temi. Lo sport, l’auto, i personaggi del set, la storia, e via via musica cibi novità animali numeri… Una girandola di spunti vivaci dal taglio epigrammatico, e anche prosa più corposa sul bon fon, le frasi fatte, onomaturgia, la relatività; e, ancora, un ironico annotare le “piacevolezze” nate dalla disinvoltura con cui giornali anche affermati o scrittori anche illustri usano l’intera unzione, o perpetrano cacofonie e ridondanze. Ma non solo umorismo: pietanze più elaborate troviamo nelle quattro schede che Sinesio chiama «digressioni». Saggi su specifiche materie come il vernacolo e gli usi partenopei che vanno snaturandosi; o sull’esigenza di reagire a certo imbarbarimento dell’Italiano (c’é un bel pò di Luciano Satta del «Matita rossa e blu»); o su «La Sfinge e dintorni». Una carrellata, questa, destinata a sorprendere quanti finora non avevano che idee vaghe sul mondo dell’enigmistica Classica e della ludolinguistica. Sorprenderli e forse appassionarli; ma sicuramente invito utile, specie per i giovani, a un esercizio di ginnastica mentale.

Lunghi anni a Napoli, città natale: poi Roma, infine Campagnano di Roma: qui Oggi Silvio Sinesio vive – e scrive – su una collinetta dal nome poetico Poggio dell’Ellera. Come scrittore, a parte esercitazioni umoristiche della prima giovinezza, Sinesio è conosciuto a una ristretta e tipica area: quella dell’enigmistica Classica. Suo il manuale «Rebus» edito nell’84 per le edizioni del «Labirinto», il mensile che lo ha visto a lungo vicedirettore. Ma questo «Allegro Millequattro», di cui la digressione n.1 vuole far conoscere vita morte e Miracoli possibili sul pianeta Sfinge, da troppi ignorato, mira soprattutto ad un sano svago del lettore, cui offre una panoramica sugli interessi d’un autore duttile, indocile, assetato del Nuovo. Interessi molteplici perché una sintesi se ne possa tracciare. Sinesio, umorista meticoloso e senza dubbio il più umorista delle persone puntigliose, e soprattutto un abile manipolatore del lessico: lo mostrano anche le fitte pagine su certa napoletanità in via d’estinzione, non prive di considerazioni sul valore semantico delle parole.
È protagonista di «Allegro Millequattro» è proprio la parola, sulla quale Sinesio costruisce strutture fantasiose, spesso funambolesche. In breve: una simbiosi felice tra padronanza della cultura ludica, acutezza filologica e forte Carica di umorismo.

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Antonio Amurri prefà
Io premetto (e prometto)

I MILLE

  • Interrogativi quasi inquietanti
  • Qualcosa sotto i denti
  • B come Bon ton
  • Le dolenti note
  • Le dolenti nozze
  • Le dolenti ruote
  • C come Consigli
  • Storia e storie
  • R come Relatività
  • I numeri
  • Altra aritmetica (del più e del meno)
  • Cavolino cavoluccio cavoletto (i diminutivi del cavolo)
  • D come Demitomania
  • Dicesi: neologi(ci)smi o aggiornamento logico di logismi vecchi
  • F come Frasi fatte
  • Bestialità
  • H come Handicap
  • Le note
  • C-osè-tte osè
  • Co-set-te sul set
  • S come Spreconi
  • Praticamente
  • T come Telegrammi
  • Alè ohdèo, alè ohóo
  • I come Interpunzione
  • Piacerebbe
  • Parafrasando
  • Paese che vai
  • Pensieri così
  • Napoletana
  • Non è detto
  • O come Onomaturgia
  • I giorni nostri
  • Noblesse
  • A come Abbastanza & C
  • Penultimissime
  • La notte della vita

LE QUATTRO
Digressione n˚ 1 – LA SFINGE E DINTORNI

  • Sic stantibus rebus. Persino fra i rebus esistono i diversi
  • Anagrammiamo (Ma c’entra anche Costantino il Grande)
  • Giocherelloni: parole ropaliche, logoclonia, altro, Col permesso di Andreotti
  • Gli ossimori non sono ossi duri. E poi tutti in slitta
  • Double-face e Massimo Nemo da Nicastro
  • Dove si emettono versi e si parla con i piedi
  • Con gli anacoreti di Siria ed Egitto, con Zavattini con Chesterton: in buona compagnia

Digressione n° 2 – ’O SOLE MIO

  • T’allicuord’? Ci stavano di casa ’ntruppecus’, schiattamu, zandraglie, e schizzichiava pure sui semi liturgici
  • Ragu officiato. Filosci e scagliozze. Poi arrivò il gerarca (Distratto: quella era una lingua)
  • Costernati e commossi in largo Donnaregina. E scarrupato vuole la c
  • Pavarotti, che cosa costa farsi addottorare in semplici e doppie?

Digressione n° 3 – ERRERE HUMANUM

  • Guerriero; virgole come vergate; il frigorifero che tiene. Ma quei sussulti… Sussulti e grida anche del Manzoni
  • La mosca accecata. Le impiegate che cosa hanno sotto? Il punto sul punto della situazione
  • Camorra, trogloditi, leggi protezionistiche, mentre Eco parla di struttura cruciverbista e un sindaco fa altro tipo di malversazione
  • Devotooliana era meno orecchiabile. Estinguere un debito + un debito. Un caminetto per Pertini. L’erisipela e i suoi parenti poveri
  • Un palindromo per l’Eiar, un vulcano ch’è una vulcana e il mugghio che nel sereno aer complica la metrica
  • Quei fan dei fans e dei leaders. Maschista è bello. Vescova pure. E c’è chi càstigat

Digressione n° 4 – L COME LETTERA L

  • Il zum-pa-pa-zum. Ingegner Augelli, come l’è venuto in mente (e in sedere) di far quelle panche? I polsini delle calze.
  • Fichissimo, 0.k., ma extrissimo… Autocarni per Bobby
  • Gli snumerati e la Cina. Cristo è nato prima di Cristo.
  • Tirati in ballo (che)
  • Tirati in ballo (chi)

Il Gioco del Serpente

Il Gioco del Serpente

Autore/i: Ripel Frank G.

Editore: Edizioni Sarva

nota introduttiva.

pp. 192, Imola (BO)

L’opera è divisa essenzialmente in quattro parti. Nelle prime tre si descrive un viaggio spirituale sulla Via Magica.
Nella quarta parte si presentano dei testi segreti che rivelano l’esistenza di Antiche Civiltà sia terrestri che extratterrestri dell’Età dell’Argento.
La lettura di questo libro ci apre alla conoscenza di particolari facoltà degli Antichi che in noi sono assopite.

Frank G. Ripel, nel campo dell’esoterismo, può essere ritenuto come il depositario della Tradizione Iniziatica, comprendente scienze quali: Kabala, Ermetismo, Alchimia, Yoga, Taoismo e Magia precolombiana. Alcuni suoi libri sono stati tradotti in cinque lingue straniere. Le seguenti opere di Frank G. Ripel sono state pubblicate dalla Hermes Edizioni: La Magia di Atlantide 1985), La Magia Rossa (1985), La Magia Stellare (1986), La Magia della Stella d’Oro – vol. I (1988), La Magia della Stella d’Oro – vol. II (1988), La Magia della Stella d’Oro – vol. III (1989), Il Ritorno degli Dèi (1998), Il Giudizio Universale (1999). Altre sue opere sono: La Stella Infuocata (1990), Il Superuomo (1991), Il Segreto della Pietra Filosofale (1991), Il Libro Dolce e Amaro (1991), Il Gioco del Serpente (1993), Il Falco d’Oro (1996).

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PARTE PRIMA

  • La Donna Scarlatta
  • La veggenza
  • Oltre la soglia
  • La visione dell’Aura
  • Entità Extracorporee
  • La Pietra della Visione
  • L’Angelo della Morte
  • Il Regno Infernale
  • Viaggio nell’Aldilà

PARTE SECONDA

  • La Grande Operazione
  • L’Oscillazione del Pendolo
  • La Sinarchia
  • Il Gioco del Serpente

PARTE TERZA

  • Don Isidro
  • La figlia della Luna
  • Il Mahon di Horus-Matt
  • L’Arca dell’Alleanza
  • La Quinta Attenzione

PARTE QUARTA

  • Libro di Ichtonh e Mithra
  • Il Sentiero degli Antichi
  • Il Tempio di Smeraldo
  • Il Richiamo della Notte
  • Il Cristallo di Luhg
  • Il Segreto della Dimora di Har
  • La Comparsa dei Giganti
  • L’Antico Retaggio
  • La Terra degli uomini felici
  • Le Quattro Regole del Comportamento
  • La Dinastia
  • L’Ultimo Messaggio

IL LIBRO DI HASTUR E CTHULHU

  • Il Sussurro della Montagna
  • I Figli della Terra
  • La Notte del Chi-Yon
  • Lhear
  • La Forza del Serpente
  • La Custode del Triplice Sigillo
  • La Testimonianza
  • La donna delle Tenebre
  • Il Dio del Silenzio
  • La Notte de
  • L’ora ultima
  • La Conquista della Libertà

IL LIBRO DI DAGON

  • Prologo
  • Dagon
  • La signora
  • Lo Shri-Là
  • Il Primo incontro
  • La Notte di Silarion
  • Il Mondo del Sogno
  • I Semi-Anfibi
  • Le Custodi del Sacro Manto
  • Il ritorno
  • L’agonia di Silarion
  • Il Messaggio
  • La Stirpe Oscura
  • La Rimembranza

L’Invocazione del Nome di Gesù – Per Imparare a Pregare Ritrovando Se Stessi

L’Invocazione del Nome di Gesù – Per Imparare a Pregare Ritrovando Se Stessi

Autore/i: Rocchetta Carlo

Editore: EDB – Edizioni Dehoniane Bologna

introduzione dell’autore.

pp. 132, Bologna

La tradizione occidentale contiene una propria linea di venerazione del Nome di Gesù e, sotto questo aspetto, può integrare magnificamente quella orientale, più direttamente incontrata sull’orazione e sulle tecniche per praticarla. I due apporti non sono da considerare alternativi, ma complementari.
La sfida che affronta questo scritto è di ripensare tale preghiera ripresentandola nel quadro della teologia del Nome tipica della tradizione occidentale e degli sviluppi della ricerca biblico-teologica contemporanea. Un’operazione indirizzata ad armonizzare sia le due diverse culture sia il «vecchio» e il «nuovo» della preghiera del cuore, all’interno di una spiritualità contemplativa che corrisponda alla nostra sensibilità e dia una forma concreta e specifica, seppur parziale, alla vocazione alla santità a cui tutti – secondo il dettato del Vaticano II – siamo chiamati.
Fin dalle origini, i cristiani si sono qualificati come «coloro che invocano il Nome di Gesù» (At 9,14.21), coloro che sono «chiamati ad essere santi, insieme a tutti coloro che in ogni luogo invocano il Nome del Signore Nostro Gesù Cristo» (1 Cor 1,2; Rm 10,12), distinti da tutti gli altri proprio perché «credono nel Nome di Gesù» (At 4,12) e «portano scritto sulla fronte il suo Nome» (Ap 14,1; 22,4).

Già docente di sacramentaria alla Pontificia università gregoriana di Roma e alla Facoltà teologica di Firenze, è socio fondatore della Secreta italiana per la ricerca teologica (SIRT) e dell’International Academy for Marital spirituality (Intams) con sede a Bruxelles, e dirige il corso di teologia sistematica per le Edizioni Dehontane di Bologna. Oltre a numerosi scritti e contributi in riviste scientifiche, dizionari e opere collettive, ha pubblicato: Storia della salvezza e sacramenti, Roma 1976; I Sacramenti della fede, Bologna 1983 (ottava edizione, interamente riscritta in due volumi, 2001); Sacramentaria fondamentale, Bologna 1999; Per una teologia della corporeità, Torino 1990; «Fare» i cristiani oggi, Bologna 2001; Il sacramento della coppia, Bologna 2000; Teologia della tenerezza, Bologna 2002. Attualmente opera a Perugia nel Centro familiare «Casa della Tenerezza» come assistente spirituale (un centro che si occupa dell’accoglienza delle coppie in difficolta, della formazione alla vita coniugale e dello studio sulla teologia del matrimonio e della famiglia) e tiene corsi all’Istituto teologico di Assisi.

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Introduzione

  • Pregare Il Nome di Gesù
  • Il Nome di Gesù Come «Via»
  • Credere al Nome di Gesù
  • «Fare l’esperienza» del Nome di Gesù
  • Incontrare il Maestro interiore
  • Adorare il Ayrios glorioso
  • Eucaristia e invocazione del Nome di Gesù
  • Dal Nome di Gesù alla Trinità
  • Dal Nome di Gesù al volto degli altri
  • «Per amore del mio Nome»)
  • Far festa nel Nome di Gesù
  • Verso la pienezza

Conclusione

Le Profezie della Monaca di Dresda – La Storia Futura dell’Umanità è già Stata Scritta nel Settecento da un’Eccezionale Sensitiva Tedesca

Le Profezie della Monaca di Dresda – La Storia Futura dell’Umanità è già Stata Scritta nel Settecento da un’Eccezionale Sensitiva Tedesca

Autore/i: Baschera Renzo

Editore: Casa Editrice Meb

seconda edizione, premessa alla seconda edizione e presentazione dell’autore.

pp. 200, nn. tavole b/n fuori testo, Torino

Questo libro contiene i messaggi Profetici di una eccezionale sensitiva tedesca, vissuta nel Settecento. Contrariamente a quanto avviene per la maggior parte delle profezie, questi messaggi sono accesssibili a tutti perchè, nelle loro parti essenziali, sono comprensibili.
Si tratta di rivelazioni esoteriche che ci presentano il futuro con una chiarezza e con una semplicità che sbalordisce e sgomenta. In questi messaggi profetici era già stato scritto che il pontificato di Giovanni Paolo I sarebbe passato “come un lampo nel cielo, durante un temporale”.
Ed è scritto ancora che il successore di papa Luciani sarebbe stato straniero. Si dice che anche il pontificato di Giovanni Paolo II “sarà breve e pieno di lotte”.
Ma si dice soprattutto che l’umanità sta andando verso un terzo conflitto mondiale, che la storia della prima repubblica italiana è agli sgoccioli, che sul trono di Francia ritorneranno i Borboni e che il mare Adriatico si trasformerà in un lago.
E queste sono solamente alcune rivelazioni: bisogna leggere tutto il libro per riuscire ad afferrare l’intero quadro delle “visioni” che saranno la realtà futura.

Renzo Baschera è uno dei maggiori ricercatori nel campo dei messaggi profetici.
Completò l’interpretazione delle Profezie del “Regno nero”, incarico che venne affidato personalmente da Adolf Hitler al sensitivo L. Birzer, nel 1938.
Le sue eccezionali rivelazioni sui contenuti del “Messaggio di Fatima”, pubblicate da “France Dimanche”, vennero tradotte nelle maggiori lingue e diffuse in tutto il mondo.
Il professor Baschera – nato a Cassacco (Udine) nel 1930, ma residente da molti anni a Torino – ha recentemente portato alla luce un Messaggio Profetico collegato alla Sindone.
Tra le sue opere: Poteri Segreti degli animali, I messaggi profetici del papa buono, La santa Sindone e i suoi segreti e i grandi ci parlano dall’aldilà.

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Presentazione

Parte Prima – LETTERE INDIRIZZATE A PAPI E REGNANTI

  • Gli ultimi dieci Pontefici
  • Quattro cavalli per la carrozza Reale
  • Tre anni dopo la morte sarai sconfitto
  • Nella tua terra morirà e risorgerà Cristo
  • L’ultimo Pietro verrà dalla tua terra
  • La corona vale tre volte la tua vita
  • La quercia si schianterà sotto Carlo
  • Torneranno i Borboni sul regno di Francia

Parte Seconda – LETTERE INDIRIZZATE A CARDINALI

  • Percorrerai a ritroso la strada di Alfonso
  • L’ultimo della tua famiglia è già nato

Parte Terza – LETTERE INDIRIZZATE A RELIGIOSI

  • Ho visto la terra grandemente turbata
  • I mostri della California
  • I dieci aquilotti
  • Il Pugno su Nazareth
  • Qui giace il Colosseo
  • La palude infetta
  • La ruota e l’aquila
  • Le quattro sorelle
  • La seconda Norimberga
  • Le torri di Babele
  • Il ventre putrido
  • Gli anni degli avvoltoi
  • L’orso, il lupo e la bestia color della terra
  • Una creatura bellissima chiamata morte
  • La foresta di ghiaccio
  • Il Papa andrà esule oltre i mari
  • San Marco ritornerà agli infedeli
  • Quando voleranno le immagini
  • I tre segni
  • Gli ultimi demoni
  • La notte degli avvoltoi

Conclusione
Bibliografia

Tutti gli Indiani

Tutti gli Indiani

Non solo guerrieri e sciamani, ma mercanti, strateghi, oratori… Dal ’500 al ’900 la vera storia dei nativi americani e delle loro nazioni

Autore/i: Augustin Siegfried

Editore: Edizioni Piemme

prima edizione, traduzione a cura di Marco Jennarelli, titolo originale: Die Geschichte der Indianer.

pp. 608, numerose illustrazioni in bianco e nero, Casale Monferrato (AL)

«Dite di voler creare una riserva e costruire per noi abitazioni e ricoveri. Ma le vostre case per me non hanno valore. Sono nato nelle praterie, dove soffia il vento e dove nulla può fermare un raggio di sole.
Là non ci sono confini per rinchiudere la nostra libertà. È la che voglio morire…» (Dieci Orsi, 1791-1872)

Sanguinari e incolti, impegnati per lo più a uccidere i propri nemici per rubarne lo scalpo. Così, nell’era del bianco e nero, i western hollywoodiani amavano dipingere i “pellerossa”. Poi fu l’ingenuo mito del buon selvaggio a prendere il sopravvento.
Ma secoli di storia e di cultura non si possono ridurre a semplici stereotipi, e sfatare i luoghi comuni è il primo obiettivo di questo lungo viaggio nei quattro secoli che hanno cambiato il destino degli Indiani d’America.
Dall’Atlantico alle Grandi Praterie, fino al Farwest della costa pacifica, ogni tribù e ogni territorio sono raccontati attraverso le biografie dei protagonisti. Ne emerge un ritratto a tutto tondo, in cui spiccano la saggezza e la tolleranza dei nativi americani, ma trova spazio anche tutta la gamma delle qualità e delle miserie umane.
Rivivono personaggi quasi leggendari, come Toro Seduto, Nuvola Rossa, Geronimo… e altri meno conosciuti: guerrieri, mercanti, persino filosofi. Alcuni combatterono fino alla morte contro la sopraffazione dei bianchi; altri si piegarono ai loro costumi. Come Pocahontas, giunta dopo molte peripezie alla corte d’lnghilterra e morta poco dopo per una strana febbre. Perché in questo progressivo, sistematico olocausto, tra guerre, tregue e inganni, a giocare un ruolo determinante non furono solo la cupidigia e la doppiezza dei bianchi ma anche le banalissime malattie di cui erano portatori.

Siegfried Augustin studia da lungo tempo Ia storia e le usanze dei nativi americani. Saggista di successo, ha pubblicato otto libri, occupandosi, oltre che degli Indiani d’America, di letteratura di viaggio e di esplorazioni scientifiche. Vive e lavora in Germania.

Microservi

Microservi

Titolo originale: Microserfs

Autore/i: Coupland Douglas

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prima edizione, traduzione dall’inglese di Nicoletta Vallorani ed Ermanno Guarnieri, collana: I Canguri.

pp. 432, Milano

… “Sono un single. Credo che in parte dipenda dal fatto che Microsoft non incoraggia le relazioni. L’anno scorso, alla conferenza Apple Worldwide Developer, a San Josè, ho incontrato una ragazza che lavora non troppo lontano da qui, alla Hewlett-Packard, sulla interstatale 90, ma la relazione non ha avuto nessun seguito. A volte, mi viene l’idea di mettere in piedi qualcosa di interessante, ma poi il lavoro prende il sopravvento sulla mia vita personale, annullo tutti gli appuntamenti e le cose saltano.
Ultimamente, non sono riuscito a dormire bene. Ecco perchè mi sono messo a scrivere questo diario a tarda notte: per cercare di capire il disegno della mia vita. Così spero di stabilire quali sono i miei problemi e poi magari di risolverli. Sto cercando di sentirmi meglio inserito di quanto non sia in realtà, il che è, immagino, la condizione umana. Vivo la vita giorno per giorno. Una riga di codice senza bug alla volta” …

Dopo qualche tempo trascorso alla Microsoft, industria per eccellenza delle nuove tecnologie, un gruppo di dipendenti – i microservi – alla ricerca della propria identità, di un rapporto diverso con il lavoro e di relazioni umane più positive, decide di abbandonare la sicurezza del posto fisso e di fondare una propria società di software, Valley. Un’avventura che mette in luce con ironia frammenti di vita, aspirazioni e sentimenti di una generazione di giovani lavoratori che, persi in un mondo senza più riferimenti forti, cerca di “ricostruirsi” attraverso valori migliori.

Douglas Coupland è nato nel 1961 in Germania, presso la base canadese della NATO, e vive a Vancouver, in Canada. Tra i più interessanti scrittori americani contemporanei, è divenuto famoso grazie al suo primo romanzo.
Generazione X (Interno Giallo, 1992), tentativo ben riuscito di inquadrare una generazione giovanile: i nati dal 1958 al 1970, per lo più bianchi, middle-class, profondamente intrisi di modernità e anche di qualche ideale.
Ha quindi proseguito con Generazione Shampoo (romanzo, Corbaccio 1994) e La vita dopo Dio (racconti, Tropea Editore 1996).

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  • Microservi
  • OOP
  • Interiorità
  • Tempo di faccia-a-faccia
  • Trekpolitiks
  • CHYX
  • Transumanità

Miti e Leggende dell’India – Introduzione allo Studio dell’Induismo

Miti e Leggende dell’India – Introduzione allo Studio dell’Induismo

Autore/i: Autori vari

Editore: Edizione Mondolibri

a cura di J.M. Macfie, M.A., traduzione di Gianna Lonza.

pp. 336, Milano

La letteratura dalla quale sono stati attinti questi miti e leggende è vastissima. L’ottima traduzione del Rāmāyana e del Mahābhārata, condotta a cura di M.N. Dutt, riempie da sola cinque grandi volumi di oltre ottomila pagine fittamente stampate.
Nell’operare la sua scelta antologica, l’autore ammette di essersi limitato alle narrazioni che gli sono sembrate più interessanti e caratteristiche, tralasciando quello che è insipido e anche quello che è irriproducibile. Si spera che le pagine proposte possano rivelare la natura essenziale dell’induismo nella sua forza e nella sua debolezza.
Ci sono autori che nell’interpretare l’induismo deliberatamente ignorano i suoi elementi meno nobili; ci sono altri che nel loro desiderio di criticare non sono riusciti a rendere giustizia ai suoi pregi. L’induismo ha anche sofferto per mano di coloro che hanno proposto al pubblico poco più del suo guscio in scritti talvolta presentati come “traduzioni” dell’epica indiana, in smilzi volumetti di meno di duecento pagine, del tutto inadeguati a concettualizzare e capire ciò che contengono i grandi serbatoi del pensiero e della sensibilità induisti.
Quest’ultimo difetto è particolarmente lampante in relazione all’insegnamento morale e filosofico che l’induismo ha sempre cercato di trasmettere ai suoi seguaci.
Nella «Parte seconda» di questo volume si è cercato di porre rimedio a tale pecca presentando parabole e leggende che dovrebbero mettere il lettore in grado di apprezzare il nucleo delle influenze più vitali e, sotto certi aspetti, più salutari dell’induismo.
Alcune delle leggende qui pubblicate sono già apparse in A Summary of the “Mahābhārata” e The “Rāmāyana” of Valmiki. Ringrazio The Christian Literature Society for India di Madras per avermi concesso l’autorizzazione a riprodurle in quest’opera. (Dalla prefazione di J.M. Macfie)

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Prefazione di J.M. Macfie
Introduzione

MITI E LEGGENDE DELL’INDIA

Introduzione allo studio dell’induismo

Parte prima

  • L’elisir dell’immortalità
  • L’astuzia di Indra
  • La vacca miracolosa
  • Il re che divenne bramino
  • L’intoccabile che salì in cielo
  • Il sacrificio umano
  • Agastya, l’uomo che bevve l’oceano
  • I sessantamila figli di Sagara
  • Il Gange scende dal cielo
  • Il diluvio
  • L’uomo che divenne un dio
  • Il ragazzo che fu tramutato in stella
  • Il re che fu trasformato in lucertola
  • Il matrimonio fra il cielo e la terra
  • L’incontro delle età
  • Il grande dio Shiva
  • Indra uccide un bramino
  • L’orgoglio annuncia la caduta
  • L’incarnazione di Vishnu come leone-uomo
  • L’incarnazione di Vishnu come Rama
  • Rāma e la verità
  • Rāma e Sītā
  • L’ascesa di Rāma in cielo
  • L’incarnazione di Vishnu come Krishna
  • Krishna sul campo di battaglia
  • La potenza del sacrificio
  • La morte di Krishna
  • L’incarnazione di Vishnu come Buddha
  • Il peccato di rivolgere la parola a un eretico

Parte seconda

  • Shakuntalā
  • L’amore conquista la morte
  • La storia di Nala e Damayanti
  • L’uccellatore e i colombi
  • Un Giobbe indiano e sua moglie
  • Le cinquanta sorelle sposate a un solo uomo
  • L’uccellatore
  • Il re e il colombo
  • La paura della vita e della morte
  • Il vecchio e il nuovo
  • L’amico di tutte le creature
  • Io e tu
  • Il perseguimento dell’unità
  • Quello che accade dopo la morte
  • Come compiacere Dio
  • Il vero cielo
  • Il grande viaggio

Note
Nota A. I libri sacri dell’India
Nota B. Altri modi di considerare le donne
Note alle leggende
Bibliografia

Powershift la Dinamica del Potere – Conoscenza, Ricchezza e Violenza alle Soglie del XXI Secolo

Powershift la Dinamica del Potere – Conoscenza, Ricchezza e Violenza alle Soglie del XXI Secolo

Autore/i: Toffler Alvin

Editore: Sperling & Kupfer Editori

prefazione dell’autore, traduzione di Lino Berti.

pp. 654, Milano

«Questo è un libro sul potere alle soglie del Ventunesimo secolo. Argomenti trattati: la violenza, la ricchezza e la conoscenza, e i ruoli che esse giocano nelle nostre esistenze. Esso analizza i nuovi percorsi per raggiungere il potere in un mondo in subbuglio. Nonostante la diffidenza che circonda il concetto stesso, a causa dell’abuso che se ne è fatto, il potere, in quanto tale, non è né buono né cattivo. È un inevitabile risvolto di ogni rapporto umano, e influisce su tutto, dalle nostre relazioni sessuali al lavoro che svolgiamo, alle automobili che guidiamo, alla televisione che guardiamo, ai sogni che culliamo. Ne siamo un prodotto molto più di quanto la maggior parte di noi possa immaginare. Tuttavia, tra tutti gli aspetti della nostra vita, il potere rimane uno dei meno compresi e dei più importanti, specialmente per la nostra generazione. Siamo alla vigilia, infatti, dell’Era del Powershift. Viviamo in un momento in cui l’intera struttura del potere che ha tenuto insieme il mondo si sta disintegrando e se ne sta formando una radicalmente diversa. E ciò si sta verificando a ogni livello della società.»

In questa brillante sintesi – risultato di una serie affascinante di fatti, aneddoti, ritratti di massime personalità a livello politico ed economico – Alvin Toffler approfondisce e conclude l’analisi iniziata con Lo choc del futuro e La Terza Ondata. Tema comune alle tre opere è il cambiamento: l’autore infatti esamina a fondo ciò che accade all’individuo quando la società in cui vive si trasforma in qualcosa di diverso e inatteso. Tema specifico di questo libro è il concetto di «powershift»: non un semplice trasferimento di potere all’interno della quotidianità – nel mondo dei supermarket, degli ospedali, delle banche, degli uffici, dei media – ma una modificazione improvvisa e radicale della sua stessa natura. E con una trattazione rigorosa ma avvincente, l’illustre futurologo individua nella conoscenza, nell’arte, nella scienza, nei valori morali, nell’informazione, la vera fonte di questa nuova struttura dinamica – e del sistema che sostituirà il passato industriale – che proprio per la sua essenza coinvolge interamente l’uomo: la sua mente, la sua psiche, la sua stessa esistenza. Uno studio illuminante, unico nel suo genere, sulla mutata geografia del potere, destinato a coinvolgere e stimolare i numerosissimi lettori di Toffler e tutti coloro che vogliono affrontare con strumenti adeguati la realtà alle soglie del Ventunesimo secolo.

Alvin Toffler è un futurologo e critico sociale di fama mondiale. È stato Associate Editor della rivista Fortune, Visiting Professor alla Cornell University, Visiting Scholar presso la Russell Sage Foundation. ha insegnato alla New School for Social Research e ha ottenuto lauree honoris causa in Scienze, Lettere e Giurisprudenza. Tra le sue opere, tradotte in tutte le lingue, si ricordano Lo choc del futuro (che ha vinto in Francia il prestigioso Prix du Meilleur Livre Etranger e negli Stati Uniti il McKinsey Foundation Book Award), La Terza Ondata, L’ecospasmo, Previsioni & premesse e L’azienda flessibile, tutti pubblicati in Italia da Sperling & Kupfer.

Il Breviario dei Laici – 2 Volumi

Il Breviario dei Laici – 2 Volumi

Volume primo: Un itinerario di meditazione per ogni giorno dell’anno – Volume secondo: Le pagine più belle e più ricche di spiritualità della letteratura universale

Autore/i: Autori vari

Editore: Rizzoli

a cura di Luigi Rusca, introduzione di Dante Isella, in copertina: Michelangelo, volta della Cappella Sistina, Vaticano (particolari).

vol. 1 pp. 612, vol. 2 pp. 613-1216, Milano

Volume primo: Un itinerario di meditazione per ogni giorno dell’anno

Tra le molte antologie che sono state fatte nel Novecento, una ha superato i limiti del genere per diventare un testo culturalmente necessario: si tratta del «Breviario dei laici» a cura di Luigi Rusca. Lo stesso Rusca racconta nell’Avvertenza l’origine di quest’opera, che prende forma e sostanza in casa di monsignor Giuseppe De Luca durante i giorni drammatici dell’occupazione tedesca di Roma. Dall’incontro fra un laico e un religioso, entrambi lettori eccezionali, come direbbe Carlo Bo, è nato un libro di lettura singolare, che dovrebbe indurre tutti a fermarsi ogni giorno su alcune pagine, alla stessa maniera del sacerdote con il suo breviario. L’intento di Rusca è chiaro ed esplicito quando afferma che «… è stato quello di offrire alla lettura e alla meditazione quotidiana degli scritti in prosa e in versi di autori italiani e stranieri d’ogni tempo (con esclusione soltanto dei viventi), scritti capaci di suscitare un interesse spirituale, che abbiano un fine di elevazione morale». È un intento che riteniamo essere oggi ancor più condivisibile di quando Rusca scriveva tali parole. E aggiungeva: «La persona avveduta e preparata non avrà necessità né di consigli né di guide in proposito. Possiederà i propri livres de chevet, saprà dove trovare nella biblioteca domestica le pagine adatte a confortare, a purificare, a fortificare l’animo. Per coloro, invece, che di una guida sentono il bisogno, è stata messa assieme la presente raccolta antologica, che offre, appunto, per ogni giorno dell’anno, qualche pagina che ci è sembrata degna di esser letta, e capace di lasciare dietro di sé una benefica scia nella mente e nel cuore del lettore».

Volume secondo: Le pagine più belle e più ricche di spiritualità della letteratura universale

L’ateo dice: «Io non conosco Dio, non ho bisogno di questa nozione». È, come se un uomo che naviga in una barca sul mare dicesse che non conosce il mare, ma non ha bisogno di averne la nozione. Quell’infinito che ti circonda, su cui tu ti muovi, le leggi di quest’infinito, le tue relazioni con esso sono appunto Dio. Dire che non lo vedi è fare come lo struzzo. (Leone Tolstoi)

Luigi Rusca (1895-1986), letterato lombardo, laureato in storia antica, ha svolto un ruolo di spicco nello sviluppo dell’editoria milanese tra le due guerre. Segretario generale del TCI, è stato redattore capo di «Le vie d’Italia». Straordinaria figura di intellettuale-imprenditore, è stato l’ideatore di famose grandi collane, quali la «Medusa», gli «Omnibus», la raffinata «Biblioteca romantica», «Libri gialli», «Libri verdi», ecc. Nominato dagli alleati commissario straordinario dell’EIAR, la riorganizzò ribattezzandola RAI. Nel dopoguerra fu ancora attivo nell’editoria progettando assieme a Paolo Lecaldano la famosa «Biblioteca Universale Rizzoli».
Nel 1957 ha pubblicato il «Breviario dei laici», cui seguirono il «Vangelo festivo» e «Pensieri di un laico».

Il Risveglio Epico

Il Risveglio Epico

Autore/i: Gianni Angelo; Galleno Giuseppe; Desideri Antonio

Editore: La Nuova Italia

prefazioni degli autori.

pp. VII-964, numerose tavole a colori fuori testo, Firenze

Dalla prefazione degli autori:
“Questa antologia si presenta con alcune singolari novità di impostazione, né pare necessario spendervi intorno molte parole, bastando di per sé l’indice del volume a darne atto. I grandi poemi tradizionali, dall’Iliade all’Eneide, vi sono presentati con il debito risalto, ma in modo agile e con spirito moderno. I poemi del medioevo europeo è del rinascimento, dai Nibelunghi al Canto della schiera di Igor al’Orlando Furioso alla Gerusalemme Liberata, vi compaiono nelle pagine di maggiore interesse con chiarezza di annotazioni e di premesse. Così i Lusiadi, così il Don Chisciotte, così la Divina Commedia (della quale è fatta esplicita parola nei programmi), che non vi sta però come qualcosa di diverso, di estraneo, ma come la voce più grande della civiltà comunale italiana e l’eco di quelle lotte generose in chiave epica, insomma.
Ma altre opere si accompagnano poi a queste, che sinora non avevano fatto parte del panorama epico scolastico, dal Ramayana dell’antichissima India alla Tavola Rotonda, dalle cronache anonime del nostro medioevo, così vigorose ed epiche da far spicco sulle pagine stesse dell’Iliade, alla Bibbia, che pareva sinora condannata alle citazioni dell’insegnante di religione, e presenta invece alcune pagine più alte dell’epica, sia pure in chiave intensamente religiosa: quella Bibbia di cui già scriveva il laicissimo Francesco De Sanctis,
cent’anni or sono: «Mi meraviglio come nelle nostre scuole, dove si fanno leggere tante cose frivole, non sia entrata ancora un’antologia biblica».[…]”

Poesia Latina dell’Età Imperiale

Poesia Latina dell’Età Imperiale

Autore/i: Autori vari

Editore: Ugo Guanda Editore

con testo a fronte, introduzione, testi, traduzione, note e cura di Carlo Carena.

pp. XL-584, 24 tavole in bianco e nero fuori testo, Parma

La poesia della latinità imperiale è una delle regioni meno conosciute nella gran patria dei poeti. Eppure i cinque secoli che vanno da Tiberio a Teodorico non solo produssero ancora fulgidi capolavori, ma furono tutti un pullulare di ingegni poetici, e, pur attraverso involuzioni e tentativi, rivelano costantemente una linea umana di irrequietezza e intensità, che li rende ricchi di attrattive attuali ad ogni altra età di crisi. Il volume POESIA LATINA DELL’ETÀ IMPERIALE, inserito nel paesaggio della lirica mondiale, vorrebbe offrire quelle insospettate scoperte di bellezza e meditazione. La sdegnosa malinconia di Giovenale, la ispirazione cosmica di Manilio o naturalistica di Columella e Nemesiano, il gusto paesaggistico di Ausonio e Rutilio, la liricità audace di Petronio e dei Poetae novelli, le ultime voci romane di Claudiano e Draconzio o le prime nuove, nostre, di Seneca e Boezio, devono entrare nel patrimonio culturale e spirituale di ogni lettore avveduto. Nel volume sono rappresentati una cinquantina di autori con parecchie migliaia di versi, scelti dalle miriadi superstiti con orecchio teso a quali voci appaiono conservare una vibrazione o la tradizione abbia riconosciuto universali; e illustrati e tradotti con adesione moderna. I rischi sono molti e di ogni genere; ma non esisteva in Italia, e ci pare neppure all’estero, un’opera che presentasse quella interessante stagione poetica con larghezza e rigore di disegno.

Victorio un Grande Capo Apache

Victorio un Grande Capo Apache

Titolo originale: In the Day of Victorio

Autore/i: Ball Eve

Editore: Rusconi

prima edizione, premessa di Padre Albert Braun (O.F.M.), prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Piero D’Oro, in sovraccoperta: Foto di Victorio, sfondo di Karl Bodmer (acquarello su carta), Fort McKenzie at the Mouth of the Marias River.

pp. 256, nn. fotografie e illustrazioni in bianco e nero fuori testo, Milano

Testimoni di una drammatica epopea, le cime dei Tres Castillos, al confine tra il Messico e il Texas, sono ancora oggi un riferimento storico di fondamentale importanza. Sotto i Tre Castillos, il 15 ottobre 1880, un gruppo di Apache difese con le armi in pugno, per l’ultima volta, ciò che avevano di più caro: la loro terra d’origine.
Il libro di Eve Ball, Victorio, un grande capo apache, rievoca le fasi di quell’episodio: la fuga dalla riserva di San Carlos, le peregrinazioni nel deserto, le imboscate, i bivacchi, il massacro. A ricordare la vicenda è un ragazzino apache, James Kaywaykla, che a quell’epoca aveva dieci anni. Kaywaykla visse a lungo, mantenne sveglia la mente, ricordò sempre quel che aveva visto. Dalla sua collaborazione con Eve Ball è nato questo libro nel quale spicca la figura di Victorio, il capo che guidò gli Indiani ribelli verso Ojo Caliente, dove gli Apache Warm Springs vivevano in libertà.
Due eserciti, quello americano e quello messicano, mossero guerra a Victorio. Dopo i sanguinosi attacchi e i colpi di mano, sembrò che la via per Ojo Caliente fosse aperta. Ma il sogno degli Apache si frantumò quando vennero a mancare le munizioni. Victorio sparò l’ultimo proiettile, quindi morì.
Tuttavia non fu una sconfitta inutile. Da quel giorno nacque la leggenda di un capo apache che aveva saputo tenere viva la speranza in un sogno, un miraggio, un traguardo irraggiungibile. Il personaggio storico di Victorio si trasformò in un simbolo. Le emozionanti memorie di Kaywaykla si uniscono al lavoro di ricerca scientifica svolto da Eve Ball. Il pellerossa e la statunitense collaborano in armonia per tracciare l’indimenticabile ritratto di un uomo che preferì la morte alla umiliante legge imposta dai Bianchi: quella delle «reservations».

Eve Ball ha vissuto a lungo nel Nuovo Messico, sull’altopiano del fiume Ruidoso, a poca distanza dalla riserva dei Mescalero. Fin dall’infanzia si è interessata alla vita e alla cultura dei Pellerossa, diventando in seguito una delle più quotate ricercatrici sul mondo degli Apache.

James Kaywaykla, pronipote del capo apache Nana, è vissuto fino al 1963. Fu sul sentiero di guerra al fianco dei capi anziani. Nel 1886 si trasferì in Florida con la sua gente. In seguito fu membro del comitato che scelse la riserva dei Mescalero come territorio per gli Apache Chiricahua e Warm Springs. Negli ultimi anni soggiornò spesso in casa di Eve Ball per svolgere con maggiore continuità il filo delle sue narrazioni.

Katherine Mansfield

Katherine Mansfield

Titolo originale: Katherine Mansfield. A biography

Autore/i: Meyers Jeffrey

Editore: Rusconi

prima edizione, traduzione dall’inglese di Lidia Lax, in sovraccoperta: Katherine Mansfield nel ritratto di Anne Estelle Rice, 1918, National Art Gallery, Wellington, Nuova Zelanda.

pp. 400, numerose tavole in bianco e nero fuori testo, Milano

«Io sono una scrittrice a cui non importa di nulla se non di scrivere – è questo che sento. Quando sono con le persone, mi sento come un dottore con i suoi pazienti – molto comprensiva – molto interessata ai malati, molto ansiosa che loro mi dicano tutto quello che possono – ma per quanto riguarda me – del tutto sola, del tutto isolata – una condizione singolare.» (Katherine Mansfield a Dorothy Brett)
I temi di Katherine, che si sviluppano direttamente dall’esperienza personale, sono quelli di un’inferma sola, spaventata e sensibile, che vuole sfuggire alle oppressioni della realtà adulta per rifugiarsi nei ricordi d’infanzia, e trattano dell’abbandono, della solitudine e di una profonda paura della morte.
I racconti di Katherine sul matrimonio riflettono la sua paura di essere abbandonata e tradita, la sua gelosia autodistruttiva e il senso di colpa, dovuto alle sue infermità. Danno un rilievo alla protagonista isolata, che ha bisogno di comprensione e di amore, e alla mancanza di comprensione e di onestà basilari nei rapporti coniugali.

Quando Katherine Mansfield morì, nel 1922, attorno alla sua personalità di donna e di scrittrice fu creato un mito sentimentale e idealizzato che per molti decenni ha diffuso la falsa leggenda di una creatura delicata e sensibile. In realtà l’immagine personale di Katherine è assai più terrestre e cupa. Essa fu l’eroina appassionata e tragica di una vita tempestosa e drammatica, votata caparbiamente alla sua vocazione di scrittrice. Nella ricerca ansiosa di una completa libertà creativa, sfidò convenzioni sociali e restrizioni morali, piegò la sua ricerca dell’amore a esperienza da utilizzare poi nell’arte, rimanendone dolorosamente ferita e traumatizzata.
Jeffrey Meyers ripercorre, attraverso un’imponente ricerca di documenti e testimonianze, il breve e intenso itinerario sentimentale di Katherine Mansfield: l’infanzia ansiosa e solitaria, di «piccola selvaggia» ribelle al conformismo della famiglia; l’esperienza del risveglio dei sentimenti; la ricerca della libertà sessuale e la resa distruttiva al «duro cammino dell’amore» nella convinzione che il vivere allo sbaraglio avrebbe fatto più ricca la sua arte; le amicizie lesbiche; la straordinaria relazione con il marito John Middleton Murty. Le sconsiderate avventure erotiche di Katherine portarono a risultati tragici. Nel primo anno di vita in Europa ebbe un’infelice storia d’amore con un uomo, concepì un bambino illegittimo, sposò un altro uomo per lasciarlo il giorno successivo al matrimonio, attraversò un periodo di tossicomania e perse il bambino in un parto prematuro. Gli ultimi anni della sua vita furono dominati da un’incessante peregrinazione tra Francia, Italia e Svizzera nel tentativo di arrestare lo sviluppo della tubercolosi e ristabilire la salute in declino implacabile. Disperata, sentendosi braccata dalla morte, ripose infine ogni speranza nelle dottrine mistiche di Gurdjieff, nel cui istituto morì a trentaquattro anni.
Le drammatiche vicende della breve vita di Katherine Mansfield sono intimamente legate alla sua esperienza di scrittrice; le tempeste dei sentimenti la deprimevano ma anche la ispiravano, eccitandola a scrivere, spesso con frenesia. Meyers riserva una costante attenzione a questo rapporto di stretta interdipendenza e indaga con acuta sensibilità nelle relazioni di Katherine con i protagonisti della civiltà letteraria del suo tempo: la sua amicizia profonda e agitata con D.H. Lawrence e la moglie Frieda, l’ammirazione impastata d’invidia e diffidenza per Virginia Woolf, l’adulazione sentimentale per Bertrand Russell, l’incontro illuminante con James Joyce, che è una delle molte e sorprendenti rivelazioni di questa affascinante biografia.

Jeffrey Meyers è professore alla University of Colorado. Ha scritto vari libri sulla letteratura di lingua inglese del primo Novecento e in particolare su T.E. Lawrence e George Orwell. Tra le sue opere ricordiamo: A Fever at the Core, Married to Genius, Homosexuality and Literature.

Giovani all’Opposizione – Mutamento, Benessere, Violenza

Giovani all’Opposizione – Mutamento, Benessere, Violenza

Titolo originale: Young Radicals. Notes on Committed Youth

Autore/i: Keniston Kenneth

Editore: Giulio Einaudi Editore

nota introduttiva di Carlo Dondolo, traduzione di Giovanna Stefancich.

pp. XXVII-364, Torino

In Giovani all’opposizione Kenneth Keniston ricostruisce il «processo di politicizzazione» di un gruppo di giovani militanti della Nuova Sinistra americana: si tratta di quattordici attivisti che, nel 1967, lavorarono alcuni mesi per la Vietnam Summer, un’organizzazione che si opponeva all’impegno militare americano nel Sud-Est asiatico. Mediante una serie di interviste registrate, selezionate e commentate, Keniston ricostruisce dalla voce stessa di questi giovani il loro sviluppo psicologico, esamina il peso che ha avuto su di loro l’esperienza della Nuova Sinistra e dimostra come il loro approdo a un impegno politico «radicale» sia stato determinato da fattori psicologici, storici e sociali.
L’analisi che Keniston compie del contesto familiare da cui questi giovani provengono, allo scopo di mostrare le radici biografiche della loro politicizzazione, è particolarmente ricca e fornisce spunti di ricerca molto stimolanti anche per analoghe situazioni italiane. Keniston sostiene che la società moderna sta creando uno specifico stadio di vita che si situa tra l’adolescenza e l’età adulta. I temi fondamentali sui quali questi giovani militanti – che l’autore identifica come la «gioventù postmoderna» – tornano con insistenza sono il benessere, il mutamento e la violenza. Il loro atteggiamento verso questi temi risulta decisivo nella loro ricerca di risposte e soluzioni a problemi che riguardano tutti.

Kenneth Keniston è professore di psicologia presso la sezione di psichiatria della Yale Medical School. Collabora a numerose riviste accademiche e scientifiche americane. Prima di Giovani all’opposizione aveva scritto The Uncommitted: Alienated Youth in American Society [I disimpegnati: la gioventù alienata nella. società americana].

De Erotographia – Nuove Scritture del Desiderio

De Erotographia – Nuove Scritture del Desiderio

Autore/i: Ranieri Daniela

Editore: Castelvecchi Editore

prefazione di Massimo Canevacci.

pp. 224, numerose illustrazioni a colori e bianco e nero, Roma

Il corpo è il vero centro dei linguaggi visivi di oggi: tutti i codici di comunicazione, da quello della merce a quello dell’estetica, obbediscono ormai ai voleri di questo feticcio desiderato e desiderante, perlustrato e osservato in ogni piega, eppure irriducibilmente misterioso e lontano. Sul potere del corpo e sul corpo si sviluppa il discorso del sadomasochismo come insieme di pratiche sessuali: non più classificabili come perverse, ma portatrici di istanze creative cui la moda, l’arte e la pubblicità si ispirano sempre più di frequente. Il porno-sado-chic è ormai una grammatica universalmente accettata: il modello di riferimento non è più una liberazione sessuale, ma una liberazione tramite costrizione, una fissità ossessiva dello sguardo sul corpo/segno/merce. È ora di fondare una nuova Etnografia del Desiderio, una Erotographia in grado di divinare i segni di questo linguaggio, le tracce del potere, la memoria e l’effimera presenza-a-se-stesso del corpo (livido, ferita, arrossamento, ecc.). Oltre l’oscenità, oltre la morale, rimane come nuda evidenza «la forza scarnante del desiderio».

Daniela Ranieri (Roma 1977), laureata in Scienze della Comunicazione, collabora con la cattedra di Antropologia culturale dell’Università «La Sapienza» di Roma. Si interessa di ricerca teorica e di videoarte digitale, con particolare riguardo alla sfera del corpo e della scrittura, dell’occhio e della etnografia surrealista.

Dal Linguaggio alle Lingue – Viaggio nel Mondo della Parola

Dal Linguaggio alle Lingue – Viaggio nel Mondo della Parola

Titolo originale: Du langage aux langues

Autore/i: Bijeljac Ranka; Breton Roland

Editore: Electa / Gallimard

traduzione: Claudia Matthiae.

pp. 160, numerose illustrazioni e fotografie b/n e colori, Trieste

Percepire una parola sembra naturale, eppure l’analisi dei segnali acustici porta alla luce un meccanismo straordinariamente complesso. Secondo quale processo si realizza l’acquisizione del linguaggio nel bambino? In quale fase della storia dell’umanità compare il linguaggio, in che modo e perché? Qual è la strada che dal linguaggio conduce alla lingua? A questi interrogativi risponde, da diverse prospettive, la scienza della linguistica. Le funzioni del linguaggio si collocano infatti su due livelli: quello del singolo individuo e quello di ogni società accomunata da una lingua da lei stessa creata. Ranka Bijeljac, docente di psicolinguistica, e Roland Breton, esperto di geolinguistica, raccontano la scoperta di questa capacità peculiare all’uomo ed esplorano il regno della lingua in un percorso allargato ad altre discipline della conoscenza umana. Il quadro della loro ricerca ne conferma la premessa di fondo, ovvero il legame indissolubile fra uomo e linguaggio.

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  • I. – IL “DONO DELLA PAROLA”
  • II. – L’ACQUISIZIONE DEL LINGUAGGIO
  • III. – LA LINGUA, CEMENTO SOCIALE
  • IV. – MIGLIAIA DI LINGUE
  • V. – LA GEOPOLITICA DELLE LINGUE
  • VI. – VITA E MORTE DELLE LINGUE

TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

  • Il mistero della parola
  • E prima venne l’ascolto…
  • La lingua muta
  • Lingue senza frontiere
  • Lingue lontane
  • La lingua tradotta
  • Uno, nessuno, centomila: l’italiano
  • Lingua in rivolta
  • La lingua digitale

APPARATI

Indice delle illustrazioni
Indice dei nomi
Bibliografia