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L’Ultima Vittima di Hiroshima – Il Carteggio con Claude Eatherly, il Pilota della Bomba Atomica

L’Ultima Vittima di Hiroshima – Il Carteggio con Claude Eatherly, il Pilota della Bomba Atomica

Titolo originale: Off limits für das Gewissen, Der Briefwechsel zwischen dem Hiroshima-Piloten Claude Eatherly un Günther Anders

Autore/i: Anders Günther

Editore: Mimesis Edizioni

prima edizione, prefazione all’edizione inglese (1962) di Bertrand Russell, introduzione all’edizione tedesca (1961) di Robert Jungk, introduzione e nota bio-bibliografica di Micaela Latini, traduzione Renato Solmi, collana: La Vita di Sophia n° 6.

pp. 234, Milano

…La tecnicizzazione dell’esistenza: il fatto che, indirettamente e senza saperlo, come le rotelle di una macchina, possiamo essere inseriti in azioni di cui non prevediamo gli effetti, e che, se ne prevedessimo gli effetti, non potremmo approvare – questo fatto ha trasformato la situazione morale di tutti noi. La tecnica ha fatto sì che si possa diventare “incolpevolmente colpevoli”, in un modo che era ancora ignoto al mondo tecnicamente meno avanzato dei nostri padri…

Claude Eatherly, pilota e meteorologo, era un ragazzo texano di 27 anni quando ordinò lo sgancio della prima bomba atomica della storia, Little Boy, che colpì Hiroshima il 6 agosto 1945. Nonostante la giovane età, non era certo un dilettante: per quella missione vennero scelti i migliori piloti della U.S. Army Air Force, ed Eatherly aveva già dato prova del suo valore militare, abbattendo, nel corso della sua fulminante carriera, più di trenta aerei nemici. Dopo lo sgancio della bomba, tuttavia, lasciò l’esercito e rifiutò qualsiasi riconoscimento al valore da parte degli Stati Uniti. Compì anche maldestre rapine e altri piccoli crimini, con la speranza di trovare sollievo nel biasimo collettivo. Ma ciò non bastò a placare i suoi dilanianti sensi di colpa ed Eatherly venne internato in un ospedale psichiatrico. Fu in questo momento, quattordici anni dopo Hiroshima, che iniziò un carteggio con Günther Anders, il filosofo tedesco autore del capolavoro L’uomo è antiquato. Il risultato è questo libro: un commovente scambio epistolare tra Anders e un’anima persa, in cerca di un’espiazione tanto impossibile quanto necessaria. Dopo anni di assenza dalle librerie, torna disponibile una delle testimonianze più toccanti sul disastro che cambiò per sempre la coscienza collettiva.

Günther Anders (Breslavia 1902 – Vienna 1992), allievo di Husserl e di Heidegger, compagno di pensiero e di vita di Hannah Arendt, è uno dei maggiori pensatori eretici del Novecento. Divenne noto sia per la sua riflessione sul dislivello prometeico tra l’uomo e la tecnica (L’uomo è antiquato, vol. I e II, 2003), sia per l’attività di critico letterario (Uomo senza mondo. Scritti sull’arte e sulla letteratura, 1991; Kafka. Pro e contro, 2006) e di scrittore (La catacomba molussica, 2008). In Italia è stato insignito nel 1961 del Premio letterario “Della Resistenza – Città di Omegna” per l’opera Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki; La catacomba molussica (1992) e La battaglia delle ciliegie (2011, postumo). Per i tipi di Mimesis sono già apparsi Il mondo dopo l’uomo. Tecnica e violenza (nel 2008) e Lo sguardo dalla torre (nel 2012, ed. or. 1970).

Acqua

Acqua

Titolo originale: Water

Autore/i: Sidhwa Bapsi

Editore: Neri Pozza Editore

traduzione di Valeria Giacobbo, in copertina: fotografia di Devyani Saltzman, Le Tavole d’Oro.

pp. 208, Vicenza

Chuyia aveva sei anni il mattino in cui sua madre Bhagya ricevette in cucina la visita inaspettata di Somnath, suo marito. Seduta a gambe incrociate sul pavimento, Bhagya stava pestando il riso nel mortaio, quando Somnath era entrato e, dandosi una sistematina alla dhoti, al telo da notte tutto stropicciato, aveva sussurrato che la madre di Hira Lal, l’amico di famiglia rimasto vedovo a quarantaquattro anni, desiderava che Chuyia sposasse suo figlio. Bhagya aveva sollevato l’orlo della sari e abbassato la testa per celare l’improvviso tumulto che si era impadronito del suo cuore, poi non aveva avuto nemmeno il tempo di protestare. Somnath aveva elencato tutti i vantaggi di quelle nozze: gli oroscopi di Chuyia e Hira Lal in perfetta sintonia, il fatto che la madre di Hira Lal non voleva la dote e avrebbe pagato lei tutte le spese della cerimonia, la possibilità di tener fede alla più pura tradizione braminica, per la quale una donna è riconosciuta come tale soltanto quando è unita al proprio marito e diventa una sumangali, una donna di lieto auspicio. È trascorso qualche anno da quel mattino, e la piccola Chuyia si è sposata con Hira Lal. Poi un giorno Hira Lal è stato condotto sulle rive del Gange e lì ha liberato la sua anima. Da quel giorno Chuyia non può più indossare vestiti colorati e cuciti, ma soltanto una sari bianca, ha il cranio rasato ed è costretta a vivere lontano dai suoi, poiché è una vedova, una donna, cioè, che nella cultura braminica non è più tale, visto che non può fare figli né servire il marito. Eccola allora nell’ashram delle vedove, in compagnia di donne dalle teste rasate e i volti duri e allungati, della flaccida Madhumati, della bella Kalayani, dal viso ovale e luminoso incorniciato da splendidi capelli neri, di Gulabi, l’eunuco dai fianchi ondeggianti e dalle braccia sinuose, di Shakuntala, la sua liberatrice che ha abbracciato le idee di bapu Ghandhi, l’uomo che il governo inglese definisce un piantagrane. Nato dalla stretta collaborazione con Deepa Mehta, che nel 1998 diresse il film Earth (basato su uno dei romanzi più noti di Bapsi Sidhwa, La spartizione del cuore), tratto dalla sceneggiatura del film Water, Acqua ci offre un ritratto incomparabile dell’India coloniale e di un ashram delle vedove in cui forza e debolezza, corruzione e onestà, vittime e carnefici si danno la mano. Ritraendo magistralmente eunuchi elegantemente vestiti che maltrattano con ironia le idee del Mahatma Gandhi («Se gli intoccabili sono “figli di Dio”, allora gli eunuchi sono i Suoi figliastri!» dice a un certo punto Gulabi), e donne che si spogliano con pudicizia e malizia lungo i ghat, le gradinate lungo i fiumi sacri, Bapsi Sidhwa ci dona una prova impeccabile del suo stile, fatto di «humour e compassione» (Houston Chronicle).

Bapsi Sidhwa è nata in Pakistan, ed è cresciuta a Lahore. Sposata, ha tre figli e vive attualmente negli Stati Uniti. I suoi romanzi sono stati tradotti in numerosi Paesi e hanno ottenuto ovunque prestigiosi riconoscimenti. In Italia, le sue opere sono apparse tutte presso Neri Pozza: Il talento dei Parsi (2000), La sposa pakistana (2002), La spartizione del cuore (2003), Acqua (2007) e Lingua d’amore (2015).

Che Cosa Sappiamo della Mente • Gli Ultimi Progressi delle Neuroscienze Raccontati dal Massimo Esperto Mondiale

Che Cosa Sappiamo della Mente • Gli Ultimi Progressi delle Neuroscienze Raccontati dal Massimo Esperto Mondiale

Titolo originale: The Emerging Mind

Autore/i: Ramachandran V. S.

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione dell’autore, traduzione di Laura Serra.

pp. 162, nn. figure b/n, Milano

Che cos’è il libero arbitrio? Che cos’è l’immagine corporea? Che cose arte? Che relazione c’è fra visione e riconoscimento? Come funziona il linguaggio e da dove viene il pensiero astratto? Fino a poco tempo fa di questi problemi si occupavano i filosofi, ma oggi a consegnarci i risultati più convincenti è lo studio del cervello, questo piccolo grumo di cellule gelatinose che portiamo nel cranio e che è capace di produrre una quantità di stati mentali superiore al numero di particelle elementari dell’universo conosciuto. In questo volume di alta divulgazione uno dei massimi esperti di neuroscienze illustra gli ultimi traguardi degli studi sul cervello e apre le porte verso le nuove frontiere, dimostrando con il suo stile sempre brillante come, allo stato attuale, sia proprio la ricerca neurologica quella che conduce al cuore del problema della nostra identità.

V.S. Ramachandran è professore di neuroscienze e psicologia all’Università della California di San Diego, direttore del Center for Brain and Cognition ed e professore aggiunto di biologia al Salk Institute. È autore di oltre un centinaio di pubblicazioni scientifiche. Il suo La donna che mori dal ridere (nella collezione Oscar) ha avuto grande successo di critica ed è stato tradotto in otto lingue. La rivista «Newsweek» lo ha incluso nel «club del secolo», ossia tra i cento personaggi che hanno più probabilità di dare un contributo importante alla società del XX1 secolo.

Dio e la Nuova Fisica

Dio e la Nuova Fisica

Titolo originale: God and the New Physics

Autore/i: Davies Paul

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prefazione dell’autore, traduzione di Marco e Dida Paggi

pp. 348, 26 illustrazioni b/n, Milano

Come fu creato, se fu creato, l’universo? Avrà un fine, e quale? Che cos’è la materia e quali sono le sue origini? Che cos’è la mente? Può sopravvivere alla morte? In Dio e la nuova fisica Paul Davies ripropone una serie di interrogativi da sempre sollevati dalle varie dottrine filosofiche e religiose e trova risposte soddisfacenti nelle ipotesi della nuova fisica e della cosmologia, che sembrano spiegare l’origine delle strutture complesse dell’universo senza bisogno di ricorrere all’opera organizzatrice di una divinità. Resta però aperta la questione di un altro ordine che a molti sembra dimostrare l’esistenza di un progetto: quello che si manifesta nelle stesse leggi della fisica, nel fatto cioè che materia ed energia non sprofondano nel caos ma danno vita a strutture simmetriche di eleganza e coerenza entusiasmanti, davanti alle quali “gli scienziati spesso provano un senso di commossa meraviglia”.

Paul Davies (Londra 1946) e professore di fisica teorica all’Università di Newcastle upon Tyne. Ha insegnato per otto anni matematica applicata al King’s College di Londra e si e occupato come ricercatore di molti argomenti di fisica fondamentale e di cosmologia. Tra le sue numerose opere, in edizione Mondadori: L’universo che fugge (1979); Universi possibili (1981); Sull’orlo dell’infinito (1985); Superforza (1986); Il cosmo intelligente (1989); La mente di Dio (1993); I misteri del tempo. L’universo dopo Einstein (1996).

Luce Colore Visione • Perchè si Vede ciò che si Vede

Luce Colore Visione • Perchè si Vede ciò che si Vede

Se esponiamo ciò che abbiamo visto e sperimentato attraverso il linguaggio della logica, stiamo facendo scienza… (Albert Einstein)

Autore/i: Frova Andrea

Editore: Rizzoli

terza edizione, presentazione dell’autore.

pp. 272, XXXII tavole a colori, Milano

Il mistero della luce, dei colori e della visione ha affascinato l’uomo attraverso i secoli. Fonte di vita, simbolo di intendimento, strumento di comunicazione, la luce è un fenomeno dai mille risvolti insieme attraenti e misteriosi.
Questo libro si propone di rispondere alle tante domande che nascono di fronte all‘inesauribile sorpresa di poter vedere. Vi si spiega che cos’è la luce, come si genera, perché si propaga anche nel vuoto, perché può apparirci bianca o colorata. Si parla dei colori della natura e dei materiali e di come il sistema occhio-cervello li percepisce, andando incontro a curiosi effetti psicologici, a illusioni ottiche e miraggi. Il libro, pur non rinunciando al rigore scientifico, si rivolge a tutti coloro che nutrono curiosità per i meccanismi della percezione e per gli eventi del vivere quotidiano.
Vedere è sapere, saper vedere è sapere di più, ma soprattutto gioire di più. Questo libro ci convincerà che capire come l’uomo interagisce con il mondo esterno tramite il veicolo della luce significa salire un gradino più in alto nella scala del piacere estetico.

Andrea Frova insegna Fisica Generale presso l’Università e specialistico, ha pubblicato testi di divulgazione, tra sita di Roma “La Sapienza”. Oltre a opere di carattere specialistico, ha pubblicato testi di divulgazione, tra cui Perché accade ciò che accade (1995, ed. riveduta 2004), Parola di Galileo (Superbur Saggi, 1998), Fisica nella musica (1999), La fisica sotto il naso (Superbur Saggi, 2001).

Caos • La Nascita di una Nuova Scienza

Caos • La Nascita di una Nuova Scienza

Titolo originale: Chaos

Autore/i: Gleick James

Editore: Rizzoli

prologo dell’autore, traduzione di Libero Sosio.

pp. 352, nn. figure b/n, Milano

«Dove comincia il caos si arresta la scienza classica.»
(James Gleick)

Partendo dal noto “effetto farfalla” – per il quale il battito delle ali di una farfalla a Pechino scatena un uragano a New York – James Gleick ripercorre la nascita e lo sviluppo della rivoluzionaria teoria del caos. Se per la scienza tradizionale l’aspetto irregolare della natura è sempre stato un rompicapo, a partire dagli anni Settanta alcuni studiosi iniziano a sperimentare una via per orientarsi nel disordine, scoprendo connessioni inaspettate tra il battito cardiaco e le migrazioni degli animali, tra gli errori del computer e le oscillazioni dei prezzi.
Superati i confini della scienza ortodossa, la teoria del caos diventa sempre più accreditata, tanto da entrare prepotentemente nell’accademia e da essere annoverata, assieme alla relatività e alla meccanica quantistica, tra le grandi rivoluzioni del Ventesimo secolo nella fisica.
Da grande divulgatore Gleick alterna a pagine concettuali le eccentriche biografie degli scienziati che hanno applicato il “caos” alla vita quotidiana, introducendoci a un nuovo modo di osservare il mondo.

James Gleick
, nato a New York nel 1954, è stato giornalista scientifico per il New York Times. Con Caos (tradotto in diciotto lingue) ha ottenuto un successo planetario.

I Bambini in Pericolo

I Bambini in Pericolo

Titolo originale: Our Endangered Children

Autore/i: Packard Vance

Editore: Editori Riuniti

unica edizione, prefazione di Anna Oliverio Ferraris, traduzione di Alberto Zani, in copertina: foto di Massimiliano D’Ottavi.

pp. XV-392, Roma

«Persuasori occulti», «arrampicatori aziendali», «cacciatori di prestigio», sono definizioni di tipi umani che Vance Packard ha applicato a diversi ambienti della società americana e che fanno parte ormai del linguaggio corrente.
il più recente tra i libri di Packard – noti ovunque come classici della analisi sociologica – è questo studio dedicato ai bambini e ai pericoli che essi corrono giorno per giorno, circondati da un mondo frenetico. duro e senza ideali.
Essi si trovano a crescere isolati tra adulti distratti, tutti assorbiti nei loro problemi esistenziali; a subire cambiamenti di vita drastici, non voluti e di cui non capiscono il significato; a frequentare scuole in cui imparano la violenza; a sperimentare il sesso precocemente; a soffrire della mancanza di spazi in cui giocare; a patire l’ostilità con i vicini… È, visto dalla parte dei più piccoli, lo spaccato di un universo quotidiano che se non coincide ancora in tutto e per tutto con quello familiare ai lettori italiani, gli somiglia molto, e rivela tendenze, comportamenti, conflitti che già ci affliggono e peseranno ancor più sui nostri figli nel prossimo futuro.

Vance Packard (1914) è autore, tra l’altro, di I persuasori occulti (Einaudi, 1958); I cacciatori di prestigio (ivi, 1961); Gli arrampicatori aziendali (ivi, 1964).

La Gioia della Nascita – Manuale di Preparazione Psicofisica alla Gravidanza e al Parto

La Gioia della Nascita – Manuale di Preparazione Psicofisica alla Gravidanza e al Parto

Titolo originale: The Experience of Childbirth

Autore/i: Kitzinger Sheila

Editore: Bompiani

introduzione dell’autrice, traduzione di Giovanna Pezzuoli.

pp. 256, illustrazioni in bianco e nero, Milano

Con La gioia della nascita la donna “scopre” l’esperienza della maternità. Certo qualcosa sa sull’argomento, forse fin troppo: i luoghi comuni, il buon senso, i saggi consigli “delle nostre nonne”, e d’altra parte le tecniche innovative, la ginnastica preparatoria, il training di gruppo… La futura madre ascolta, confronta, valuta, fino a quando il momento risolutivo del travaglio interrompe bruscamente l’attesa, rivelando una realtà clinica diversa – a volte frettolosa, spesso indifferente, comunque incompatibile con qualsiasi pratica propedeutica più o meno avanzata. Sheila Kitzinger ha colto questa frattura e grazie alla sua lunga esperienza di assistenza a parti e gravidanze, e alla formazione teorica di socio-antropologa, affronta il problema in modo più completo, coinvolgendo nella sua analisi oltre ai diretti interessati – madre e figlio – l’intero ambiente che li circonda, vale a dire il contesto familiare e sociale, il costume, la cultura e più in generale l’influsso dei fattori esterni sul dato biologico. Il metodo Kitzinger, sperimentato con successo nella realtà anglosassone, viene presentato nella Gioia della nascita come modo totale di vita della donna in attesa e di chi le è accanto. Oltre a un’esposizione chiara e sintetica – accompagnata da disegni efficaci – dell’anatomia e della fisiologia del concepimento e dello sviluppo del feto, e all’indicazione di una serie di esercizi di respirazione e di rilassamento, questo manuale offre un esame dettagliato dei diversi problemi psicologici della donna nelle varie fasi della gravidanza, sottolineando l’importanza del rapporto, anche sessuale, col marito. Un testo che nasce da una realtà vissuta e sofferta, destinato a suscitare nel modo di concepire gravidanza e parto e nelle relative strutture sociali e ospedaliere quei cambiamenti da più parti richiesti e indispensabili perché ogni donna sappia e sia in grado di poter vivere con serenità e fiducia una delle esperienze più importanti della propria esistenza.

Sheila Kitzinger vive e lavora in Inghilterra. Studiosa e profonda conoscitrice dei problemi della nascita, è madre di cinque figlie.
Delle sue opere, tradotte in molte lingue, Bompiani ha pubblicato Donne come madri e Diario della nascita; La gioia della nascita, via via aggiornata nel corso degli anni, ha avuto in Inghilterra fra il 1962 e il 1980 ben dieci edizioni.

Saggi di Linguistica Generale

Saggi di Linguistica Generale

Autore/i: Jakobson Roman

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

introduzione e cura di di Luigi Heilmann, traduzione dall’inglese di Luigi Heilmann e Letizia Grassi.

pp. XXVI-222, Milano

Questa raccolta di saggi ha fatto conoscere per la prima volta a un vasto pubblico francese (1963) e italiano (1966) il grande linguista. È anche la sua raccolta più sistematica, dato che tocca i principali punti della lunga meditazione di Jakobson, ed evidenzia, fin dall’ordine dei capitoli, il quadro teoretico in cui essa è sviluppata (in rapporto con l’antropologia e con la teoria della comunicazione), e i nuclei fondamentali della ricerca (anzitutto la definizione dei meccanismi fonologici), convergendo verso il capitolo finale su Linguistica e poetica, luminosa sintesi dei principi fondamentali applicati da Jakobson all’interpretazione dei testi. I Saggi di linguistica generale mostrano le forti connessioni tra ambiti di ricerca apparentemente lontani, e insomma l’unità di una riflessione che in vari problemi e in molte lingue ha saputo individuare invariabili e processi che sono quelli del nostro stesso pensiero. Si veda per esempio come i principi della metafora e della metonimia, prima di essere portati nell’ambito critico, servano a illustrare fenomeni dell’apprendimento della lingua e dell’afasia; e come viceversa la funzione poetica venga installata nel pieno degli elementi basilari della comunicazione linguistica. Jakobson è stato probabilmente il principale promotore dei movimenti strutturalista e semiologico; ma a prescindere dalle etichette, è un linguista che ha rinnovato oltre che la sua disciplina, gli studi di poetica e dato un originalissimo apporto ai metodi della critica letteraria. (Cesare Segre)

Roman Jakobson (1896-1982), linguista e semiologo, partecipò ancora studente alla formazione del circolo linguistico di Mosca (1915) e, trasferitosi in Cecoslovacchia dopo la Rivoluzione, fu uno dei fondatori del Circolo di Praga (1926) nel cui ambito fu coautore delle celebri Tesi per il I Congresso dei filologi slavi (1929). Stabilitosi negli Stati Uniti dopo l’invasione nazista della Cecoslovacchia, ha insegnato nelle maggiori università americane, dalla Columbia a Yale, a Harvard, al Mit. Tra le sue opere ricordiamo: Il farsi e il disfarsi del linguaggio (1971), Una generazione che ha dissipato i suoi poeti. Il problema Majakovskij (1975), Premesse di storia letteraria slava (1975), La linguistica e le scienze dell’uomo (1978), Lo sviluppo della semiotica (1978), “Hölderlin”. L’arte della parola (con Grete Lübbe-Grothues; 1979), Magia della parola (1980), Poetica e poesia (1985). Saggi di linguistica generale è stato pubblicato per la prima volta da Feltrinelli nella collana “Fatti Idee Saggi Biografie” nel 1966.

Attorno al Fuoco – Racconti degli Indiani d’America

Attorno al Fuoco – Racconti degli Indiani d’America

Titolo originale: Campfire Tales of the American Indians

Autore/i: Brown Dee

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

nota introduttiva e traduzione di Chiara Salmaggi, prefazione dell’autore, in copertina: un’illustrazione di James Lewicki per le leggende americane ispirate degli indiani.

pp. 192, 1 cartina b/n, Milano

Dee Brown – che in Seppellite il mio cuore a Wounded Knee ricostruì l’episodio famoso e culminante del genocidio del popolo pellerossa – ha qui raccolto i più bei racconti di una ventina di differenti tribù (tra i primi a essere stati messi in forma scritta) volgendoli nel linguaggio che potrebbe essere usato da un narratore indiano dei nostri giorni. Sono storie di eroi e di eroine, di mostri e di fantasmi, di humor, di mistero e di audaci imprese, e ci riportano a un’imprecisata preistoria in cui uomini, piante, animali e gli stessi elementi della natura (lampo, vento, pioggia, fuoco) non erano ancora ben differenziati, ma altrettante manifestazioni di un unico Grande Spirito. E se al lettore occidentale l’ambientazione e certi ingredienti possono talvolta sembrare insoliti, le situazioni descritte sono tuttavia universali, riflettendo virtù e difetti comuni a tutti gli esseri umani. Così in molti racconti e possibile ritrovare gli echi di narrazioni bibliche, greche o germaniche, mentre in altri prevalgono temi autoctoni e peculiari del folclore indiano. Peculiari e distintivi sono soprattutto il senso della natura e della comunione universale, e quel misto di candore e di disincantata ironia che ne fanno il frutto inconfondibile di infinite generazioni.

Donne d’Onore – Storie di Mafia al Femminile

Donne d’Onore – Storie di Mafia al Femminile

Autore/i: Ingrascì Ombretta

Editore: Bruno Mondadori Editori

prima edizione, prefazione di Renate Siebert, ringraziamenti e introduzione dell’autore, collana: Sintesi.

pp. 202, Milano

Che ruolo hanno avuto le donne all’interno della mafia? E com’è cambiato questo ruolo nel corso degli ultimi trent’anni? Il tema della presenza femminile all’interno di particolari contesti mafiosi, da sempre sottovalutato e tornato lentamente alla ribalta solo negli ultimi anni, rappresenta l’argomento di questo libro. Ad esplorarlo è una giovane studiosa che, attraverso l’esame di una fitta mole di documenti giudiziari, ma soprattutto attraverso lo sguardo dei protagonisti, collaboratori di giustizia intervistati direttamente da lei, indaga il multiforme e contraddittorio universo femminile di Cosa nostra e della ’ndrangheta, cogliendo i tratti di continuità e di rottura con il passato. Adottando un approccio rigoroso e al tempo stesso divulgativo, questo libro si rivolge a un pubblico vasto, spaziando dal mondo accademico ai lettori non specialisti. L’autrice restituisce uno spaccato inedito del sistema mafioso ricomponendo il complesso e contraddittorio universo femminile della mafia, in cui tratti di continuità convivono con elementi di rottura rispetto al passato.

Ombretta Ingrascì ha conseguito il Ph.D in Storia presso il Queen Mary College, University of London. Svolge attività di ricerca e didattica su temi relativi alla criminalità organizzata presso università, organizzazioni non governative e istituti di ricerca. È inoltre impegnata in attività di educazione alla legalità nelle scuole medie inferiori e superiori.

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Prefazione
Ringraziamenti
Introduzione

Il ruolo tradizionale delle donne nella mafia

1 – Le funzioni attive

  • Trasmissione del codice culturale mafioso
  • Incoraggiamento alla vendetta

2 – Le funzioni passive

  • Garante della reputazione maschile
  • Merce di scambio nelle politiche meridionali

Lady boss: il ruolo criminale delle donne nella mafia

3 – Donne e narcotraffico

  • Corrieri e spacciatrici
  • Organizzatrici di traffici di droga

4 – Donne e attività economico-finanziarie

5 – Donne e potere mafioso

  • La funzione di messaggera: primo passo verso la delega di potere
  • Funzioni direttive: custodi del potere maschile
  • La teoria della pseudoemancipazione

Donne di mafia: da impunite a imputate

6 – Donne di mafia e paternalismo giudiziario

  • La costruzione dello stereotipo tradizionale
  • L’impunità femminile

7 – Dal pregiudizio culturale alla prospettiva giudiziaria

  • La decostruzione dello stereotipo tradizionale
  • Donne imputate e condannate per 416 bis

Appendice: articoli di Mario Francese su Ninetta Bagarella

Il pentitismo al femminile

8 – Le donne dei collaboratori di giustizia tra solidarietà e ostilità

  • Con la scelta del proprio uomo
  • Contro la scelta del proprio uomo

9 – Le collaboratrici di giustizia

  • Il modello vendicativo
  • Il modello emancipativo

10 – Una pentita si racconta: la storia di Rosa N.

  • La spinta motivazionale
  • La vita sotto protezione

Per concludere
Bibliografia e fonti
Indice dei nomi

Simone Weil – Biografia di un Pensiero

Simone Weil – Biografia di un Pensiero

Autore/i: Fiori Gabriella

Editore: Garzanti Editore

prima edizione, prefazione di Carlo Bo, collana: Memorie documenti biografie, copertina di Marco Volpati (da una fotografia di Simone Weil al ritorno dal fronte, Spagna 1936).

pp. 380, 12 foto b/n, Milano

Biografia atipica, biografia interiore, nella quale i fatti e gli eventi passano in secondo piano rispetto alla necessità di ripetere l’itinerario intellettuale e spirituale di una delle più alte intelligenze del nostro secolo.
La brevità della vita di Simone Weil getta una luce di tragedia su un’esistenza scandita da episodi di impegno assoluto. Libri come Cahiers, La condizione operaia, o La prima radice rivelarono al grande pubblico, solo dopo la sua morte, una delle maggiori e complesse figure del pensiero contemporaneo. Si sa che in lei lo splendore dell’intelletto, la vasta cultura, l’estrema attenzione, l’impegno politico e sociale, l’eccezionale profondità e originalità di alcune sue analisi politiche si accompagnarono, a partire dal 1938, a una ricerca del divino che oggi, per esempio dopo questo libro di Gabriella Fiori, possono risultare meno sorprendenti di quanto apparvero a chi era abituato a collocare il suo itinerario intellettuale nei rigidi limiti della scuola di Alain e di un programmatico operaismo. In questo libro, ricco di testimonianze dirette, di testi weiliani ancora inediti in Italia (come il resoconto straordinario, «scandaloso», della decisiva esperienza mistica a Solesmes) emerge la figura della giovane donna dall’intelligenza radiosa, la ricca divenuta povera, la bella diventata brutta, la normalienne diventata operaia, la gnostica ferma davanti alla porta della chiesa, esattamente nel senso in cui ne scrive Elsa Morante: che nei versi dedicati ai Felici Pochi la mette insieme a Spinoza e Rimbaud, e Giordano Bruno e Giovanna d’Arco: Sorelluccia inviolata / ultima colomba dei diluvi stroncata / bellezza del Cantico dei Cantici camuffata in quei tuoi buffi occhiali da scolara miope. Non a caso la Fiori inizia la sua ricerca a ritroso, dall’immagine cioè della Weil che più decisamente contrasta ogni tentativo di classificazione: la grande gnostica: muore di consunzione, almeno in parte volontaria, in un piccolo ospedale di provincia in Inghilterra, senza far parola a familiari e ad amici dei suoi pensieri e delle sue condizioni, quasi ripetendo l’endura, la mistica morte per fame.

Gabriella Fiori è nata e vive a Firenze. Insegnante e traduttrice, studiosa del pensiero di Simone Weil e di Maria Zambrano, è autrice tra l’altro di Simone Weil. Biografia di un pensiero (Garzanti, nuova ed. 1997) e Simone Weil, una donna assoluta (La Tartaruga, 1991), quest’ultimo pubblicato originariamente in francese.

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Nel fuoco della Weil – Prefazione di Carlo Bo

  1. La notizia
  2. La solitudine a Londra
  3. L’infanzia e la fanciullezza
  4. La nascita di un pensiero e di uno stile
  5. La giovinezza di una donna diversa
  6. Crescita di una vocazione
  7. L’inizio di una ricerca
  8. Prima verifica: i fatti in Germania
  9. L’eretica
  10. Il disegno si compie
  11. L’amore
  12. Seconda verifica: la guerra di Spagna
  13. L’Italia, o della bellezza
  14. L’incontro
  15. Jaffier, o della pietà
  16. La tregua…
  17. La conoscenza soprannaturale
  18. Storia di un pensiero sociale
  19. Il significato di una vita di donna
  20. La testimonianza

Indicazioni bibliografiche
Ringraziamenti

Giorno e Notte

Giorno e Notte

Titolo originale: Jour et nuit

Autore/i: Lafrance Jean

Editore: Editrice Àncora

introduzione dell’autore, traduzione dal francese di Ottavio De Filippo.

pp. 144, Milano

Ultima meditazione e ultimo scritto, ma anche prime confidenze e prime testimonianze personali. Quest’opera, postuma, sarà ricordata come il testamento spirituale di padre Jean Lafrance. I lettori vi ritroveranno i temi che hanno fatto tanto apprezzare le opere precedenti e gli insegnamenti sulla preghiera alla scuola dei santi, trasmessi da una prospettiva rimasta finora inaccessibile: l’Autore, che ha sempre condotto e custodito una vita nascosta, comprende che deve comunicare le proprie esperienze di maestro d’orazione e di uomo nella sofferenza. Con discrezione, perché solo l’essenziale appaia.

Jean Lafrance (1931-1991), ordinamento prete per la diocesi di Lille (in Francia), ha svolto il proprio ministero come professore di Collegio e vicario parrocchiale; ma sua vocazione particolare fu quella di dedicarsi alla preghiera. La sua intensa e appassionata attività, sia come assistente ecclesiastico dei religiosi a Parigi sia come predicatore scrittore conosciuto in Francia e all’estero, ha introdotto e accompagnato molti, laici e consacrati, nella vita spirituale. Tra le sue opere ricordiamo: Dimmi una parola; La mia vocazione è l’amore; Perseveranti nella preghiera; Prega il Padre tuo nel segreto; La preghiera del cuore.

Nexus – Perché la Natura, la Società, l’Economia, la Comunicazione Funzionano allo Stesso Modo

Nexus – Perché la Natura, la Società, l’Economia, la Comunicazione Funzionano allo Stesso Modo

Titolo originale: Nexus. Small Worlds and the Groundbreaking Science of Networks

Autore/i: Buchanan Mark

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

premessa dell’autore, traduzione di Laura Serra.

pp. 274, illustrazioni in bianco e nero, Milano

Basta una catena di sei persone al massimo per mettere in relazione un individuo qualsiasi sul pianeta con qualunque altro, si tratti del presidente degli Stati Uniti, di un gondoliere veneziano o di un attore cinematografico. Come è possibile?
E, soprattutto, di quale utilità è tale fenomeno per capire il mondo che ci circonda? Negli ultimi anni sociologi, fisici, biologi hanno trovato moltissime (e fino a oggi sconosciute) correlazioni tra il funzionamento della società umana e altre realtà apparentemente distanti, quali la cellula, l’ecosistema globale, Internet, l’apparato neuronale, il sistema stradale o ferroviario di una nazione.
Una nuova scienza, detta «delle reti», sta decifrando la struttura organizzativa che è sottesa a tutti questi mondi.
Mark Buchanan illustra i risultati di questa teoria in grado di gettare luce sui più svariati problemi: dalle crisi economiche internazionali alla diffusione di terribili malattie virali; dagli effetti sull’intero ecosistema di piccoli danni ambientali ai meccanismi che regolano la diffusione di idee, credenze e opinioni.

Mark Buchanan, dopo avere conseguito nel 1993 il dottorato di ricerca in fisica teorica all’University of Virginia e aver studiato per diversi anni la dinamica non lineare e la teoria del caos, è stato redattore a Londra della prestigiosa rivista “Nature” e caporedattore dei servizi speciali a “New Scientist”. Da Mondadori, nel 2001, ha pubblicato Ubiquità e, nel 2003, Nexus.

La Scienza della Vita – Le Connessioni Nascoste fra la Natura e gli Esseri Viventi

La Scienza della Vita – Le Connessioni Nascoste fra la Natura e gli Esseri Viventi

Titolo originale: The Hidden Connections

Autore/i: Capra Fritjof

Editore: Rizzoli

pp. 432, illustrazioni b/n, Milano

Capra dimostra come sia prezioso guardare il funzionamento dei sistemi biologici per trarne qualche suggerimento utile alle nostre scelte e ai nostri comportamenti.
Giovanni Caprara

Il “mercato globale” e le sue implicazioni, i rischi delle biotecnologie, la sfida di uno sviluppo sostenibile: in La scienza della vita l’autore affronta i grandi problemi che affliggono la società contemporanea. Gli esseri viventi non sono individui isolati, a sé stanti, ma sono immersi in una rete di relazioni in cui tutti i diversi organismi trovano il proprio modo di essere: la vita. Fritjof Capra lo spiega e lo prova grazie alle ricerche che ha condotto sui cambiamenti che, nel corso dell’ultimo secolo, hanno rivoluzionato la nostra interpretazione della realtà. Le sue tesi sono la formulazione più approfondita e rigorosa del “movimento di Seattle”. Più che un rifiuto ideologico della globalizzazione suggeriscono – da un punto di vista intellettuale, scientifico e, perché no, anche esistenziale – una sua versione alternativa, più compatibile con le vere esigenze.

Fritjof Capra ha studiato fisica a Vienna, oggi dirige il Center for Ecoliteracy a Berkeley, in California. È autore di molti libri in cui indaga gli aspetti filosofici del metodo scientifico, tra i quali i bestseller mondiali Il Tao della fisica (Adelphi 1982), La rete della vita (Rizzoli 1997) e La scienza della vita (Rizzoli 2002), questi ultimi disponibili in BUR.

Armonia Celeste e Dodecafonia – Musica e Scienza Attraverso i Secoli

Armonia Celeste e Dodecafonia – Musica e Scienza Attraverso i Secoli

Autore/i: Frova Andrea

Editore: Rizzoli

presentazione di Roman Vlad, presentazione di Giorgio Parisi, introduzione dell’autore.

pp. 368, Milano

“La musica si trova in una situazione drammatica, che rischia di diventare tragica… L’unità del mondo musicale è spezzata”. (dalla presentazione di Roman Vlad)

“Una musica, per essere apprezzabile, non deve contenere un flusso eccessivo di informazioni”. (dalla presentazione di Giorgio Parisi)

Il libro esamina dal punto di vista fisico, biologico e neurale, le possibili cause del grande divario che si è aperto tra il pubblico e i compositori del XX secolo. Si sono sempre fatti, nei millenni, tentativi di individuare basi scientifiche per il sistema tonale classico: dalle fantasie dei filosofi antichi e rinascimentali ai concreti approcci dei fisici a partire dal Seicento. Oggi le neuroscienze indicano che l’armonia classica ha radici nella fisica del suono e nella biologia dell’udito, comune a tutti i popoli. L’allontanamento da questi riferimenti oggettivi ha caratterizzato larga parte delle composizioni del Novecento. La ’nuova musica’ ha così assunto caratteri complessi e artificiosi che la rendono apprezzabile solo a una cerchia elitaria. Ne è emblema la musica seriale dodecafonica e post-dodecafonica, che pure ha esercitato una forte influenza sulla produzione musicale del secolo. Abrogando melodia e armonia, e rinunciando alla stimolazione di reazioni fisiche ed emotive – in sostanza privilegiando il nuovo rispetto al bello e al significativo – la dodecafonia si conferma oggi una strada chiusa.

“La musica ci è data per porre ordine nelle cose”. (Igor Stravinskij)

Andrea Frova insegna Fisica Generale presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Oltre a opere di carattere specialistico, ha pubblicato testi di divulgazione, tra cui Perché accade ciò che accade (1995, 2004), Parola di Galileo (1998), Luce colore visione (2000), La fisica sotto il naso (2001), Ragione per cui (2004).

Come Coltivare Giardino Orto Frutteto con Speciale Riguardo alla Conservazione dei Loro Prodotti

Come Coltivare Giardino Orto Frutteto con Speciale Riguardo alla Conservazione dei Loro Prodotti

Autore/i: Pucci Angiolo

Editore: Editore Ulrico Hoepli

avvertenza di Luigi Ghidini.

pp. 232, 298 figure b/n, Milano

Dal testo:

«Non dobbiamo fare studi di organografia e di fisiologia vegetale, ma è indispensabile il cominciare da certe nozioni sulla vita e sulla struttura delle piante, nozioni che debbono servire a spiegare e metter meglio in pratica gl’insegnamenti culturali. Importa conoscere il modo col quale i vegetali si nutrono, il come e il perché essi respirano e traspirano; funzioni queste che le piante hanno in comune cogli animali, per poter vivere. È necessario sapere come una pianta è costituita, quali sono le parti principali che la compongono, onde abituarsi ad usare una proprietà di linguaggio utile specialmente in materia scientifica, e potere anche arrivare con più facilità a capire qualche libro di scienza pura.
Cominceremo dallo studio di questa nomenclatura propria delle piante, per passare poi a spiegare brevemente i principali fenomeni fisiologici. Mi studierò di usare un linguaggio facile e piano, onde le mie gentili lettrici non si spaventino fin dal principio, credendo che questo mio lavoro sia un’opera scientifica. Dev’essere invece un lavoro essenzialmente pratico ed utile, malgrado che la scienza debba servire come di fondamento.[…]»

Aspettando il Mahatma

Aspettando il Mahatma

Titolo originale: Waiting for the Mahatma

Autore/i: Narayan Rasupuram K.

Editore: Zanzibar

prima edizione, traduzione di Claudia Tarolo.

pp. 288, Milano

La Storia passa anche da Malgudi, ma attraverso la penna di Narayan lo fa in modo leggero, profondamente umano, lontano dall’ufficialità dei libri di testo. Tutto comincia quando Sriram, ingenuo sognatore abituato alle coccole della nonna e alla tranquilla vita di Kabir Street, scopre l’imminente arrivo del Mahatma vedendo agitare sotto il suo naso una cassetta per l’elemosina dalla più bella ragazza che abbia mai visto. L’agguerrita Bharati, figlia adottiva di Gandhi e sua fedele seguace, tanto affascinante quanto testarda, non gli lascia nessuna via di scampo, così Sriram dopo avere passeggiato mano nella mano con il Mahatma, deciderà, più per amore che per convinzione, di convertirsi alla causa e di seguire la sua “guru” in missione nei piccoli villaggi dell’India. Comincia così un grande romanzo d’amore la cui trama segue inesorabilmente l’evolversi degli eventi che hanno segnato l’indipendenza dell’India.
Con dolcezza, ironia è capacità di tratteggiare la psicologia dei suoi personaggi, Narayan riesce in quello che pochi scrittori hanno saputo fare; raccontare un periodo della storia e una figura: come Gandhi.

R.K. Narayan (Madras, 1907) è l’inventore dell’immaginaria città di Malgudi dove ha ambientato quattordici romanzi. Considerato uno dei più importanti scrittori di lingua inglese, ha vinto il National Prize of the Indian Literary Academy ed è membro-onarario dell’American Academy and Institute of Arts and Letters. Dello stesso autore Zanzibarha pubblicato Il pittore di insegne e Il mondo di Nagaraj e pubblicherà The guide.

Il Segreto della Felicità • I Segreti del Pensiero Psitivo per Ritrovare Forza Interiore e Rinascere a Vita Nuova

Il Segreto della Felicità • I Segreti  del Pensiero Psitivo per Ritrovare Forza Interiore e Rinascere a Vita Nuova

Titolo originale: Watering the desert

Autore/i: De Mello Anthony

Editore: Edizioni Piemme

prima edizione, cura e prefazione di John Callanan, introduzione dell’autore, traduzione di Elsy Franco.

pp. 264, illustrazioni b/n, Casale Monferrato (AL)

L’arte della meditazione per una vita bella, buona e felice.
In maniera brillante, diretta e spesso provocatoria, De Mello ci guida, con suggerimenti ed esercizi, verso una pratica sempre più consapevole della meditazione. Abitare con se stessi, restare calmi, inattivi e silenziosi in una stanza, sedere in solitudine nella quiete di un bosco: ecco il segreto della vera felicita!
Apprendere l’arte della meditazione significa compiere un lungo viaggio nella propria interiorità alla ricerca di quella sorgente di vita nuova che zampilla dentro di noi e della quale spesso smarriamo le tracce, tutti presi dall’incalzare della vita quotidiana. Solo attingendo alla fonte del nostro universo interiore potremo curare le nostre ferite, dominare le nostre stanchezze, recuperare energie positive da diffondere a piene mani intorno a noi. Un’avventura entusiasmante, che giorno per giorno non cesserà di sorprenderci.

Anthony De Mello, gesuita originario di Bombay, maestro indiscusso del “Pensiero Positivo”, è conosciuto in tutto il mondo per i suoi best-seller internazionali: Messaggio per un’aquila che si crede un pollo (Piemme, 1995), Istruzioni di volo per aquile e polli (Piemme, 1996), Dove non osano i polli (Piemme, 1997) e L’albero delle banane (Piemme, 2002).

John Callanan, gesuita di origine irlandese, ha vissuto e lavorato per diversi anni accanto a Anthony De Mello. È uno dei più autorevoli interpreti del pensiero demelliano.

Itinerario Manzoniano

Itinerario Manzoniano

Saggi di critica lettereria

Autore/i: Colombo Umberto

Editore: Edizioni Paoline

pp. 384, Milano

Dal testo:

« La storia delle lettere, pur restando fondamentalmente storia di valori poetici, è anche storia di incontri e di dialoghi: di rapporti con gli altri, che hanno fatto godere della luce ciò che dentro viveva assonnato o sconosciuto. Infatti tra le varie ispirazioni di stile o di sintassi poetica o di idee c’é – proprio come fonte: e forse come fonte prima – l’annotazione delle presenze a tu per tu, sempre tali anche se vissute in celebri salotti (che conoscevano, un tempo, l’arte e la virtù della conversazione). Leopardi e Giordani, Giusti e Capponi, Pellico e la Marchesa di Barolo, il gruppo del Conciliatore, gli Scapigliati…
Ogni vero dialogo, a un certo momento, diventa trialogo: le parole sono trasmesse arricchite della propria esperienza ad un terzo, che si ripete infinitamente, raggiungendo lontananze sconosciute.
Gli incontri del Manzoni: e chi li conta?
E quindi i suoi dialoghi furono veramente molti. E furono – e chi non s’accorge? – tessuti d’educazione intellettuale, cosi da essere ripetuti e universalizzati. Quelle parole appaiono come sassi gettati nel mare del silenzio suo e nell’altrui – in cui veramente importano -, dei quali né Manzoni né gli altri potevano prevedere la successione dei cerchi: quando i sassi sono sommersi nel tempo, i cerchi continuano a svilupparsi gli uni dagli altri e vengono raggiunte rive ignote ai molti. […]»