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Ultimo

Ultimo

Il capitano che arrestò Totò Riina

Autore/i: Torrealta Maurizio

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prefazione di Ilda Boccassini.

pp. 128, Milano

La stessa segretezza che vige nelle “famiglie” mafiose è in vigore anche tra gli uomini che le combattono. Del Capitano dei Carabinieri che ha arrestato Totò Riina, prima di queste pagine, si sapeva solo il nome di battaglia: “Ultimo”. Ultimo perché rifiuta premi e promozioni e vuole affrontare Cosa Nostra a modo suo, da “ultimo”, coni suoi uomini scelti tra i puniti e gli emarginati nell’Arma, “ultimi” anche loro.
Non abitano in caserma, sono in clandestinità come l’organizzazione che combattono; assumono identità diverse a seconda del luogo dove operano; usano microspie e telecamere più della pistola di ordinanza; preferiscono sparire prima che il nemico venga fermato e generalmente lo lasciano arrestare ai loro fratelli dalle luci blu; sono in polemica con tanti, non parlano mai con nessuno. Vivono una vita tremenda, lontani da casa per mesi, senza limiti di orario, a rischio continuo.
La storia degli “ultimi” in prima linea, narrata in un libro che anche nel lettore più smaliziato provocherà una malinconica nostalgia di onestà.

“Un giornalista estremo con copertura armata” così il Capitano dei Carabinieri che arrestò Totò Riina definisce se stesso.

Si fa chiamare Ultimo perché rifiuta premi e promozioni e vuole affrontare Cosa Nostra a modo suo, da “ultimo”, con i suoi uomini scelti tra i puniti e gli emarginati nell’Arma, “ultimi” anche loro. Non vivono in caserma ma in clandestinità e segretezza, come l’organizzazione che combattono; assumono identità diverse in base al luogo dove si trovano a operare; più della pistola di ordinanza usano microspie e telecamere; preferiscono non essere loro ad arrestare i criminali che hanno scovato e li lasciano prendere ai colleghi della polizia; sono continuo oggetto di polemiche; non parlano mai con nessuno; vivono lontani da casa, senza limiti di orario, a rischio continuo. Anche grazie a loro, si può dire che non sono mancati, dopo le stragi del 1992, servitori dello stato pronti a raccogliere l’eredità di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
“Ognuno di noi dovrebbe confrontarsi con questi uomini, e chiedersi se sarebbe disponibile a fare lo stesso. Se sarebbe disponibile a rinunciare alla famiglia, al tempo libero, alla gloria e ai soldi, se sarebbe disponibile a rischiare la vita per due milioni al mese lavorando anche quindici ore al giorno. In questo è la loro grandezza. Non nella pistola e nel tesserino. Questo libro è la storia di uomini, uomini semplici e umili.” (dalla Prefazione di Ilda Boccassini)

Maurizio Torrealta (Bologna, 1950), giornalista, ha lavorato al Tg3 come conduttore e ha fondato la redazione inchieste di RaiNews24, di cui ora è caporedattore. Oltre a Ultimo (Feltrinelli, 1995; UE, 2013) ha pubblicato L’esecuzione (Kaos, 1999), con Giorgio e Luciana Alpi e Mariangela Grainer, Il segreto delle tre pallottole (Edizioni Ambiente, 2010), scritto con Emilio Del Giudice, La trattativa (Rizzoli, 2010), Il quarto livello (Rizzoli, 2011) e Processo allo stato (Rizzoli, 2012).

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Argomenti: Libri vari,

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