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Mio Figlio il ” Che “

Mio Figlio il ” Che “

Titolo originale: Mi hijo el Che

Autore/i: Guevara Lynch Ernesto

Editore: Sperling & Kupfer Editori

traduzione di Giorgio Magrini.

pp. 376, numerose fotografie b/n f.t., Milano

«Pareva impossibile che quel bambino asmatico e gracile che tutti i giorni, nella lontana città di Alta Gracia, si impegnava con grande sforzo di volontà nei doveri scolastici, fosse diventato l’uomo che sfidando con coraggio ogni genere di ostacoli occupava in quei giorni le prime pagine dei maggiori quotidiani di tutto il mondo. Mi sono proposto di prendere in esame la sua vita e ho cominciato con il rievocarne l’infanzia […], la frequenza alle elementari e alle medie… le scorribande per i monti di Alta Gracia; gli sport preferiti… i viaggi in bicicletta e in moto attraverso tutta l’Argentina e l’America: ho analizzato le attività… le amicizie… le lettere scritte a noi famigliari in cui si rifletteva la sua maturazione economico-politico-sociale. [Queste] pagine sono il risultato della lunga ricerca che mi sono prefisso di effettuare.» (Ernesto Guevara Lynch, 1980)

In due libri che si richiamano reciprocamente – nell’ordine, Mio figlio il Che e Aquí va un soldado de América – essendo uno la continuazione dell’altro, Sperling & Kupfer pubblica la biografia di Ernesto Che Guevara attraverso la testimonianza del padre e dei famigliari. Un’opera intima e ragionata ricostruita in base ai ricordi paterni e alle lettere autografe. Il lettore può così ripercorrere l’itinerario di formazione umana e politica di un giovane borghese dai molteplici interessi, curioso della vita, intelligente, colto, determinato, ma soprattutto animato da un grande ideale. Un ideale maturato nel corso dei suoi lunghi, avventurosi viaggi in America Latina, che influenzarono la sua coscienza civile e gli fecero scoprire una vocazione, quella di combattere a fianco dei poveri, dei dimenticati, degli oppressi, anche a costo di abbandonare la professione di medico per cui si era preparato e di deludere le aspettative dei genitori. Il racconto del padre accompagna non solo i suoi spostamenti, ma anche le sue riflessioni e il cammino interiore che lo portò a fare scelte definitive. Il Che ci appare così sotto un profilo inedito, quello degli affetti famigliari; soprattutto nel rapporto con il padre, che non rinuncia mai a seguirlo e a tentare di comprenderne le drastiche risoluzioni, e con la madre, donna colta e coraggiosa. Arricchito da un dossier fotografico, Mio figlio il Che è un documento di straordinario interesse, che unisce alla eccezionalità della testimonianza la suggestiva ricostruzione di un momento cruciale della storia latinoamericana moderna.

Ernesto Guevara Lynch (1900-1987), nato a Buenos Aires, architetto, sposò nel 1927 Celia de la Sema, dalla quale ebbe cinque figli: Ernesto, Celia, Roberto, Ana Maria e Juan Martin. Fu direttore generale dell’industria petrolifera di Stato. Rimasto vedovo nel 1965, si risposò con Ana Maria Erra, dalla quale ebbe altri tre figli. Pur non militando in alcun partito politico, fu fin da giovane vicino alla sinistra argentina. Nel 1974 lasciò il proprio paese per stabilirsi a Cuba, dove vive tuttora la sua famiglia.

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