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L’Industria del Santino – Anno Santo ’75 Ovvero la Fede nel Profitto?

L’Industria del Santino – Anno Santo ’75 Ovvero la Fede nel Profitto?

Autore/i: De Lutiis Giuseppe

Editore: Guaraldi Editore

presentazione di Nazareno Fabbretti, introduzione dell’autore.

pp. 216, Rimini

La dinamica del processo di industrializzazione ha intaccato a fondo le tradizioni religiose nei paesi a tecnologia avanzata e quindi anche nel nostro. Ma in Italia, paese di grosse contraddizioni, resistono ancora forme arcaiche cristianesimo pagano che la Chiesa, pur tentando prudentemente di escludere dalla propria immagine, utilizza dal punto di vista liturgico ed economico. È una forma di mistificazione ideologica e di commercializzazione del sacro che sollecita a modi di partecipazione confessionale sempre più passivi. Manovrando abilmente la molla del bisogno di protezione, sempre presente nelle classi povere e non politicizzate, questo cattolicesimo deteriore è riuscito a impiantare un sistema organico di richieste e concessioni che porta al totale controllo di un intero settore della popolazione. La grazia istituzionale si sviluppa così come virtù autonoma e condizione di salvezza in cambio dell’obbedienza e della sottomissione all’autorità. Il povero diventa abbondante e docile materia prima; il giro di affari si allarga e, all’insegna del pietismo e del paternalismo, si sviluppa una vera industria della carità. L’orfano, il negretto, il diseredato vengono recuperati come Specchietti per le allodole e buttati sulla piazza con la stessa indifferenza con cui in altri campi del mercato dei consumi vengono utilizzati il nudo, il sesso e la giovinezza. Partendo dall’analisi di quegli imponenti supermarket del Sacro che sono i Santuari per concludere col «santino postale», l’ultimo e più raffinato espediente per «Capitalizzare» la devozione popolare che si basa sul principio squisitamente manageriale proprio delle nuove che tecniche di «mailing», la ricerca di De Lutiis è ben lontana dal ricalcare le orme del fanatico e sterile anticlericalismo dei primi del secolo, inducendoci ad una continua, sollecitazione politica, prima ancora che morale, che svolge ognuno di noi, credente o meno. E non a caso questa indagine – si può ben dire «dissacrante» – si apre ricostruendo il primo e più autentico boom del dopoguerra italiano: quello dei miracoli, nel 1948, alla vigilia delle prime elezioni politiche, e di madonne che si misero a lacrimare e a viaggiare da un capo all’altro della penisola, spaventate evidentemente dalla prospettiva che dalla Resistenza potesse nascere una società diversa con meno pellegrini e più giustizia.

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Dall’«industria» alla fede. Prefazione di Nazareno Fabbretti
Introduzione La fabbrica del pellegrino

  • Il boom dei miracoli
  • Lourdes ovvero il ciclo francese
  • La via mariana al miracolismo
  • L’autarchia nel Santuario
  • Indulgenze. Quanto costa non ammazzare l’eretico
  • Tre madonne meridionali
    • La Madonna dell’Arco
    • Siracusa
    • Pompei
  • San Gennaro e la concezione borbonica
  • Padre Pio: dalle stigmate al miliardo
  • Fratel Gino si fa le ossa
  • La concorrenza dei privati
  • Il demonio colpisce ancora
  • Il santino bussa sempre due volte
  • Reliquie. Le cinque mammelle di Sant’Agata

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