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I Celti in Italia

di
Editore: Longanesi & C.
Prezzo: € 20,00

Informazioni: introduzione dell'autrice. - pp. 162, 62 illustrazioni b/n f.t., Milano
Stampato: 2009-05-01
Codice: 978883041012

Anche l'Italia ha un passato celtico: i Celti non hanno dominato solo il panorama dell'Europa continentale, ma si sono inseriti, da età molto antica, nella storia della nostra penisola. Episodio chiave della loro presenza e la conquista di Roma nel 390 a.C., quando le tribù guidate da Brenno, dopo aver messo in fuga l'esercito romano, occupano la città per alcuni mesi. Da questo fulmineo attacco contro i «futuri dominatori del mondo» nasce un motivato interesse per questi popoli che gli storici di Roma chiamano Galli e sui quali ci hanno lasciato preziose informazioni. Attraverso le fonti letterarie antiche, i documenti linguistici, gli scavi archeologici, è possibile - e questo libro ne è una testimonianza - ricostruire la storia dei Celti in Italia, per un ampio arco cronologico che va dal VI al I secolo a.C. Il quadro che ne emerge documenta con particolare evidenza il processo di acculturazione delle principali tribù celtiche stanziate nella penisola: a sud del Po, i Senoni e i Boi (annientati dopo una lunga serie di guerre tra IV e II secolo a.C.); a nord del Po, i Cenomani e gli Insubri (integrati nel mondo romano nel I secolo a.C.).
Scopriamo così che l'adozione di manufatti e di modelli comportamentali propri del mondo peninsulare si accompagna, presso i Celti, alla conservazione di alcune tradizioni «nazionali», in particolare nel campo dell'armamento e dell'abbigliamento. E che, a buon diritte, si può parlare di una cultura celto-italica, nata dal contatto fra etnie differenti: un autentico «ponte» tra mondo transalpino e mondo mediterraneo, che oggi più che mai è opportuno conoscere.

Maria Teresa Grassi è professore di Archeologia delle Province Romane presso l'Università degli Studi di Milano. Ha partecipato, dal 1980, alle attività di ricerca, di studio e didattiche del Dipartimento di Scienze dell'Antichità, Sezione di Archeologia, in particolare agli scavi degli abitati romani di Angera (Va) e di Calvatone-Bedriacum (Cr), di cui è direttore dal 2005. I suoi interessi principali riguardano la romanizzazione della Cisalpina e i rapporti tra Celti e Romani; la cultura materiale di età romana, in particolare la ceramica, la numismatica, i rapporti tra centro e periferie nell'età imperiale romana, con peculiare riferimento all'Africa e alla Siria.
Dal 2007 e direttore della Missione Archeologica congiunta italo-siriana a Palmira.

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