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Il Meridiano

Ovvero come i due astronomi Pierre Méchain e Jean-Baptiste Delambre stabilirono la misura di tutte le cose

di
Editore: Longanesi & C.
Informazioni: traduzione di Olimpia Gargano, titolo originale: La Méridienne, collana: La Gaja Scienza n° 634, in copertina: Jean-Baptiste Delambre in un ritratto conservato all'Osservatorio di Parigi (part.). - pp. 380, Milano
Stampato: 2001-03-01
Codice: 978883041906

Sestario, mina, mezza mina, staio e oncia; pinte, mezze pinte, caraffe e boccali; tese, pollici e piedi del Perù... In Francia, alla fine del Settecento, regna una vera anarchia di pesi e misure, che comprende quasi ottocento nomi. Una situazione intollerabile per la cultura illuminista, che ha nella razionalità la prima regola. Solo determinando una misura universale "per tutti i tempi, per tutti gli uomini" sarà dunque possibile mettere ordine nel caos, abbattendo tra l'altro, secondo gli ideali rivoluzionari, l'ennesima forma di "diseguaglianza". E questa misura, chiamata metro, verrà ricavata dalla Terra stessa, misurando la Méridienne, il quarto di meridiano che da Dunkerque va a Barcellona, passando per l'Osservatorio di Parigi. Una vera rivoluzione nella Rivoluzione...
Così, nel Giugno del 1792, due carrozze partono dalle Tuileries, l'una diretta verso la cittadina sullo stretto di Calais, l'altra verso la città spagnola. A bordo, i due astronomi Jean-Baptiste Delambre e Pierre Méchain, incaricati dall'Assemblea Nazionale di effettuare la misurazione del "meridiano di parigi". Un compito che durerà sette anni e metterà a dura prova la loro tenacia e il loro coraggio: per eseguire le misurazioni, i due scienziati, infatti, dovranno servirsi di strumenti "all'avanguardia" per i complessi calcoli astronomici necessari; dovranno inerpicarsi sui picchi scoscesi e salire migliaia di gradini di campanili e torri; dovranno sfuggire a pericoli di ogni sorta, perchè i loro salvacondotti, firmati dal re Luigi XVI, li renderanno sospetti agli occhi del popolo, che finirà per considerarli addirittura due spie. Diversi saranno i destini di Delambre e Méchain: il primo potrà sempre contare sull'appoggio della comunità scientifica parigina; il secondo resterà invece isolato e, allo scoppio della guerra tra Francia e Spagna, finirà prigioniero a Barcellona...Ma soprattutto, dal carteggio tra i due, emergerà qualcosa che rischia di rendere vani i loro sforzi per definire la misura universale...
Arricchita da un'appendice che riproduce alcuni documenti originali del viaggio dei due scienziati, quest'appassionante "epopea del metro" ha la grandiosità del romanzo storico e, insieme, la piacevolezza di una "storia nella Storia", raccontata da Denis Guedj con il piglio felice già apprezzato nel Teorema del pappagallo.
 
Denis Guedj è nato nel 1940 a Sétif, in Algeria. Trasferitosi a Parigi nel 1957 per studiare matematica, partecipa attivamente alla contestazione studentesca del 1968; in quel periodo, grazie alla collaborazione con una serie di giornali, scopre la vocazione alla scrittura che lo porterà, nel 1987, a scrivere romanzi, il primo dei quali è proprio Il Meridiano (in Francia insignito del Prix de l'Institut), seguito, nel 1988, da La Révolution des Savants e L'impero dei numeri, apparso anche in Italia nel 1997. All'attività di scrittore e insegnante - attualmente è docente di Storia delle scienze all'università Paris VIII -, Guedj ha affiancato l'impegno nel campo del cinema e del teatro, nella convinzione che "anche i concetti possono dare emozioni: per questo li racconto e li metto in scena". E lo straordinario successo in Francia, in Germania e anche in Italia del Teorema del pappagallo gli ha dato ragione.

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