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Grecia Arcaica

di
Editore: Il Saggiatore
Prezzo: € 28,00

Informazioni: traduzione di Maria Stella Arena. - pp. 232, 55 tavv. a colori, 19 ill. b/n, 37 disegni b/n, 1 carta b/n, Milano
Stampato: 1967-10-01
Codice: 500000001826

Finché la civiltà occidentale rimarrà essenzialmente informata da principi umanistici, ogni nostro incontro con l’arte greca non sarà privo di profonde emozioni e scoperte illuminanti; che, forse, risultano tanto più vive se l’incontro avviene proprio con l’arte arcaica, interamente percorsa da movimenti di scoperta e da un laborioso rapporto dialettico tra la realtà del mondo e quella dell’uomo, due atteggiamenti assai vicini all’inquieta sensibilità contemporanea. Tutto ciò emerge con particolare chiarezza nella scultura e nella pittura dell’epoca, il cui grande protagonista è l’uomo. Ma se, di questo periodo, si conoscono generalmente i monumenti architettonici (spesso celebrati in ogni sorta di pubblicazione scolastica e divulgativa, e reperibili nei più famosi itinerari turistici), della scultura e della pittura è noto un panorama assai più frammentario, per la scarsità delle opere stesse, tutte disperse, inoltre, nei musei del mondo intero. Trovarne qui raccolte le riproduzioni, disposte secondo la loro sequenza storica, corredate delle indispensabili notizie archeologiche e di una opportuna esegesi critica, permette di ricostruire un processo irripetibile della coscienza umana: quello che si svolse tra l’800 e il 500 a. C. nei centri ormai fiorenti delle diverse città greche, attraverso un’intensa elaborazione spirituale del pensiero filosofico e un altrettanto teso sviluppo delle conquiste tecniche. Il passaggio dalle raffigurazioni geometriche, fortemente stilizzate, a quelle che si propongono come memoria assoluta di qualità essenziali (secondo un’elaborazione sensibile dell’idea platonica), prelude a un momento di grazia dell’arte greca, situabile negli ultimi decenni del VI secolo. È allora che la figura umana, perduta l’immemore, enigmatica felicità dei sorridenti volti arcaici, acquista peso, volume, vita, e soprattutto si colloca, entro la sua realtà storica, in un atteggiamento che oggi definiremmo «esistenziale». L’Aiace di Exekias, nella sua tragica solitudine di fronte alla morte, o le assolute profondità marine sulle quali si regge la nave nel Viaggio di Dioniso, o il passo leggero e morbido dell’Arciere, tuttavia vigile al pericolo, nel gesto pronto a impugnare l’arco, sono la testimonianza di una presa di coscienza fondamentale nella storia dell’uomo: la consapevolezza del suo destino mortale, al quale gli dei l’hanno abbandonato, e del quale deve affrontare con dignità, fra gli altri uomini, le scelte possibili e i colpi più duri.
E pare un miracolo che un cosi terribile tema sia stato espresso con tanto compiuta e sobria bellezza formale: la rappresentazione non ne risulta che più sublime e toccante, come raramente si attuò in seguito, nell’arte umana di tutti i tempi. Tutto ciò, come abbiamo detto, risulta da quel poco che è rimasto: la pittura, ad esempio, è unicamente quella eseguita sui grandi vasi »spesso urne cinerarie »che ci sono pervenuti perché custoditi nelle sepolture, e cosi molti piccoli bronzi; mentre la statuaria in marmo, che ci ha offerto una messe tanto ricca per quanto riguarda l’età classica, è assai scarsamente testimoniata nell’epoca arcaica, spesso da pezzi recentemente rinvenuti, i cui frammenti, smembrati in luoghi diversi, sono stati laboriosamente riaccostati dalla sagace opera degli archeologi.
Altro merito del presente volume è di rendere conto di queste ricostruzioni, che colmano lacune essenziali nel panorama artistico dell’epoca.

Ernst Homann-Wedeking insegna archeologia, dal 1959, all’Università di Monaco. Nato nel 1908, è docente universitario dal 1950, successivamente a Francoforte e ad Amburgo. Dirige il Museo di Monaco di calchi di opere classiche.
Fra le sue opere più importanti, sono note: Archaìsche Vasenornamentik in Attika, Lakonien und Ostgriechenland (1938), Die Anfänge der griechischen Grossplastik (1950), entrambe esaurite.
Ha collaborato a riviste specialistiche, e soprattutto alla «Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts», con scritti apparsi sia nella «Athenische Abteilung», sia nella «Römische Abteilung». Ha collaborato all’Enciclopedia dell’arte antica, classica e orientale (Roma 1958).

Il volume è disponibile in copia unica

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