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I Fondamenti del Misticismo Tibetano - Secondo gli Insegnamenti Esoterici del Grande Mantra Om Mani Padme Hum

Titolo originale: Foundations of Tibetan Mysticism

di
Editore: Ubaldini Editore
Informazioni: unica edizione, prefazione dell'autore, tavole fotografiche di Li Gotami, traduzione di Maria Chiara Celletti. - pp. 316, 1 tavola b/n f.t., numerose illustrazioni b/n, Roma
Stampato: 1972-10-01
Codice: 500000005840

Dalla prefazione:

«L'importanza della tradizione tibetana per il nostro tempo e per lo sviluppo spirituale dell'umanità è dovuta al fatto che il Tibet è il nostro ultimo legame vivente con le civiltà di un lontano passato. I culti misterici dell'Egitto, della Mesopotamia e della Grecia, degli Incas e dei Maya, sono periti con la distruzione delle loro civiltà e, se si toglie qualche frammento sparso, sono perduti per sempre.
Le antiche civiltà dell'India e della Cina, pur se ben conservate nella loro arte e letteratura, e pur se ancora restano accese qua e là sotto le ceneri del pensiero moderno, sono ricoperte e compenetrate da tanti strati di differenti influenze culturali che è difficile, se non impossibile, separare i vari elementi e riconoscere la loro natura originale.
Il Tibet, grazie al suo naturale isolamento e alla sua inaccessibilità (rinforzata dalle circostanze politiche degli ultimi secoli) è riuscito non solo a preservare ma a mantenere in vita le tradizioni del remotissimo passato, la conoscenza delle forze nascoste dell'anima umana e le somme conquiste e gli insegnamenti esoterici dei santi e dei saggi indiani.
Ma nel turbine degli avvenimenti che trasformano il mondo, a cui nessuna nazione della terra può scampare e che trascinerà anche il Tibet fuori del suo isolamento, queste conquiste spirituali andranno perdute per sempre se non diventeranno parte integrante di una futura civiltà superiore dell'umanità.
Anticipando il futuro, Tomo Géshé Rimpoché (tro-mo dge-bśes rin-po-che), uno dei sommi maestri spirituali del Tibet moderno e un vero maestro della visione interiore, lasciò il suo remoto eremitaggio sulle montagne, in cui aveva praticato la meditazione per vent'anni, e proclamò che era venuto il momento di aprire al mondo i tesori spirituali celati e custoditi nel Tibet per più di mille anni. Infatti l'umanità si trova al crocevia delle grandi decisioni: davanti a sé ha la Via del Potere, attraverso il controllo delle forze della natura - una via che conduce alla schiavitù e all'autodistruzione - e la Via dell'Illuminazione, attraverso il controllo delle forze dentro di noi - che porta alla liberazione e all'autorealizzazione.»

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