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Jnana-Yoga

Lo yoga della conoscenza

di
Editore: Ubaldini Editore
Prezzo: € 22,00

Informazioni: prefazione all'edizione italiana di Swami Nityabhodananda, unica traduzione integrale autorizzata di Lionello Stock. - pp. 280, Roma
Stampato: 1963-05-20
Codice: 500000002843

Swami Vivekananda, il grande e nobile spirito, amato in Oriente e in Occidente come colui che ha ringiovanito l'Induismo e predicato le sue eterne verità, nacque il 12 gennaio 1863 da famiglia aristocratica di casta Kshatriya.
Il suo nome era Narendranath (Narendra), e Datta il nome della famiglia, nota a Calcutta per la ricchezza, lo slancio filantropico, la cultura e l'indipendenza di spirito.
Negli anni della prima giovinezza, Narendra si compiacque di manifestare un certo materialismo, e parve più incline a coltivare il vigore fisico che la meditazione. Ma l'incontro con Ramakrishna fu la «via di Damasco». Dalle ceneri del giovane Narendra nasceva rigenerato il profeta Vivekananda che in una breve e folgorante esistenza compiva un'opera imperitura. A 39 anni, il 4 luglio 1902, Vivekananda muore in un'intensa meditazione.
In quest'anno in cui ricorre il centenario della nascita, le opere del Maestro vengono per la prima volta presentate in Italia in una degna edizione, e i suoi fecondi insegnamenti sono raccolti con organico criterio nei due libri: «Jnana Yoga» (lo Yoga della conoscenza) e «Gli Yoga pratici» (Bhakti-Yoga, Karma-Yoga, Raja-Yoga).
L'approccio a queste opere recherà grande sorpresa a più di un lettore, fuorviato finora dalle reiterate manomissioni a cui è stata sottoposta una dottrina che si è creduto di poter apprendere e divulgare in modo approssimativo e facilone.
Sentiamo ciò che dice in proposito Romain Rolland, che di Vivekananda e Ramakrishna è il miglior biografo: «Il nome Yoga è stato compromesso in Occidente da tutti i ciarlatani e imbroglioni che ne hanno fatto un uso degradante.
Poichè questi metodi mentali, fondati su una geniale psico-fisiologia, la cui sperimentazione è stata proseguita per secoli, assicurano a colui che li assimila una padronanza spirituale che necessariamente gli comunica (senza nulla di misterioso) potenti mezzi di azione (uno spirito sano e pieno è la leva di Archimede: trovate in il punto di appoggio e solleverà il mondo), è proprio su quei mezzi - reali o supposti - che si è logorato il pragmatismo interessato di migliaia di gonzi.
«I veri yoga vedantici, come li espone nei suoi trattati Vivekananda, sono una disciplina dello spirito, così come l'hanno ricercata i nostri filosofi occidentali, al fine di incamminarsi, per la via diretta, verso la verità. E questa via diretta esattamente come in Occidente, è quella della esperienza e della ragione». Romain Rolland.

È lo yoga della conoscenza; esso insegna la divinità dell'uomo, la non-dualità della divinità, l'armonia delle religioni e l'unità di tutto ciò che esiste.

«Il nome "Yoga" è stato compromesso in Occidente da tutti i ciarlatani e imbroglioni che ne hanno fatto un uso degradante. I veri "Yoga-vedantici", come li espone nei suoi trattati Vivekananda, sono una disciplina dello spirito, così come l'hanno ricercata i nostri filosofi occidentali, al fine di incamminarsi, per la via diretta, verso la verità. E questa via diretta, esattamente come in Occidente, è quella della esperienza e della ragione». (Romain Rolland)

Swami Vivekananda, il grande e nobile spirito, amato in Oriente e in Occidente come colui che ha ringiovanito l'Induismo e predicato le sue eterne verità, nacque il 12 gennaio 1863 da famiglia aristocratica di casta Kshatriya. Il suo nome era Narendranath (Na­ren­­dra), e Datta il nome della famiglia, nota a Calcutta per la ricchezza, lo slancio fi­lantropico, la cultura e l'indipendenza di spirito. Negli anni della prima giovinezza, Na­rendra si compiacque di manifestare un certo materialismo, e parve più incline a coltivare il vigore fisico che la meditazio­ne. Ma l'incontro con Ramakrishna fu la sua "via di Damasco". Dalle ceneri del gio­vane Narendra nasceva rigenerato il profeta Vivekananda che in una breve e folgorante esistenza compiva un'opera im­peritura. A 39 anni, il 4 luglio 1902, Vi­­ve­kananda muore in un'in­­ten­sa me­di­ta­­zio­ne.

Il volume è disponibile in copia unica

Libro che può recare eventuali tracce d'uso.

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