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Storia del Talmud

Proibito, censurato e bruciato: il libro che non è stato possibile cancellare

di
Editore: Bollati Boringhieri Editore
Prezzo: € 24,00

Informazioni: prefazione e introduzione dell'autore, traduzione di Gadi Luzzatto Voghera. - pp. 304, Torino
Stampato: 2016-01-01
Codice: 978883392732

Tutti sanno chi era Paolo di Tarso, pochi invece conoscono il suo contemporaneo Yohanan ben Zakkai. Eppure entrambi, a modo loro, hanno dato l’avvio a una nuova religione, e entrambe queste religioni (cristianesimo e ebraismo moderno) sopravvivono ancora oggi. Nel I secolo d.C. Yohanan era nella Gerusalemme assediata dalle armate di Tito. Poco prima dell’attacco romano riuscì a scappare dalla città e a farsi ricevere dall’imperatore, al quale chiese il permesso di istituire una scuola nel “vigneto di Yavneh”. Tito glielo concesse, e fu così che iniziò a svilupparsi l’ebraismo dei rabbini, il quale, modificato nei secoli, è di fatto quello di oggi. Il nucleo di questa dottrina è una quasi infinita serie di discussioni tra saggi, durata cinque secoli, nella quale quasi sempre contano più le domande e le argomentazioni che le risposte. Quando questa immensa tradizione orale venne messa per iscritto, divenne il Talmud: 37 volumi di dispute serrate tra saggi rabbini praticamente su ogni cosa. Scritto in due lingue (ebraico e aramaico), con uno stile tutto meno che lineare, il Talmud (nelle sue due versioni, babilonese e palestinese) è oggi considerato una delle opere più complesse che esistano e il fondamento stesso dell’ebraismo. La sua storia è un tutt’uno con la storia degli ebrei. Harry Freedman ci regala una breve, efficace e godibile “biografia” di questo libro incredibile, che di vicissitudini ne ha passate davvero molte. Dalle sue origini mesopotamiche al rapporto con gli arabi, dall’incontro coi cristiani alle dispute medievali, dal commento di Rashi alla prima versione a stampa pubblicata a Venezia, passando attraverso i molti roghi che tentarono di arginarne l’insegnamento, le condanne papali, e poi l’Illuminismo, l’Ottocento e la Notte dei Cristalli. Il Talmud - questo libro sconosciuto - ne esce come uno dei più nascosti ma potenti punti di origine della modernità, nonostante sia stato a lungo temuto, bruciato, ostracizzato e ben poco studiato dai non ebrei. Eppure al Talmud, nelle diverse epoche, si sono ispirati in moltissimi, spesso senza saperlo.

«La storia del Talmud è la prova di quel che può accadere, nel bene e nel male, quando la letteratura propria di una cultura viene in contatto, a volte in conflitto, con le credenze e i valori di un’altra cultura. Ma mostra anche le conseguenze che si manifestano su una società chiusa e autonoma quando i suoi testi fondamentali entrano in relazione con nuove idee provenienti dall’esterno».

Harry Freedman è uno scrittore indipendente. Ha conseguito un Ph.D. sull’antica traduzione aramaica della Bibbia. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo The Gospels’ Veiled Agenda. Revolution Priesthood and the Holy Grail (2009). Ha firmato contributi per la Encyclopedia of Modern Jewish Culture (Oxford University Press) e scrive per «Jewish Chronicle», «Jewish Quarterly», «Judaism Today» e «Huffington Post». Presso Bollati Boringhieri è uscito Storia del Talmud. Proibito, censurato e bruciato. Il libro che non è stato possibile cancellare (2016).

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