Libreria Editrice OssidianeLibreria Editrice Ossidiane

La Donna nella Cina Imperiale

di
Editore: SugarCo Edizioni
Prezzo: € 21,00

Informazioni: traduzione di Aldo Lualdi. - pp. 320, nn. tavv. a colori e b/n, nn. ill. b/n, Milano
Stampato: 1991-06-01
Codice: 978887198092

La Cina da sempre esercita un suo fascino particolare, come ha ad esempio testimoniato il successo del film L'ultimo imperatore. Ma che cosa si conosce dell'antica Cina, la Cina imperiale che durò più di duemila anni, dal 221 a.C. al 1911? E che cosa si sa delle donne? «Fiore di Loto» e «Mulan»: due archetipi della donna cinese. La prima è come veniva vista dagli occidentali: sottomessa, fragile, sempre disponibile, esperta nelle arti erotiche, donna-oggetto; la seconda è la combattente, la Giovanna d'Arco delle pianure dello Shantung, che nel VI secolo si arma per lottare contro i barbari e poi, ottenuta la vittoria, riprende il suo posto davanti al telaio nella casa paterna, Due immagini contrastanti, due poli della condizione delle donne negli oltre duemila anni della Cina imperiale, ma anche due clichés troppo riduttivi. Infatti, la storia di questa condizione è segnata dalla violenza. Una violenza sotterranea, che esplode bruscamente, regolarmente, e di cui la donna è spesso la miccia.
Ai suoi inizi la società cinese funziona bene, ognuno ha un suo posto ben definito: l'uomo è yin, aperto verso l'esterno, verso la vita sociale, e a lui tocca il compito di coltivare e cacciare; la donna è yang, rivolta verso l'interno, la casa, ed è lei che si occupa del ménage familiare, dell'allevamento del baco da seta, della tessitura e della fabbricazione dei vestiti (anche se non è uno schema così fisso, come testimonia la storia di Fu Hao, regina dell'età del bronzo - XIII secolo a.C. - a un tempo guerriera e madre di famiglia). E con la nascita dell'impero che la condizione della donna cinese cambia. Il principio della separazione tra i sessi si fa più duro, la donna viene sempre più esclusa dalla vita pubblica, economica, sociale, sempre più confinata in casa e, infine, privata di qualsiasi istruzione.
Termina la monogamia, nascono gli harem, vere e proprie città all'interno dei palazzi, comunità in cui fioriscono intrighi, odi, vendette sanguinose. La donna è ormai confinata. Si rassegna a questo ruolo, a questo asservimento fatto di delicatezza e di crudeltà e che raggiunge il culmine nella fasciatura dei piedi, inventata verso il 950 e che continuerà quasi regolarmente fino al 1912 - raffinatezza erotica suprema per l'uomo cinese, ma tortura mutilante per generazioni di donne. Tuttavia, dice un detto cinese, «Quando un uomo è forte, non lo è per sempre, quando una donna è forte, è invincibile»: così, da queste ombre (non solo celate all'interno delle case, ma anche dissimulate tra le righe dei testi storici redatti da autori confuciani che sembrano voler negare l'esistenza stessa dell'«altra metà del cielo») emergono figure indimenticabili.

«La Cina, con i suoi cinquemila anni di civiltà, e il suo dilagare nello spazio oltre che nel tempo, è un grande mistero. Ma il mistero dei misteri e la donna cinese. Essa infatti si cela completamente dietro la storia dell'Impero di Mezzo che è solo un eterno gioco di potere tra gli uomini, sparisce totalmente dalla società feudale in cui le donne sono considerate fantasmi di volpi e sono escluse da ogni ambito politico. La donna cinese può vivere solo all'ombra degli uomini e può essere citata nelle leggende solo quando ha servito eroicamente il suo uomo. E soltanto un'immagine: dolce, tenera, sensuale, erotica, per non dire sottomessa, pronta a soddisfare i minimi desideri maschili... Ma ecco che Danielle Elisseeff, archeologa di talento, brillante studiosa dell'Estremo Oriente (legge direttamente in cinese), ci svela il segreto: è solo per paura che gli uomini hanno rifiutato di riconoscere alle donne il loro vero ruolo... Da Fu Hao, regina dell'età del bronzo, alla temibile imperatrice Tzu Hsi (la leggendaria Cixi) ; dal mito della società matriarcale alle donne di perdizione; dalla sposa del principe Huang alla principessa dal sudario di giada; dai particolari più deliziosi agli avvenimenti più sconvolgenti, questo libro ci offre un'immagine totalmente diversa da quella che noi abbiamo delle donne cinesi e ci invita a riflettere...» (Ya Ding, autore di Le Sorgho rouge).
«Imperatrici assetate di potere, seduttrici nell'harem, tranquille borghesi, inquiete abitatrici di conventi, raffinate poetesse, affascinanti guerriere e contadine oppresse: dal supplizio dei piedi fasciati ai rapporti amorosi, un affascinante universo viene svelato ai nostri occhi» («La Revue du Gran Livre du Mois»).
«Che sia imperatrice, concubina o semplice contadina, la donna cinese ha sempre dovuto lottare per imporsi e sopravvivere. Semplice oggetto di piacere erotico per l'uomo, è destinata all'ombra, talvolta alla morte... Una testimonianza appassionante» («Elle»).

Danielle Elisseeff, paleografa, diplomata in lingue orientali, laureata in studi estremo-orientali, e una delle principali esperte di storia e archeologia cinesi, su cui ha scritto numerosi saggi.

Libro usato disponibile in copia unica

Libro che può recare eventuali tracce d'uso.

Aggiungi al carrello - Add to Cart Modalità di acquisto Torna alla pagina dei risultati
21,00 new EUR in_stock