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I Romani di Bartolomeo Pinelli

I Romani di Bartolomeo Pinelli

Autore/i: Massani Giuseppe

Editore: Italia Universale Editrice d’Arte

tavole di Bartolomeo Pinelli, testi di Volfango Goethe, Gioacchino Belli, Edmond About, Cesare Pascarella, commento di Domenico Lombrassa.

pp. 96, numerose tavole ripiegate b/n, Roma

Bartolomeo Pinelli, romano de Roma, nacque in Trastevere nel 1781. In una città di poco più di centocinquantamila abitanti, i trasteverini rappresentavano il seme purissimo della razza quirite. Si sentivano discendenti diretti dei grandi antichi romani e come tali si comportavano, fieri, orgogliosi, pronti di mano e di coltello con chi mancasse loro di riguardo. Le donne erano bellissime e i pittori, primo fra tutti Raffaello, le prendevano a modelle. Figlio di uno scalpellino e modellatore di figurine in gesso, Bartolomeo si trovò ad avere animo e fantasia, e insieme, arte, per alzare il suo canto, appassionato ed entusiasta, al popolo romano, ai suoi usi e costumi, ai suoi odi ed amori. Cosi abbiamo oggi la ventura di avere una documentazione completa e affascinante della vita del popolo nella Roma dei primi dell’800.
Perche è Pinelli, popolano di nascita, non ci descrive che il popolo, mentre signori e monsignori, portantine e cocchi servono solo ad animare il paesaggio e a fare da coro. Si sentiva plebeo, ed era un aristocratico. Guardate i suoi personaggi, tutti eroici, tutti statuari. Gli uomini modellati sui Dioscuri, le donne sulle Livie romane. Fu di una attività prodigiosa, migliaia di incisioni, di disegni, di acquerelli. Lavorava in via Sistina, in uno studio la cui decorazione maggiore era un teschio con la scritta:”Tutto Finisce”.
La sua opera è in sintonia perfetta con gli scrittori dell’epoca. Quale migliore, più stupenda illustrazione per la “corsa dei bàrberi”, narrataci da Volfango Goethe, della incisione omonima del Pinelli? Cosi per Gioacchino Belli, per il Pascarella, per il parigino About; e, cosa veramente straordinaria, lo stile e la interpretazione dei fatti e delle persone è la stessa, sia nel Pinelli che in questi poeti e scrittori, quasi che tutti vedessero con lo stesso occhio, e con lo stesso animo.
Per dare ai nostri lettori una visione in profondità del Pinelli, e,  nel contempo, per rendere il volume più tratto moderno e interessante, abbiamo tratto dalle tavole i particolari e i dettagli più significativi. Ne vien fuori quasi un altro Pinelli, più delicato, a volte, più minaccioso e violento, altre.
Un grande popolano romano, uno straordinario pittore della sua gente, un misantropo, un generoso.
Sentendosi in fin di vita pennellò nel suo studio questa epigrafe: “Morto è Pinelli, e la sua tomba è il mondo”.

Questo volume è stato impaginato da Serafino Mario Rap composto e stampato dall’antica Tipografia Centenari-Le riproduzioni fotolitografiche d’arte sono state eseguite dai Fratelli Beniamini-La carta è stata appositamente fabbricata dalle cartiere Fedrigoni di Verona-La rilegatura in tutta tela è opera della Legatoria Torriani.

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