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E li Chiamano Disabili • Storie di Vita Difficili, Coraggiose, Stupende

E li Chiamano Disabili • Storie di Vita Difficili, Coraggiose, Stupende

Sedici storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio della non-rassegnazione.

Autore/i: Cannavò Candido

Editore: Rizzoli

prefazione di Wlter Veltroni, appendice a cura di Claudio Arrigoni, in copertina «Simona Atzori» fotografia di Gabriele Rigon.

pp. 258, nn. tavole a colori f.t., Milano

“Penso talvolta che i veri limiti esistono in chi ci guarda.”
(Simona Atzori – ballerina, nata senza braccia)

Candido Cannavò appartiene a quella generazione di giornalisti che sanno cogliere, in ogni aspetto, in ogni zona della materia sulla quale intendono scrivere, la profondità e la densità dei sentimenti, delle emozioni, di quei valori che muovono il nostro animo come il vento increspa le onde dell’acqua.
Candido Cannavò sa raccontare, sa usare la parola e la frase con una musicalità da incantatore. […] Assieme alle motivazioni che lo hanno spinto a scrivere questo libro, troverete quella capacita di incuriosire, di affascinare noi lettori, di prenderci sottobraccio e convincerci, in poche righe, a compiere con lui il viaggio dentro la storia che ci sta per raccontare.
Ed è, questo viaggio, una storia nobile.
Nobile perché non solo nasce da una consapevolezza dolorosa, ma perché questa consapevolezza è vissuta attraverso un prezioso ribaltamento, quello per cui l’esplorazione del mondo dei disabili non deve essere vissuta attraverso lo stereotipo di un viaggio nel dolore e nell’angoscia, ma che questo andare può trasformarsi in un’esplorazione alla ricerca della bellezza e della forza vitale espressa dal mondo dei diversamente abili. […]
La forza etica delle storie raccontate da Cannavò sta proprio nella considerazione della diversità fatta senza pietismo, affrontata con quella franchezza e quella civiltà che rendono intenso e profondo il mestiere di scrivere.
Perché i personaggi, le storie, le parole di questo libro ci impongono il rispetto e l’attenzione verso chi, da una posizione differente e svantaggiata, ci dimostra di essere in grado di insegnarci volontà e forza vitale, quella forza che è in tutto e per tutto una risorsa preziosa per la nostra società, per la nostra consapevolezza di esser umani.

Candido Cannavò è nato a Catania nel 1930. Ha iniziato la sua carriera di giornalista presso il quotidiano della sua città “La Sicilia” nel 1949, occupandosi di sport ma anche di importanti problemi sociali e di costume. Il suo nome è strettamente intrecciato a quello della “Gazzetta dello Sport”, di cui è stato direttore dal 1983 al 2002, facendola diventare il più diffuso quotidiano sportivo d’Europa. Nel luglio del 2005 ha festeggiato il 50° anniversario della sua prima firma sul giornale per il quale ha seguito i maggiori avvenimenti sportivi mondiali e dieci Olimpiadi.
Nel 1996, durante i Giochi di Atlanta, il ciò gli ha conferito l’ordine olimpico. Nel 1998 ha ricevuto il prestigioso Premio Ischia per il giornalismo. Il suo primo libro, il best seller Una vita in rosa, ha ottenuto nel 2003 il Premio Chianciano, sezione autobiografia, e il secondo, Libertà dietro le sbarre, nel 2004 ha ricevuto un riconoscimento speciale nell’ambito del premio letterario e giornalistico Ernest Hemingway.

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