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Il Cranio di Ossidiana - Meditazione sulla Morte di Picasso e sulla Vita delle Forme

Titolo originale: La Tête d'Obsidienne

di
Editore: Garzanti Editore
Prezzo: € 25,00

Informazioni: prima edizione, traduzione dal francese di Sandro d'Alessandro e Giovanni Mariotti. - pp. 192, 47 tavole b/n f.t., Milano
Stampato: 1975-08-01
Codice: 500000006867

La posta evidente del gioco era stata vinta da tempo: Picasso era un grande pittore, e era ricco. Che cosa voleva dimostrare la frenetica attività dei suoi ultimi anni? Cosa poteva venire di nuovo da lui? La gloria è spesso una vasta forma di oblio. A Avignone la folla si accalcava nella sala del Palazzo dei Papi per vedere le ultime opere dell'artista. Esse sembravano nascere per i gesti di una mano sonnambula alla quale fosse concessa ormai ogni libertà. Trasformare tutto in oro: non era forse questa l'ultima stregoneria di Picasso? Nell'opinione di molti una forza manifestatasi tanti anni prima si andava, in quelle immagini, ripetendo e esaurendo. Era veramente così? Quando si placò per sempre - nella casa sopra Cannes Picasso aveva lavorato sino all'ultimo giorno - quell'energia lasciò alle sue spalle, nel silenzio dell'atelier, le tracce convulse dell'ultima eruzione: lava ancora calda che André Malraux contempla e tasta, ne Il cranio di​ossidiana, aggirandosi per le
stanze piene e vuote di Mougins, tra un caos di tele e di statue, in un pulviscolo di luce, pensieri, ricordi, sotto gli occhi tutelari di Jacqueline Picasso. Il cranio di ossidiana è una celebrazione dell'arte del secolo pronunziata davanti alle spoglie del più grande artista del secolo; una meditazione - su Picasso, sulla sua morte, sulla vita delle forme - nutrita di quel lirismo superbamente demagogico che molti detestano nell'ultimo Malraux (ma che, da Bossuet a Chateaubriand, costituisce una delle tradizioni capitali della letteratura francese). Il genere dell'orazione funebre, così ridotto nella pratica moderna, ritrova in queste pagine la sua intensità e la sua severità. Inoltre, la celebrazione mostra qui di saper assolvere ai compiti dell'analisi. Un Picasso nuovo ci viene incontro da queste pagine; le opere di cui più si parla, ne Il cranio di ossidiana, non sono le più divulgate; è il Picasso scultore, è il Picasso spasmodico delle ultime stagioni che Malraux splendidamente difende, illustra, giustifica; non l'artista di una gioventù blu e rosa, non l'annunciatore dell'ordine cubista, ma lo scatenato creatore di forme che, in un'opera colma di derisioni, seppe esprimere il sacro di un'epoca senza Sacro. Il museo dell'uomo contemporaneo - quello che Malraux chiama il museo immaginario - si è infinitamente dilatato dai tempi di Cézanne: esso include ormai non solo le arti dell'occidente, le arti orientali, quelle arcaiche, ma anche l'esplosivo, irriducibile pandemonio delle arti selvagge (Africa, Oceania...); più di ogni altro, Picasso ha, con la sua opera, mediato e giustificato per noi quegli stili, di paura ed esorcismo; commemorando lui, Malraux commemora l'occhio di un secolo e quel che l'occhio vide.

André Malraux, narratore e saggista francese, è nato a Parigi nel 1901. Scrittore fra i più «impegnati» di Francia, per lunghi anni comunista, ha sempre affrontato, personalmente e nei suoi romanzi, i grandi eventi del nostro secolo: la rivoluzione cinese, la guerra di Spagna, la resistenza al nazismo. Nel dopoguerra si legò idealmente a De Gaulle, del quale è stato a più riprese ministro.
Tra le sue opere ricordiamo: I conquistatori del 1928, La condizione umana del 1933, pubblicata in edizione economica da Garzanti, La speranza del 1937 e Antimemorie del 1966.

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