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Fiabe di Luna - Simboli Lunari nella Favola, nel Mito, nella Scienza

di
Editore: Rusconi
Informazioni: prima edizione, introduzione dell'autore, collana: Problemi Attuali. - pp. 228, ill. a colori e in b/n, Milano
Stampato: 1986-06-01
Codice: 978881801010

Questo libro sostiene una tesi sorprendente e, pagina dopo pagina, la rende accettabile e infine inevitabile: le fiabe - in particolare quelle dei Grimm - sono ispirate al ciclo mensile della luna, ne narrano la vicenda, ne adottano il lessico. L'astro che illumina le notti, la luna crescente o calante, e soprattutto la luna cinerea dei noviluni, traspare attraverso i personaggi fiabeschi e dà senso alle loro curiose storie. Presenza costante nelle favole di tutti i popoli, la luna appare, sotto infiniti volti, nella mitologia greca; come annuncio di Resurrezione, porta la novella cristiana Ergo annuntiavit luna mysterium Christi, diceva sant'Ambrogio; e infine, le stesse fiabe scientifiche adottano il puntuale e circolare stile lunare. Sermonti rievoca storie della luna esquimesi, boscimani, ottentotte, russe e inglesi; analizza i miti lunari evocati nelle storie di Medea, Prometeo, Edipo, Romolo, Eva, Maria, i re Magi, tra le altre; svela i significati nascosti nelle «fiabe del novilunio», come Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Pelle d'Asino, Cenerentola, Hansel e Gretel. «La luna è una viva parte di noi - conclude Sermonti - situata nella lontananza. È una maniera del nostro pensiero, una forma della logica».

Giuseppe Sermonti, genetista dal 1950 presso l’Istituto Superiore di Sanità in Roma, ha fondato la genetica dei microrganismi produttori di antibiotici e ha presieduto la International Commission for Genetics of Industrial Microorganisms. Nel 1964 vince una cattedra di Genetica e nel 1970-71 presiede l’Associazione Genetica Italiana. Nel 1980 è eletto alla vicepresidenza del XIV Congresso Internazionale di Genetica a Mosca. Lo stesso anno è chiamato alla direzione della Rivista di Biologia (fondata nel 1919). In quel periodo inizia la sua critica allo Scientismo e all’Evoluzionismo darwiniano, che lo isola dall’establishment accademico. Nel 1982 l’Accademia Pontificia lo invita a partecipare a un gruppo di lavoro sull’Evoluzione dei Primati. Nel 1986 è tra i fondatori, a Osaka, del gruppo degli Strutturalisti dinamici, di cui la Rivista di Biologia diviene l’organo. Alla ricerca dei significati non utilitaristi della scienza, indaga e scopre leggi naturali e tecniche chimiche nelle fiabe del focolare. Scrive e rappresenta drammi sui protagonisti della scienza. Nel 2004 riceve il Premio per la Cultura della Vicepresidenza del Consiglio, per le sue ricerche e critiche scientifiche.

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