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La Psicologia del Transfert • Commentata con l'Ausilio di 12 Illustrazioni Alchimistiche

Per Medici e Psicologi Pratici

di
Editore: Il Saggiatore
Prezzo: € 40,00

Informazioni: prima edizione italiana, premessa dell'autore, traduzione di Silvano Daniele, titolo originale: Die Psychologie der Übertragung. - pp. 192, 12 illustrazioni b/n, Milano
Stampato: 1962-01-01
Codice: 500000006195

Fin dal suo apparire (1946), questo libro fu giudicato una tappa fondamentale così per la teoria come per la terapia psicologica. Nel suo dissenso dal freudismo, Jung era qui arrivato ad affrontare uno dei punti in apparenza più paradossali della dottrina del Maestro: il transfert, cioè quel rapporto effettivo, di resistenza o di dipendenza, che si instaura tra il paziente e il medico nel corso del trattamento psicoanalitico. Può essere simbolico che sia proprio il transfert a fornire all'ex-discepolo l'argomento per l'ultima discussione con Freud. Non si può considerare guarita una nevrosi che ha semplicemente convertito i suoi sintomi in un attaccamento nevrotico allo psicoterapeuta. La contraddizione di un metodo di cura che genera a sua volta un nuovo aspetto della malattia mette in moto questo libro di Jung e gli permette di concertare il senso di tutte le ricerche e acquisizioni consegnate alle opere precedenti. Segnatamente quello di Psicologia e alchimia. Si sa che il processo alchimistico, per Jung, non è solo l'iter del processo di individuazione, della cosiddetta «integrazione dell'ombra», ma anche del processo di congiunzione con gli altri e col mondo. Ora, l'incontro tra l'Io e il Tu, che si celebra nel transfert del paziente verso il medico, è appunto la rappresentazione simbolica dell'incontro tra due esseri umani sullo sfondo delle grandi strutture espresse dalla dialettica tra l'eterno e il tempo, l'universale e l'individuale, il positivo e il negativo, il bene e il male. Il transfert deve dilatarsi nella relazione cosmico-erotica del Misterium conjunctionis. Così la Psicologia del transfert ricapitola e innova in un intreccio, in un riverberarsi sinfonico, i grandi temi a volta a volta emersi dalle pregnanti investigazioni di Jung. Questa volta il discorso si fa serrato, non perde mai di vista il motivo centrale e conduttore, ordina panoramicamente un «tutto Jung», che finora sembrava fuggire alle ricapitolazioni, ai sommari, ai tentativi di riassumerlo. Per tal modo, la Psicologia del transfert, ultimo idealmente della serie dei grandi libri junghiani, ha anche la lucidità estrema di un testamento, generoso di lasciti ancora da mettere a frutto.

Figlio di un pastore protestante, Carl Gustav Jung (1875-1961), è nato nel Cantone di Turgovia, ha studiato medicina a Basilea; nel 1900 era assistente nella clinica psichiatrica di Burghölzli a Zurigo, dove lavorò sotto la guida di Bleuler. Nel 1907 Freud viene a conoscenza che Bleuler e Jung si interessano alle sue teorie, rimaste fino a quel momento senz'eco. L'anno seguente, si tiene a Salisburgo il primo Congresso di Psicanalisti, si fonda una rivista, della quale Jung è caporedattore; un anno dopo (1910), si costituirà la Società internazionale di Psicanalisi con Jung a presidente. Il grande dissidio data dal terzo Congresso (1911) e fin dal 1912, nel libro Metamorfosi e simboli della libido, Jung critica come troppo anguste le concezioni freudiane. Se poi egli ha dato alle proprie dottrine il nome di psicologia analitica, l'intenzione era di riconoscere un debito verso Freud, che tuttavia protesterà non avendo ottenuto da Adler e Jung la rinuncia al nome di «psicanalisi». Ma Jung già attribuiva i fondamenti della psicanalisi al tipo estrovertito di Freud, che lo portava ad annettere un'importanza essenziale al transfert verso il medico. Nelle sue grandi linee, il pensiero di Jung capovolge finalisticamente il senso dei processi psicologici, che Freud aveva interpretato deterministicamente. Ma la polivalenza e fecondità delle sue vedute è tale che di lui si è potuto parlare come di un teista, di un ateo, di uno gnostico, di un agnostico, di un mistico, di un materialista, di uno scienziato, di un mitologo, ecc. Tra più che duecento libri, le opere che segnano con maggiore risalto la sua linea di sviluppo sono, oltre questa sul transfert: Die Psychologie der unbewussten Prozesse (1917; trad. ital. Sulla psicologia dell'inconscio, 1947); Psychologische Typen (1921; Tipi psicologici, 1947); Die Beziehungen zwischen dem Ich und dem Unbewussten (1928; L'io e l'inconscio, 1948); Seelenprobleme der Gegenwart (1931; Il problema dell'inconscio nella psicologia moderna, 1942); Psychologie und Religion (1940; Psicologia e religione, 1948); Psycologie und Alchemie (1944; Psicologia e alchimia, 1948); Symbolik des Geistes (1948; La simbolica dello spirito, 1959).

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Premessa

Parte Prima
CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE AL PROBLEMA DEL TRANSFERT

Parte Seconda
LA SERIE DI ILLUSTRAZIONI DEL «ROSARIUM PHILOSOPHORUM)» come base per l'esposizione dei fenomeni del transfert

  • La Fonte Mercuriale
  • Re e Regina
  • La nuda verità
  • L'immersione nel bagno
  • La congiunzione
  • La morte
  • L'ascesa dell'anima
  • La purificazione
  • Il ritorno dell'anima
  • La nuova progenie

Conclusione
Traduzione delle didascalie tedesche dei disegni
Bibliografie e indice degli Autori

Il volume è disponibile in copia unica

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