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La Luna nel Bosco - Saggio sull'Origine della Scimmia

E se la scimmia discendesse dall'uomo?

di
Editore: Rusconi
Prezzo: € 34,00

Informazioni: prima edizione, prologo dell'autore. - pp. 124, Milano
Stampato: 1985-01-01
Codice: 500000005159

Che l'uomo derivi dalla scimmia non è mai stato dimostrato. È semmai provato il contrario: che la scimmia derivi dall'uomo. Anche se questa conclusione può apparire intollerabile per la filosofia contemporanea, Sermonti non solo la dimostra scientificamente, ma finisce per adottarla quale (provocatoria) metafora del nostro destino. La generazione della scimmia dall'uomo può infatti essere assunta a parabola della caduta nel diabolico o, all'opposto, del ritorno all'incanto misterioso della natura.
Il trionfo dell'evoluzionismo nella seconda metà dell'Ottocento aveva gratificato l'uomo come il più evoluto fra tutti i viventi. Negli anni Venti fu avanzata la tèsi opposta, che l'uomo fosse invece un essere non derivato, di arcana fanciullezza. Questa tèsi è tornata a proporsi nel nostro tempo e ha trovato conferma nella grande antichità fossile dell'uomo (almeno cinque milioni di anni) e nella recente comparsa degli scimmioni.
L'uomo è una figura infantile, che nella crescita si allontana appena dalle forme del proprio fanciullo. Lo scimpanzé adulto abbandona invece le garbate forme del suo piccolo per spostarsi entro un'animalesca senilità. Il carattere primigenio e generalizzato dell'anatomia umana pone l'uomo alla radice dell'ordine dei Primati, angelico archetipo degli specializzati scimmioni. Biologia molecolare e analisi cromosomica concordano nell'assegnare al famoso "ascendente comune" caratteri umani.
Figli di una "madre" umana, l'uomo e lo scimpanzé rappresentano i due lati della psiche, quello luminoso-solare e quello oscuro-lunare, la pianura aperta e il folto del bosco, l'angelico e il satiresco. Di fronte al "sole della savana" la scimmia si è occultata come "luna nel bosco".
La mitologia conosce la caduta dell'umano nell'animalesco: la nascita del dio-capro Pan da Hermes, la trasformazione di un arcangelo in Satana. Nulla può essere vero - afferma Sermonti - se non è nel mito, se non è in noi, se non è scritto in cielo.

Giuseppe Sermonti è nato a Roma nel 1925.
Dopo aver diretto l'Istituto di Antropologia e quello di Genetica all'Università di Palermo, dal 1970 è ordinario di Genetica a Perugia, dove dirige l'Istituto di Biologia Cellulare e la «Rivista di Biologia». Noto studioso nel campo della genetica microbiologica, si è impegnato in una critica radicale alle pretese egemoniche della scienza moderna, pubblicando per l'editore Rusconi Il Crepuscolo dello Scientismo (1971, 1976) e La Mela di Adamo e la Mela di Newton (1974). Ha scritto anche opere divulgative, fiabe, saggi, articoli. Nel 1980 pubblica, insieme a R. Fondi, Dopo Darwin, Critica dell'Evoluzionismo (5ᵃ ediz., Rusconi 1983), che solleva in Italia vaste discussioni sulla validità delle tesi darwiniane. Nello stesso anno è vice-presidente del XIV Congresso Internazionale di Genetica, a Mosca; nel 1982 partecipa a un Convegno di dodici studiosi presso l'Accademia Pontificia delle Scienze sul tema «L'Evoluzione dei Primati». Dalle riflessioni su quel convegno è nato questo libro.

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  1. Prologo
  2. Addio all'evoluzionismo
  3. Un convegno in Vaticano
  4. Perché non parla?
  5. Il marchio di Caino
  6. Ascesa o regresso?
  7. Giovinezza dell'uomo
  8. Il cavaliere nero
  9. Le molecole di Peter Pan
  10. Una capriola fossile
  11. Pan e Satana
  12. La scimmia e la luna
  13. Epilogo

Appendice

Indice analitico

Il volume è disponibile in copia unica

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