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La Fede Filosofica di Fronte alla Rivelazione

Nell'infinita ricerca del significato della nostra esistenza il confronto tra due dimensioni irriducibili dell'essere uomo: la fede e la ragione

di
Editore: Longanesi & C.
Informazioni: traduzione dal tedesco e saggio critico di Filippo Costa. - pp. 864, Milano
Stampato: 1970-10-01
Codice: 500000004873

Riprendendo con maggiore ampiezza e profondità quel tema religioso che attraversa tutta la sua filosofia e ne costituisce la cifra, Jaspers propone in quest'opera il contrasto tra fede che discende dalla Rivelazione e fede filosofica (si potrebbe dire, riduttivamente, tra «fede e ragione») in tutta la sua ineliminabile drammaticità. In quanto filosofo che «crede» nella libera indagine razionale e che non ammette, con Kant, che essa possa mai cristallizzarsi in un dato oggettivo e finito, ma solo proseguire indefinitamente verso un orizzonte ideale, Jaspers rifiuta ogni compromesso con la fede dogmatica della Chiesa e delle chiese. E tuttavia, la filosofia per Jaspers non può permettersi di liquidare la religione con un gesto di disprezzo o di noncuranza. Nella più autentica dimensione umana, quella in cui l'essere «gettato» nel mondo si rapporta e si apre alla propria trascendenza, vera fede filosofica e vera fede religiosa si rivelano in relazione dialettica, l'una necessitando dell'altra al fine di conoscersi più profondamente e di svilupparsi: la religione aprendosi ai dubbi della filosofia per alimentare la propria fede, la filosofia alla trascendenza religiosa per non isterilirsi in un vuoto razionalismo. Dinanzi al compito di ricercare il significato dell'esistenza, anzi dell'«esserci» di ciascun individuo, ragione e fede appaiono così come due cammini separati, ma non paralleli; non confondibili, ma neppure nettamente scindibili. Questo libro, ammirevole per onestà intellettuale e chiarezza di pensiero, è uno dei frutti più maturi della riflessione del grande filosofo esistenzialista. Non propone risposte, ma insegna a porre le domande che contano su un antichissimo e sempre nuovo dilemma.

Karl Jaspers, nato a Oldenburg in Germania nel 1883, è morto nel 1969 a Basilea, dove si era trasferito negli anni più bui della dittatura nazista. Insegnò all'Università di Heidelberg (dove ebbe tra i suoi allievi Hannah Arendt) dal 1921 al 1937, riassumendo la sua cattedra solo nel 1945. Di formazione scientifica, esercitò per lunghi anni la professione di psichiatra e si volse relativamente tardi alla filosofia, spinto soprattutto dalla lettura di Nietzsche e di Kierkegaard. Insieme a Heidegger, dal quale si distinse sempre per una più viva coscienza della dimensione religiosa nell'uomo, Jaspers è considerato il maggior rappresentante dell'esistenzialismo tedesco. Tra le sue opere tradotte in italiano: Filosofia, 3 volumi, Roma, 1950, Filosofia dell'esistenza, Milano, 1945 e, in edizione Longanesi, I grandi filosofi.

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