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La Mia Vita e il Mio Pensiero

Dalla fanciullezza agli anni d'università. Strasburgo. Studi sulla vita di Gesù. L'insegnamento universitario. Bach. Gli organi. La decisione di diventare medico nella foresta. Lo studio della medicina. Il primo periodo africano. Garaison e St. Rémy. Di nuovo in Alsazia. Il libro di memorie africane. Per la seconda volta in Africa. Due anni in Europa.

di
Editore: Edizioni di Comunità
Informazioni: prefazione dell'autore, traduzione di Amerigo Guadagnin. - pp. 220, 16 fotografie b/n f.t., Milano
Stampato: 1977-07-01
Codice: 500000003204

Episodi e riflessioni, vita vissuta e pensiero si intrecciano in questo libro di memorie facendone una singolare autobiografia, da cui scaturisce un nitido profilo, esteriore e interiore, dell'uomo Albert Schweitzer.
La rievocazione prende le mosse dagli anni dell'infanzia e della giovinezza trascorsi nella natia Alsazia nell'ambiente familiare di pastori protestanti e appassionati organisti.
Quegli anni ebbero il loro coronamento nel ministero pastorale e nell'insegnamento universitario a Strasburgo, oltre che nell'attività di organista. Fu un periodo sereno ed eccezionalmente fecondo: gli studi sull'attesa del regno messianico nei vangeli e sull'ultima cena, sulla filosofia della religione in Kant, la storia delle ricerche sulla vita di Gesù, che gli procurò una larga notorietà, il libro su Bach e quello sugli organi, i concerti, la battaglia per la salvezza del vecchi organi dal suono impareggiabile (che farà poi dire agli amici: «in Africa salva vecchi negri, in Europa vecchi organi»).
Ma tutto questo non era che un preludio. Si era andata lentamente maturando infatti una vocazione che avrebbe dato l'impronta a tutto il resto della sua vita. Così nel 1905 (a trent'anni) veniva presa la grande decisione. E dopo lo studio della medicina, nel 1913 Albert Schweitzer iniziava la sua attività di medico missionario nella foresta dell'Africa equatoriale. Qui, mentre curava gli indigeni colpiti dalla sofferenza fisica, si sentì spinto alla ricerca delle basi della civiltà e dell'etica.
Al primo soggiorno africano segui, durante la prima guerra mondiale, il periodo di confino a Garaison e a St. Rémy in Francia (Schweitzer era cittadino tedesco). Poi, dopo la parentesi alsaziana ed europea, nel 1924 egli riprese il suo posto in Africa. Intanto, tra continue interruzioni imposte dalla sua attività, portava avanti lo studio sulle filosofie orientali e quello sull'apostolo Paolo.
«Sono pessimista», si dice nell'epilogo di questa autobiografia, che racchiude il nucleo del suo messaggio spirituale, «in quanto avverto in tutta la sua gravità ciò che secondo i nostri concetti è senza senso nel divenire del mondo.
Solo in rarissimi istanti mi sono sentito veramente felice della mia esistenza. Non potevo fare a meno di partecipare continuamente con il mio intimo a tutto il dolore che vedevo intorno a me, non solo quello degli uomini, ma anche quello delle creature... Mi pareva naturale che dovessimo tutti insieme portare il fardello di dolore che grava sul mondo...
Tuttavia rimango ottimista. Ho conservato dall'infanzia una fede insopprimibile, quella nella verità. Sono fiducioso che lo spirito nascente dalla verità sia più potente della forza delle circostanze».

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Libro che può recare eventuali tracce d'uso.

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