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Vedute sul Mondo Reale

Gurdjieff parla ai suoi allievi 1917-1931

di
Editore: Neri Pozza Editore
Informazioni: introduzione dell'autore, traduzione di Igor Legati. - pp. 280, Vicenza
Stampato: 2000-04-01
Codice: 978887305751

«Esci una sera sotto un vasto cielo stellato, alza gli occhi a quei milioni di mondi sopra la tua testa.
Guarda la Via Lattea.
In quell'infinità, la Terra si dissolve, sparisce e con essa sparisci anche tu.
Dove sei? Chi sei? Cosa vuoi?
Dove vuoi andare?
Ti attende un viaggio lungo e difficile e non sai se ti potrai riposare.
Ricordati dove sei e perché sei lì.
Non avere troppa cura di te, e rammenta che nessuno sforzo viene mai fatto invano.
E adesso puoi metterti in cammino».
(G.I. Gurdjieff)

Le idee di G.I Gurdjieff sono principalmente note ai lettori attraverso lo scritto di un suo allievo, P.D. Ouspensky, che trasmise l'insegnamento ricevuto direttamente da Gurdjieff nel libro Frammenti di un insegnamento sconosciuto. Ouspensky ci ha lasciato una straordinaria testimonianza del lavoro fatto con Gurdjieff, tra gli anni che vanno dal 1915 al 1923, e il suo libro è sempre stato ritenuto una traccia genuina di questo lavoro.Tuttavia il racconto di Ouspensky non poteva essere esaustivo, data soprattutto la natura del suo soggetto: "Le idee del Lavoro" e la figura di colui che meglio di tutti aveva incarnato queste idee, George Ivanovitch Gurdjieff.
Le opere scritte direttamente da Gurdjieff parlano di un insegnamento che viene da lontano e ne lasciano intuire la grandezza nei piccoli frammenti o negli improvvisi bagliori che talvolta sorprendono il lettore più attento, ma soprattutto mettono di fronte l'uomo contemporaneo ad un insegnamento la cui vastità non cessa di sorprendere.
L'opera di Gurdjieff ci sorprende nel comunicarci immediatamente il senso di una novità e insieme il legame con una tradizione. In questo senso Vedute sul mondo reale, ci offre la possibilità di gettare un ulteriore e diverso sguardo sull'insegnamento, presentandoci un aspetto del lavoro di Gurdjieff che non appare così chiaramente né nel libro di Ouspensky, né nelle opere scritte da Gurdjieff stesso.
È un libro particolare in quanto non è il frutto del lavoro di un singolo, ma presenta una serie di testimonianze di quegli incontri così frequenti che Gurdjieff aveva coi suoi allievi nei momenti più inattesi e nei luoghi più disparati. Siamo qui più vicini al cuore del "Lavoro", più vicini al momento in cui la trasmissione di questo insegnamento si faceva concreta nell'istante del contatto diretto col "Signor Gurdjieff" Questi resoconti non sono un trattato di filosofia, eppure la profondità di quelle parole semplici e dirette risveglia nell'uomo il senso di una domanda che può aprire il varco verso un mondo "più reale" (D.C.)

George I. Gurdjieff (1877 1949), nato ad Alessandropoli nella Russia meridionale, da un ricco allevatore di pecore che godeva grande fama come narratore popolare, fu educato da prima alla grande tradizione orale propria delle regioni a sud del Caucaso dove si incrociano culture diverse e antichissime, poi a rigorosi studi scientifici e ad una profonda educazione religiosa da sacerdoti armeni. Dopo aver viaggiato a lungo in Europa, Africa, Medio Oriente, Asia Centrale per raccogliere i frammenti sparsi delle antiche tradizioni di saggezza, si dedicò a ricostruire organicamente la conoscenza della verità perduta e a trasmetterla agli occidentali attraverso l'insegnamento e, più tardi, una serie di libri ancora oggi fondamentali per tutti coloro che sono interessati alla ricerca spirituale. La Neri Pozza ha pubblicato nel 1999 I racconti di Belzebù a suo nipote.

Il volume non è disponibile

Libro che può recare eventuali tracce d'uso.

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