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Mario Andreis - L'Ora del Partito d'Azione • Scritti Scelti 1944-1985

di
Editore: Istituto Storico della Resistenza in Piemonte
Informazioni: a cura di giovanni De Luna. - pp. 160, foto b/n, Torino
Stampato: 1991-10-01
Codice: 500000006811

«Quel sano realismo piemontese che è la forza del nostro Mario», «Mario - lo vedo ogni giorno di più - ha veramente la passione e il genio della politica» ; «Mario solidissimo, quadratissimo, sempre padrone di sé, forte di quel suo penetrante buon senso contadino». Ma chi è Mario e chi è che parla tanto bene di lui? Questi lusinghieri giudizi rimbalzano da due lettere di Giorgio Agosti a Dante Livio Bianco, scritte nella primavera del 1944, nel vivo della lotta partigiana.
Agosti era allora la massima autorità politico-militare delle Formazioni Giustizia e Libertà in Piemonte, Bianco era il comandante militare delle bande GL dislocate nel Cuneese, le più agguerrite e le più efficienti. Entrambi, quindi, uomini di primissimo piano del Partito d'A-
zione piemontese, Giorgio e Livio erano anche e soprattutto amici e intrattenero una corrispondenza fittissima per tutto il periodo della Resistenza, dando vita a uno scambio epistolare segnato da una reciproca fiducia e da una totale sincerità. Il Mario che ritorna nelle loro lettere sempre accompagnato da parole di ammirazione è Mario Andreis, che allora, insieme a Franco Venturi e allo stesso Giorgio Agosti, guidava l'Esecutivo piemontese del PdA. Andreis (che era nato a Saluzzo il 4 maggio 1907), nel 1944 aveva 37 anni ed era di soli tre
anni più vecchio di Agosti; il rispetto che lo circondava era quindi riferito ad altre ragioni che a quelle anagrafiche, affondando le sue radici direttamente nell'esperienza politica e umana che ne aveva scandito l'approdo al Partito d'Azione prima e alla lotta armata poi.
[...] Andreis aveva alle spalle anni molti più «pesanti» che gli avevano regalato una maturità e una consapevolezza sconosciute ai suoi coetanei. Era stato tra i protagonisti dell'attività clandestina di Giustizia e Libertà a Torino nel decennio 1930-1940 e nel Partito d'Azione rappresentava quasi fisicamente la continuità con i riferimenti politici e umani dell'antifascismo “organizzato”, quello che nel ventennio aveva continuato ad operare nel carcere, al confino, nella clandestinità, tessendo le trame di una lotta mai rassegnata, in grado di resistere allo scoramento e ai cedimenti opportunistici nel norne di una speranza che l'8 settembre avrebbe finalmente contribuito a rendere progetto politico operativo. [...]

Nato a Saluzzo nel 1907, laureatosi in giurisprudenza a Torino nel 1929, Mario Andreis con Aldo Garosci e Luigi Scala organizza il primo nucleo del movimento antifascista Giustizia e Libertà a Torino e anima il foglio "Voci d'officina", uscito nel settembre-ottobre 1931. La rete cospirativa, che collabora con gruppi comunisti, viene smantellata: Andreis è arrestato il 16 dicembre 1931 e il 29 aprile 1932 è condannato dal Tribunale Speciale a 8 anni di reclusione. Nel dicembre 1934 viene liberato per amnistia e si stabilisce a Fossano, dove vive sorvegliato. È nuovamente fermato in occasione della retata del 15 maggio 1935 che colpisce Gl a Torino.
Nel 1939 si sposa con la pittrice Lea Reviglio e, trovato un impiego presso la Marelli, si trasferisce a Milano. Qui prende parte al processo di impianto del Partito d'Azione.
Dopo l'8 settembre 1943, Andreis è tra i primi organizzatori delle formazioni partigiane Gl piemontesi. Dall'ottobre è membro dell'Esecutivo regionale del PdA; in seguito rappresenta il partito nel Clnrp.
Dopo il 25 aprile 1945, Andreis assume la guida della Segreteria piemontese del PdA, mantenendola fino al 1° marzo 1947. Dalla Liberazione sino al 23 agosto 1945 è direttore del quotidiano torinese del partito, "Giustizia e Libertà". Nel 1946 è nominato membro della Consulta. Con lo scioglimento del PdA, nell'ottobre 1947, come altri compagni entra nel Psi.
Andreis milita nel Psi per il resto della vita, assumendo anche incarichi di rilievo, come la presidenza dell'Inail (1967-1973); inoltre, entra a fare parte del Consiglio di amministrazione della Bnl, dell'Inps e dell'Inam e diviene vice presidente del Credito italiano. Negli anni Sessanta è vice presidente dell'Anpi. Studioso di problemi economici, si interessa in modo particolare di relazioni economiche internazionali. Dal 1975 al 1980 è consigliere del Centro studi Piero Gobetti. Muore a Roma nel giugno 1985.

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Introduzione
Scritti di Andreis

  • Settembre 1943
  • Le origini del PdA
  • Nascita del Governo Parri
  • Una difficile normalità politica
  • La rottura con Parri e La Malfa
  • Una crisi irreversibile
  • Verso la dissoluzione

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