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San Pietroburgo - Da Pùškin a Bródskij, Storia di una Capitale Culturale

La storia favolosa e drammatica della «capitale del nord» e degli artisti che la resero grande

di
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
Prezzo: € 48,00

Informazioni: terza edizione, premessa dell'autore, traduzione di Bruno Osimo, titolo originale: St. Petersburg. A Cultural History. - pp. 556, numerose tavole in bianco e nero fuori testo, Milano
Stampato: 1999-03-01
Codice: 978880445647

Fondata nel 1703 da Pietro il Grande, San Pietroburgo, la «Venezia del Nord», fu ritenuta per molto tempo la realizzazione del sogno folle di un autocrate.
«Finestra» russa sull'Occidente, per circa trecento anni questa magnifica città è riuscita a sopravvivere agli innumerevoli tentativi di distruzione compiuti dalla natura e dall'uomo: inondazioni, incendi, carestie, epidemie, e poi la guerra civile, il Grande Terrore staliniano, fino agli epici novecento giorni in cui fu cinta inutilmente d'assedio dall'esercito hitleriano. Diventata Pietrogrado, quindi Leningrado, in onore di vecchi e nuovi zar, è tornata a chiamarsi San Pietroburgo nel 1991, dopo il crollo di quel regime che aveva cercato con ogni mezzo di sfigurarne l'identità «cosmopolita» e di cancellarne la memoria. Eppure, nel corso del tempo, l'ex capitale imperiale ha sempre conservato - insieme ai monumenti, ai fastosi edifici, al felice e singolare connubio architettonico di barocco e neoclassicismo - la sua natura di città «schizofrenica», divisa tra Europa e Oriente, specchio delle contraddizioni della Russia moderna.
Considerata da Pùškin, Gógol' e Dostoévskij il luogo spettrale in cui si consuma l'anonimo, talora tragico destino degli abitanti delle metropoli, oltre che il simbolo degli insanabili conflitti dell'impero russo, all'inizio del Novecento la «capitale del Nord», con il declino della monarchia e la fioritura delle attività intellettuali e artistiche diviene centro di sperimentazione e d'avanguardia, un immenso teatro che mette in scena la storia d'amore in versi di Blok e di Anna Achmàtova, le ardite coreografie di Djàgilev e i preziosi ceselli di Benuà, sulle note innovatrici di Prokóf'ev e Stravìnskij.
Attraverso i ritratti di Achmàtova e Bródskij, Chagall e Malévič, Nizìnskij e Balančìn, Glazunóv e Šostakóvič, e di molti altri artisti che l'abitarono e che l'autore ha conosciuto di persona, Solomón Vólkov, musicista e saggista, traccia in queste pagine la prima completa «biografia» culturale di una delle più belle, seducenti e raffinate città del mondo.

Solomón Vólkov (1944), musicista e saggista russo, è stato direttore artistico del Laboratorio sperimentale di Opera da Camera a Leningrado. Emigrato nel 1976 negli Stati Uniti, ha pubblicato Balanchine's Tschaikovsky. Interviews with George Balanchine (1985), Yuri Lyubimov in America (1992), Conversations with Joseph Brodsky (1998). È inoltre il curatore di Testimonianza. Le memorie di Dmitrij Šostakóvič (Mondadori 1979) e From Russia to the West. The Musical Memoirs and Reminiscences Of Nathan Milstein (1990). Attualmente vive e lavora a New York.

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