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Ricordi su la Rivoluzione Siciliana degli Anni 1848 - 1849

di
Editore: Sellerio Editore
Prezzo: € 30,00

Informazioni: introduzione di Francesco Renda. - pp. XXIII-364, Palermo
Stampato: 1988-09-01
Codice: 500000006024

«I Ricordi del Fardella - scrive Francesco Renda a introduzione del volume -, apparsi ultimi in ordine di tempo nel filone della letteratura memorialistica seguita alla sconfitta della grande rivoluzione, si distinguono dal resto, non solo perché in un certo senso concludono quel ciclo, ma anche perché sono l'unica opera di netta e inequivocabile ispirazione liberal-moderata. «Il ruolo del Torrearsa nel processo di unificazione nazionale che portò la Sicilia dalla rivendicazione della indipendenza nel 1812, 1820 e 1848 all'accettazione (sia pure a malincuore) del puro e semplice status di provincia italiana nel 1860 fu di rilievo tale da potere essere assunto come a modello della parte avuta da quella sezione dell'aristocrazia siciliana che, dal tempo di Caracciolo e di Caramanico sul finire del secolo XVIII e più ancora durante e dopo la costituzione del 1812, abbracciò la causa del liberalismo moderato. La sua, come la partecipazione degli altri aristocratici liberal-moderati ai processi rivoluzionari ottocenteschi, muove infatti dalla determinata consapevolezza che non è possibile starsene a guardare con le mani in mano agli straordinari mutamenti che via via si vanno determinando su scala locale e mondiale nella società contemporanea. Se la frazione più avveduta e intelligente della vecchia classe dominante, dunque l'aristocrazia più qualificata e rappresentativa in prima persona, non si affretta ad abbandonare la indiscriminata difesa del privilegio e del passato, e ad assumere come programma proprio il sostegno ragionato di un equilibrato sviluppo innovatore della realtà isola, saranno il popolo e la borghesia ad avere il sopravvento, e ad imporre la repubblica e quindi la democrazia. Per impedire che ciò avvenga, occorre che le rivoluzioni, ormai da considerare inevitabili, invece che dalla sola borghesia e dal solo popolo, siano fatte proprie e dirette anche dalla aristocrazia.
«Quel programma liberal-moderato, e il disegno strategico che complessivamente lo sottende sono il filo conduttore dei Ricordi su la Rivoluzione Siciliana degli anni 1848 e 1849, scritti dal Torrearsa negli ultimi anni della sua vecchiaia e da lui stesso dati alle stampe nel 1887».

Nato nel 1808 a Trapani, Vincenzo Fardella marchese di Torrearsa fu, insieme a Ruggero Settimo e Mariano Stabile, alla testa dei governi succedutisi durante la rivoluzione siciliana del gennaio 1848 - aprile 1849. In esilio visse a Genova, negli stati sardi, fino all'impresa dei Mille, operando nel partito cavourriano. Fece parte del primo governo dittatoriale di Garibaldi in Sicilia, ma si oppose al programma garibaldino e ruppe subito col dittatore. A unificazione avvenuta ricoprì le cariche di vicepresidente della Camera, del Senato e di presidente del Senato. Personalità di spicco della Destra storica, dopo la cosiddetta «rivoluzione parlamentare» e l'avvento della Sinistra, nel 1876, si ritirò a Palermo presidente della Società siciliana di storia patria, fino alla morte nel 1809.

Visualizza indice

Introduzione di Francesco Renda

Ricordi su la Rivoluzione siciliana degli anni 1848 e 1849

Capitolo primo
Dal 1815 al 1847

Capitolo secondo
Dal 1821 al 1847

Capitolo terzo
Dal 1848 al 1849

Capitolo quarto
L'anno 1849

Indice dei nomi

Il volume è disponibile in copia unica

Libro che può recare eventuali tracce d'uso.

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