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Le Ragioni del Corpo – I Centri di Energia Vitale nell’Esperienza Cristiana

Le Ragioni del Corpo – I Centri di Energia Vitale nell’Esperienza Cristiana

Una guida per leggere ed ascoltare il segreto linguaggio dello spirito, che si materializza e si esprime attraverso il corpo abitato da centri di energia vitale.

Autore/i: Gentili Antonio

Editore: Editrice Àncora

seconda edizione riveduta e ampliata, introduzione dell’autore, postfazione di Gabriella Cella Al-Chamali, collana: In cammino.

pp. 256, numerose tavole a colori, Milano

«Non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo, una volta che si sia imparato a leggerlo» (A. Lowen).
Noi che viviamo in una cultura che oscilla tra idolatria, volgarità, esibizione e svilimento del corpo, spesso siamo analfabeti nel leggere e sordi nelf ascoltare il linguaggio del nostro corpo. Padre Gentili in queste pagine – che attingono alla cultura biblica, alla tradizione cristiana e alla sapienza orientale – insegna a leggere ed ascoltare il segreto linguaggio dello spirito, che si materializza e si esprime attraverso il corpo abitato da centri di energia vitale.

Antonio Gentili (Carrara 1937), sacerdote-religioso, licenziato in teologia e laureato in filosofia. Ha coltivato studi di spiritualità, esplorando le grandi tradizioni meditative dell’Occidente e dell’Oriente. In particolare ha promosso la “preghiera interiore”, quale pratica silenziosa, in Centri di spiritualità, a Eupilio (Co) e a Campello sul Clitunno (Pg). Destinato a Genova, dove entrò nell’Ordine dei Barnabiti, ha accolto con favore l’imprevista quanto apprezzata iniziativa da parte di laici divenuti “cooperatori nella preghiera” (2 Cor 1,11).
Guida corsi di “Preghiera del cuore”, di “Yoga e Cristianesimo” e organizza settimane di “Digiuno e meditazione per la purificazione integrale”. Per Àncora ha curato la prima edizione italiana della Nube della non-conoscenza e gli altri scritti (1997) e ha pubblicato, tra l’altro: I nostri sensi illumina. Saggio sui cinque sensi spirituali (2000); A pane e acqua. Pratica e spiritualità del digiuno (2006); Le ragioni del corpo. I centri di energia vitale nell’esperienza cristiana (2007); Dio nel silenzio. Manuale di meditazione (con Andrea Schnöller, 2009); 8 digiuni per vivere meglio… e salvare il pianeta (2015); e una trilogia sul “sentire”: Sentire Cristo. I verbi del Verbo (2010); Sentire da cristiani (2011); Il sentire di Cristo. Lo “spirito” di Gesù di Nazaret (2012). Con Appunti di Viaggio sono usciti due volumi su La preghiera del cuore (2013) e In silenzio davanti a Dio (2016). Con Ares ha pubblicato Cerca il silenzio. Troverai te stesso e Dio. Intervista con Rosanna Brichetti Messori (2019).

Ozonoterapia

Ozonoterapia

Autore/i: Mattassi Raúl

Editore: Organizzazione Editoriale Medico Farmaceutica

unica edizione, presentazione del Prof. Dott. Guido Tattoni.

pp. VIII-184, numerose illustrazioni a colori e b/n, Milano

Una passeggiata tra i prati dopo un temporale estivo; una nuotata in piscina, e le inevitabili “bevute” di un’acqua dal sapore meno sgradevole dell’usuale; la curiosità che nasce alla lettura di un articolo sulla nocività delle bombolette spray: è facile oggi per l’uomo della strada sentir parlare delle proprietà chimico-fisiche del gas che per il pungente odore è stato battezzato OZONO.
Più infrequente è invece per lo stesso uomo l’occasione di riconoscere questo odore tra i molti effluvi che rendono così caratteristica l’aria degli ospedali.
Sulle ragioni, che potremmo definire ormai storiche, “dellapuzza sotto il naso” della medicina tradizionale nei confronti dell’ozono-terapia; sulla diffidenza dei ricercatori verso un gas tossico ed irritante; sulla impreparazione culturale del medico abituato a prescrivere medicinali liquidi o solidi, è incentrata la prima parte di questo libro scritto dal Dott. Raúl Mattassi.
E se il quadro che emerge può apparire sconfortante; se tanti sentieri appena tracciati rischiano di ricoprirsi di male erbe per mancanza di viaggiatori, ciò dipende dalla situazione reale, ché l’Autore non intende certo peccare di pessimismo: lo si comprende bene dalla cura esaustiva con cui, nella seconda parte del testo, ci ragguaglia sui risultati pratici ottenuti nel campo delle ozono-terapie utilizzate come rimedio specifico o coadiuvante in un numero impressionante di malattie: dall’herpes alla cellulite, dalle arteriopatie alle malattie virali, tanto diffuse con l’aumentare delle trasfusioni e di droghe assunte per via parenterale.
Per rendere più semplice la lettura, sono state aggiunte illustrazioni, schemi, tabelle che completano il testo agevolando i rimandi alla accuratissima bibliografia.
In conclusione, ho accettato con piacere e con una punta di orgoglio di presentare questo libro, e condivido la speranza dell’Autore che queste note invoglino altri medici e sperimentatori all’utilizzo di un metodo di cura semplice, efficace, economico.

Prof. Dott. Guido lattoni
Presidente Onorario della Società Scientifica
di Ossigeno-Ozono-terapia
Milano, febbraio 1985

Guida alla Medicina Omeopatica

Guida alla Medicina Omeopatica

Titolo originale: Homoeopathic Medicine

Autore/i: Coulter Harris L.

Editore: EDIUM – Editrice Dimensione Umana

prefazione di Mario Garlasco, traduzione di Grazia Livi.

pp. 90, Milano

Esemplare per chiarezza, precisione e obiettività, questo saggio dell’americano Harris L. Coulter è un punto di riferimento essenziale nella moderna letteratura omeopatica. Chiunque, sano o ammalato, voglia partecipare consapevolmente al problema dell’uomo inteso nella sua unità e individualità, non potrà che tenere questo libro accanto a sè, fra le letture mediche di maggiore interesse.

Le Conchiglie Divinatorie di Osvaldo Menegazzi • Ventidue Arcani Maggiori – Tarocchi

Le Conchiglie Divinatorie di Osvaldo Menegazzi • Ventidue Arcani Maggiori – Tarocchi

Inventati e Dipinti nel 1975 e Realizzati con la Complicità Stimolante di Vito Arienti

Autore/i: Menegazzi Osvaldo

Editore: Edito in proprio

edizione numerata di 1500 copie, nostro esemplare numero 24.

22 carte + cartoncino numerato e firmato, Milano

Un nuovo Tarocco nasce, inventato da un Artista che da lungo tempo ama, studia, dipinge le conchiglie, le inserisce nelle sue fantasie esistenziali, le fa navigare in cieli apocalittici, miracolosamente salvate in mezzo a frammenti di mondi distrutti e in rovina, testimonianze di epoche lontane ma anche segni di speranza in una vita che deve resistere, continuare e migliorare.
La pianticella della felicità deve aver dato nuovi germogli nel cuore del Pittore che ha ripreso le sue conchiglie fossili, ne ha scelto le più belle: le eterne. Le ha manipolate e trasformate, le ha mescolate con le parole che da sempre gli uomini usano per soddisfare il loro desiderio di poesia, di immaginazione, di magia; per calmare le loro eterne inquietudini e con la divinazione stabilire illusorie ma preziose sicurezze verso un avvenire più o meno prossimo!
«È possibile supporre che tutto l’universo simuli una interminabile proposta divinatoria — scrive Cousté in un suo lucido saggio sui Tarocchi — le acque e le vallate, il fulmine e le stelle, i monumenti e gli oggetti quotidiani sono in attesa di essere letti dall’uomo; aspettano lo sguardo che li spinga a fare parte di una sintassi, che renda di nuovo armonica e piena di rapporti la solitudine sostantiva, il fenomeno primordiale».
Ebbene, ecco che Osvaldo Menegazzi, vi propone le sue ”Conchiglie divinatorie”, ventidue come le lettere dell’alfabeto ebraico e della Cabala, che irraggiano un loro vivo fascino e che vi suggeriscono una màntica divinatoria non minacciosa ma piena di speranze.
Manipolate queste carte, mettetele a confronto a due, a quattro, a sette, e fatele parlare; inventate con esse un vostro linguaggio e mescolatele alle vostre speranze: vi daranno la risposta rassicurante, calda e beneaugurale come è nello spirito del Pittore che ve le ha ora dedicate! (Arì)

Osvaldo Menegazzi è nato a Verona il 6 agosto 1930. Dipinge dal 1968; i suoi quadri, ispirati a conchiglie e panorami sottomarini, sono comparsi in cinque «personali» tra il 1970 e il 1975, e sono stati favorevolmente accolti dalla critica. Appassionato collezionista di carte da gioco, proprietario di un negozio di bric-a-brac e articoli curiosi, di ogni genere, Menegazzi ha trasferito i suoi temi ispiratori in un mazzo di Tarocchi, «Le conchiglie divinatorie», presentato alla Galleria «Studio 84» il 15 novembre 1975.

I Tarocchi dei Visconti – Tarocchi

I Tarocchi dei Visconti – Tarocchi

Le 26 Carte dell’Accademia Carrara

Autore/i: Anonimo

Editore: Accademia Carrara

26 carte + cartoncino informativo, Bergamo

L’Accademia Carrara di Belle Arti fondata a Bergamo dal Conte Giacomo Carrara nel 1795, è oggi una delle più importanti pinacoteche italiane per qualità di opere ed è forse fra le più apprezzate gallerie d’arte dell’intera Europa per il livello notevole di numerosi dipinti che essa possiede.
Tutte le scuole pittoriche italiane sono degnamente rappresentate con opere di grandi maestri e ciò si deve alla raffinata cultura e al gusto sicuro e illuminato del Conte Carrara, del Conte Lochis (1859), del Senatore Morelli (1891), del Marenzi, del Ceresa, del Baglioni e dei numerosi altri donatori che arricchirono progressivamente la Pinacoteca.
Proprio dal nobile Francesco Baglioni furono legate all’Accademia Carrara, nel 1901, le ventisei carte da gioco del tarocco. La rarità le ha rese famosissime, la estrema raffinatezza decorativa le ha accomunate alle più genuine opere d’arte.
Le carte da gioco fecero la loro apparizione nell’Europa occidentale alla fine del medio evo. Il Vescovo di Wiirzburg ne vietò l’uso ai monaci nel 1329, ma la pastorale rispecchia, ad evidenza, una consuetudine vecchia e diffusa; Leopoldo Cicognara le asserisce citate in un trattato del 1299 di certo Sandro di Pipozzo, che più non possediamo a controllo. Nel Quattrocento il nome di carta o tarocco è già corrente e, con il diffondersi del gioco nelle corti e nelle alte classi sociali, nacquero tarocchi preziosi al pari di gioielli, disegni coloriti e decorati dagli artisti più insigni. Poi la moda passò, l’incisione in legno e in rame li rese superflui, il tempo li disperse.
Le carte che il Baglioni legò alla Carrara facevano parte di un mazzo di ben 75 pezzi posseduto dal nobile Alessandro Colleoni. Tagliate in cartone, rivestite di tela a colla forte e gesso, col fondo aureo bulinato impresso a leggero rilievo, orlato, hanno un’intensa gamma cromatica e un’estrema raffinatezza di disegno. Già attribuite agli Zavattari, furono riconosciute dal Longhi come opera giovanile di Bonifacio Bembo per lo stile e il gusto: stile aulico, araldico, cavalleresco quant’altri mai; gusto prezioso, elegante, raffinato. Il motto «a bon droit» di Filippo Maria Visconti lascia intendere come le carte siano state eseguite per la corte di quel principe e nel tempo della sua signoria. Tre delle ventisei carte furono eseguite nel 1480 dal cremonese Antonio Cicognara (la Temperanza, la Luna, il Castello di Pluto).

L’Amore Maestro – Molte Vite per Raggiungere Se Stessi

L’Amore Maestro – Molte Vite per Raggiungere Se Stessi

Le cose intorno a noi nascondono una realtà più profonda dove il tempo e lo spazio abituali perdono di senso…

Autore/i: Bona Angelo

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

premessa dell’autore, collana: Nuovi misteri.

pp. 272, Milano

In questo testo, dal sapore fortemente autobiografico, Angelo Bona ripercorre la sua interessante vita professionale: i numerosi casi clinici incontrati durante la pratica terapeutica si alternano a rievocazioni di esperienze direttamente vissute dall’autore. Ne deriva un flusso emozionale di riflessioni e momenti che raccontano l’affascinante esistenza di uno psicoterapeuta dedito da più di vent’anni all’ipnosi e all’ipnosi regressiva. Lungo le anse del testo incontreremo i Druidi della sacra foresta di Brocéliande, cavalcheremo su Pegaso, il bianco cavallo alato, per lenire il dolore; apprenderemo come riconoscere i Sosia dell’Amore e parteciperemo alla comunione spirituale delle anime gemelle. La rievocazione delle vite precedenti ci condurrà attraverso molte terre e molti popoli: la Francia di Pascaline, il Messico di Niebla, l’Africa di Esile. Ogni esploratore del Sé si avventura nelle sconfinate terre dello spirito alla ricerca di una guida, di un Maestro che indichi la strada. È l’Amore, il vero Maestro: lo scopriamo insieme a una paziente del dottor Bona che tramite la regressione ipnotica assiste alla Passione di Cristo, attimo per attimo, e ne svela il fragrante segreto.

Angelo Bona, medico psicoterapeuta e specialista in anestesia, è presidente dell’A.I.I.Re., Associazione Italiana Ipnosi Regressiva e membro della A.S.C.H., American Society of Clinical Hypnosis. Da più di vent’anni dedica la sua vita allo studio dell’ipnosi e dell’ipnosi regressiva. Per Mondadori ha pubblicato, L’Amore oltre la vita (2004) e L’Amore dopo il tramonto (2005).

L’Amore Dopo il Tramonto – L’Ipnosi Regressiva e il Mistero delle Anime Gemelle

L’Amore Dopo il Tramonto – L’Ipnosi Regressiva e il Mistero delle Anime Gemelle

Le cose intorno a noi nascondono una realtà più profonda dove il tempo e lo spazio abituali perdono di senso… è il mondo dei nuovi misteri

Autore/i: Bona Angelo

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

premessa dell’autore, collana: Nuovi misteri.

pp. 224, Milano

In questa sua nuova opera Angelo Bona mostra come l’ipnosi regressiva recuperi i nuclei conflittuali dall’archeologia dell’inconscio e rinnovi il cantico dell’Amore di vite precedenti. Non esiste un unico viaggio su questa Terra, i rancori e le angosce del passato continuano a bruciare nel presente, le ferite del cuore a sanguinare. Solo prendendone coscienza attraverso una terapia karmica potremo finalmente diventare liberi. Alice, la protagonista della relazione sentimentale qui narrata, ritrova Ricky e la loro storia ammantata dall’oblio: si ameranno ancora oggi, come nella Francia di Robespierre e nelle primitive foreste dell’Amazzonia. L’unione esemplare di Ricky e Alice è un commovente viaggio di eterna simbiosi che possiamo rivivere grazie all’ipnosi regressiva. E da questo viaggio impariamo che esiste un’unica foce a cui affluiscono le nostre vite: quella dell’Amore.

Angelo Bona, medico psicoterapeuta e specialista in anestesia, è presidente della S.I.I.R., Società Italiana Ipnosi Regressiva; da più di ventanni dedica la sua vita professionale allo studio dell’ipnosi e dell’ipnosi regressiva. Tra suoi libri ricordiamo Vita nella Vita, ipnosi regressiva a vite precedenti (2001), Ipnosi regressiva e psicoterapia dell’Entusiasmo (2003), Étoile, vita nella vita songs (2003); negli Oscar Mondadori ha pubblicato L’Amore oltre la vita, l’ipnosi regressiva e il segreto della reincarnazione (2004).

L’Africa Nera fra Cristianesimo e Islam – L’Esperienza di Daniele Comboni (1831-1881)

L’Africa Nera fra Cristianesimo e Islam – L’Esperienza di Daniele Comboni (1831-1881)

Autore/i: Romanato Gianpaolo

Editore: Edizioni Corbaccio

presentazione di Richard Gray, con un saggio di Sergio Romano, collana: Collana storica.

pp. 464, illustrazioni b/n, Milano

In un libro pubblicato da questa collana due anni fa – La spartizione dell’Africa 1880-1914 – Henri Wesseling ha descritto la politica coloniale delle maggiori potenze europee tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Di quel fenomeno conosciamo bene le cause e le tappe più importanti: il taglio del Canale di Suez, la lunga discesa dei mercanti europei verso l’Africa centrale e il bacino del Congo, la ricerca delle fonti del Nilo, l’impero congolese di Leopoldo I, la conferenza di Berlino, i protettorati europei in Africa settentrionale, la guerra della Gran Bretagna contro i dervisci del Mahdi, la sconfitta subita da un corpo di spedizione italiano a Adua, la guerra dei boeri, la conquista italiana della Tripolitania e della Cirenaica. Pochi sanno tuttavia che negli anni Trenta dell’Ottocento l’Egitto (allora provincia autonoma dell’Impero Ottomano) aveva preceduto le potenze europee e si era impadronito, avanzando lungo il corso del Nilo, di una grande regione dell’Africa centrale: il Sudan.
Il colonialismo egiziano e ottomano ebbe l’effetto di aprire le porte di una parte dell’Africa che aveva vissuto, sino ad allora, in una grande cono d’ombra. In questo varco entrò negli anni seguenti, insieme ai mercanti e ai diplomatici, la Chiesa di Roma, decisa a fare opera di evangelizzazione fra le popolazioni dell’Africa centrale. L’Egitto riformatore di Mohammed Ali vide di buon occhio la presenza di missionari cattolici in Sudan e ne favorì l’insediamento, ma volle che si astenessero da qualsiasi forma di proselitismo fra i musulmani. Comincia così la storia del Vicariato di Khartoum e degli uomini che dedicarono la loro vita alla propagazione della fede nelle grandi regioni attraversate dal Nilo Azzurro e dal Nilo Bianco. Fra questi uomini il più noto e importante è un sacerdote veronese, Daniele Comboni, che trascorse buona parte della sua vita in Sudan e dette prova di una grande sensibilità per i problemi africani. Preparò un piano per la «rigenerazione dell’Africa», fondò nella sua città natale un istituto per la formazione dei missionari, aprì scuole e ospedali, volle associare gli africani alle sue iniziative e fu, osserva Gianpaolo Romanato, un anticipatore del «terzomondismo». Ma trovò sulla sua strada un’altra grande religione monoteista, l’Islam, che in quegli stessi anni si stava diffondendo con grande successo nelle stesse regioni. Mentre i trionfanti imperi europei cominciavano a dividersi il continente africano, la religione del decadente Impero Ottomano contrastava efficacemente la diffusione del cristianesimo. Daniele Comboni è stato beatificato nel 1997 e sarà canonizzato nell’ottobre del 2003. Ma questo libro non è un’opera di edificazione religiosa. È un libro di storia dominato dalla singolare figura di un uomo che fu, come altri europei di quel periodo, un «empire builder», un costruttore di imperi. L’«impero», in questo caso, è quello della fede.

Gianpaolo Romanato è nato a Rovigo e risiede a Padova, nella cui università insegna storia della Chiesa. E autore di molti saggi e di diversi libri. Fra questi Religione e potere (1981), insieme con lo storico delle religioni Ioan Petru Culianu; Cultura cattolica in Italia ieri e oggi (1980); Chiesa e società nel Polesine di fine Ottocento. Giacomo Sichirollo (1991); Istituti e congregazioni religiose nel Veneto (1993); Diocesi di Adria-Rovigo (2002); Pio X. La vita di papa Sarto (1992).

In copertina: Daniele Comboni in un ritratto fotografico del 1872 e, sullo sfondo, scene di vita africana in alcuni disegni di Giovanni Beltrame sul retro di una lettera indirizzata a Nicola.

La Guerra dei Sei Giorni – Giugno 1967 : Alle Origini del Conflitto Arabo-Israeliano

La Guerra dei Sei Giorni – Giugno 1967 : Alle Origini del Conflitto Arabo-Israeliano

Titolo originale: Six Days of War

Autore/i: Oren Michael B.

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Massimo Parizzi, collana: Le scie.

pp. 554, numerose tavole b/n f.t., cartine b/n, Milano

La guerra dei Sei giorni (5-10 giugno 1967), in cui le forze armate israeliane sgominarono gli eserciti di Egitto, Giordania e Siria, fu uno dei conflitti più brevi e circoscritti della storia, eppure sta al l’origine della maggior parte degli eventi che si sono succeduti in Medio Oriente negli ultimi tre decenni: le guerre dello Yom Kippur e del Libano, Settembre Nero e la controversia sugli insediamenti ebraici e il futuro di Gerusalemme, gli accordi di Camp David e la nuova intifada, sino all’odierna, ininterrotta catena di sanguinosi scontri fra israeliani e palestinesi.
Michael B. Oren analizza, alla luce di centinaia di documenti finora coperti da segreto militare, ogni aspetto del conflitto arabo-israeliano: il contesto storico e quello politico, i disperati tentativi condotti dalle Nazioni Unite per scongiurare la crisi, i dubbi e i timori che accompagnarono la decisione di Tel Aviv di entrare in guerra, e l’inarrestabile escalation – giorno per giorno, ora per ora – delle operazioni belliche. Il risultato è il più completo e dettagliato resoconto di quel conflitto dai tempi drammaticamente serrati, in cui vengono rievocate, grazie alle interviste a diplomatici, politici e ufficiali di Washington, Mosca, Gerusalemme, Il Cairo, Amman e Damasco, non solo le mire e le strategie ma anche le paure e le speranze dei protagonisti. Personaggi come Moshe Dayan e Gamal Abdel Nasser, re Hussein di Giordania e Yitzhak Rabin, Lyndon B. Johnson e Aleksej Kosygin emergono da queste pagine nella loro umana vulnerabilità, spogliati dal velo che per decenni ne ha coperto le mosse più discusse e discutibili.
Ricostruire lo scenario di quella tragica settimana di giugno che ha rischiato di trasformarsi nella terza guerra mondiale – con l’involontario affondamento della nave statunitense Liberty a opera degli israeliani e la sfiorata collisione con la flotta sovietica nelle acque del Mediterraneo – può aiutarci a comprendere perché quelli che tanto gli arabi quanto gli israeliani chiamano «Luoghi Santi» siano oggi uno dei più cruenti teatri di guerra.

Michael B. Oren, direttore del Dipartimento per gli affari interreligiosi nel governo di Yitzhak Rabin e consulente della delegazione israeliana alle Nazioni Unite, attualmente è Senior Fellow allo Shalem Center di Gerusalemme. È autore di The Origins of the Second Arab-Israeli War (1992), oltre che di saggi e articoli sulla storia del Medio Oriente.

Il Tao dell’Amore – L’Armonia Sessuale Secondo l’Antica Saggezza Cinese

Il Tao dell’Amore – L’Armonia Sessuale Secondo l’Antica Saggezza Cinese

Titolo originale: The Tao of Love and Sex

Autore/i: Chang Jolan

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione e poscritto di Joseph Needham, prefazione dell’autore, traduzione di Paola Campioli.

pp. 196, illustrazioni b/n, Milano

Oltre duemila anni fa i saggi taoisti dedicarono la loro attenzione alle arti amorose e alle tecniche dell’amplesso. Un taoista moderno, Jolan Chang, ha riassunto in questo libro le loro idee e le loro scoperte, trovando le parole per spiegare agli uomini e alle donne del mondo moderno come la saggezza cinese si è manifestata nelle questioni di cuore, nell’amore e nel sesso. Oltre a porre rimedio all’eiaculazione precoce e all’insoddisfazione femminile e al declino sessuale, Il Tao dell’amore con le sue incantevoli e minuziose osservazioni sulle Posizioni e sul Bacio, offre una gamma quasi illimitata di contatti, pratiche, variazioni dell’atto amoroso indicando il cammino da seguire per una vita sessuale felice.

La Mente e le Menti – Verso una Comprensione della Coscienza

La Mente e le Menti – Verso una Comprensione della Coscienza

Titolo originale: Kinds of Minds

Autore/i: Dennett Daniel C.

Editore: Rizzoli

prefazione dell’autore, traduzione di Isabella Blum.

pp. 210, illustrazioni b/n, Milano

Per un impegno più sofisticato nel mondo, è necessaria una mente più veloce e lungimirante, che possa produrre non solo più futuro, ma anche un futuro migliore.

È mai possibile sapere veramente che cosa passa nella mente di qualcun altro? Una donna potrà mai sapere com’è essere uomo? Quali sono le esperienze del bambino durante il parto? Quali tipi di menti esistono? Cosa intendiamo per coscienza e autocoscienza? Daniel Dennett ce lo spiega attraverso un cammino che ripercorre le acquisizioni conoscitive della scienza e della filosofia; una nitida esposizione dell’evoluzione della vita sulla Terra, ricostruita come una successione di tappe che hanno portato l’uomo a interagire prima con l’ambiente, poi con gli altri, infine – la conquista più importante – con se stesso, creando un “linguaggio della mente” che è il pensiero. Nell’affrontare problemi ontologici contrapposti a quelli epistemologici, Dennett apre la porta a nuove domande: la via del pensiero è accessibile anche ad altre specie animali? Il pensiero sintetico dei computer è simile a quello dell’uomo? Con autentico talento di scrittore e una straordinaria abilità nell’attingere alle più diverse aree del sapere, Dennett affronta i mille paradossi dell’unica scienza che permette all’uomo di analizzare la propria capacità di riflessione.

Daniel Clement Dennett è direttore del Centro di studi cognitivi della Tufts University, in Massachusetts. Tra i suoi libri tradotti in italiano ricordiamo: Brainstorms (1993), Coscienza – Che cosa è (1993) e L’evoluzione della libertà (2004).

Un Figlio Diverso – Una Madre Americana, una Madre Indiana, il Mistero di Due Bambini Autistici

Un Figlio Diverso – Una Madre Americana, una Madre Indiana, il Mistero di Due Bambini Autistici

Titolo originale: Strange Son

Autore/i: Iversen Portia

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, prefazione dell’autrice, traduzione di Luisa Agnese Dalla Fontana.

pp. 346, Milano

«Stavo accanto alla culla, una notte dopo l’altra. Sapevo che Dov lentamente scivolava via da noi, dal nostro mondo. E non potevo fare nulla per evitarlo. Nessuno poteva farci niente, mi avevano detto. Quindi facevo l’unica cosa possibile. Vegliavo su di lui, anche se non sarebbe servito, perché non avevo alcun controllo sulla sua mente. Poi, un giorno, è accaduto davvero. Dov se nera andato.»
Così Portia Iversen, affermata sceneggiatrice di Los Angeles, ricorda i giorni in cui apprende con sgomento che il figlio, di soli due anni, è affetto da una grave forma di autismo. Da questo momento ha inizio per lei un viaggio appassionato nel mondo silenzioso e impenetrabile di una malattia oscura, di fronte a cui il mondo medico-scientifico mostra reticenze, tentennamenti, con risultati diagnostici e prescrizioni terapeutiche ancora incerte. Determinata ad abbattere il doloroso muro di incomunicabilità che la separa dal piccolo Dov, Portia approfondisce il problema, si documenta, contatta gli studiosi americani e, insieme al marito Jonathan Shestack, promuove l’istituzione di una fondazione in grado di finanziare la ricerca sull’autismo.
In occasione di un convegno viene a conoscenza del caso di Tito, un ragazzino autistico di undici anni che vive a Bangalore, in India, incapace di parlare ma a cui la madre Soma ha insegnato a comunicare servendosi delle lettere dell’alfabeto scritte su un tabellone. Tito non ha la percezione del proprio corpo, non sa controllare la propria gestualità, non è in grado di integrare gli stimoli sensoriali, e tuttavia è dotato di un elevato quoziente intellettivo, ha emozioni, sentimenti, una vita interiore pienamente sviluppata che riesce a esprimere componendo poesie di straordinaria intensità. Per Portia è una rivelazione e, convinta che tale esperienza offra prospettive senza precedenti allo studio della malattia, convince Tito e Soma a trasferirsi negli Stati Uniti per affiancarla nella sua ostinata lotta per la cura dei bambini autistici.
Un figlio diverso è il racconto toccante e coinvolgente di due madri accomunate dallo stesso dramma, e del percorso, pieno di ostacoli e di speranze, che hanno compiuto insieme per dare voce al mondo dell’autismo. L’interminabile serie di test diagnostici cui Tito verrà sottoposto dai vari ricercatori, medici e neuroscienziati contribuirà a mettere radicalmente in discussione le più consolidate convinzioni scientifiche: i bambini autistici non sono affetti da ritardo mentale, soffrono invece di disturbi a livello sensoriale che ne alterano la percezione della realtà, compromettendone lo sviluppo cognitivo, l’uso della parola, il controllo di comportamenti volontari, la capacità di relazione.
Grazie a Tito, al rivoluzionario metodo di insegnamento utilizzato da Soma, alla dedizione di Portia, moltissimi bambini autistici potranno trovare una via d’uscita dalla dolorosa prigione di incomunicabilità a cui sono troppo spesso condannati.

Portia Iversen, art director e sceneggiatrice, ha istituito insieme al marito Jonathan Shestack la fondazione Cure Autism Now, una delle fonti di finanziamento non governative più importanti al mondo per la ricerca sull’autismo. Vive a Los Angeles con la sua famiglia.

Il Nostro Piccolo Segreto – Quando il Mostro è Papa : la Mia Infanzia Violata

Il Nostro Piccolo Segreto – Quando il Mostro è Papa : la Mia Infanzia Violata

Titolo originale: Our Little Secret

Autore/i: Fairhurst Duncan

Editore: Sperling & Kupfer Editori

prima edizione, prefazione di Luca Barbareschi, prefazione di Shy Keenan, traduzione di Rosanna Carrera.

pp. XVIII-310, Milano

Per dieci anni Duncan Fairhurst è stato molestato. Per dieci anni ha subito coercizioni umilianti, ha dovuto guardare materiale pornografico, è stato coinvolto in prestazioni sessuali. Dal padre. La sua storia mostra uno degli aspetti più odiosi dell’abuso tra le mura domestiche, peggiore perfino della brutalità perché il trauma, in questo caso, è subdolo e le sue conseguenze ancora più devastanti. Per Duncan le attenzioni morbose incominciano quando è piccolissimo, e degenerano rapidamente in un rito sigillato da menzogne e ricatti morali: «Papà ti vuole bene», «Tutti fanno così», «È il nostro segreto». Il bimbo cresce incerto e confuso, pieno di sensi di colpa per provare, di fronte a tanto “affetto”, solo repulsione e insofferenza. Il disagio interiore aumenta di pari passo con la consapevolezza e il confronto con il mondo esterno, finché a quattordici anni, sentendosi isolato e senza aiuto, Duncan tenta il suicidio. A quel punto le violenze cessano, ma lui sembra ormai votato all’autodistruzione. Solo grazie all’amore di una ragazza riuscirà a riemergere da un lungo periodo di disordine, droga e alcol, e a trovare la forza di trascinare il genitore davanti a un tribunale. Una storia scomoda, senza mezzi termini, che solleva un grave problema sociale. Fairhurst ha voluto raccontarla per dare una testimonianza personale degli effetti degli abusi infantili e per incoraggiare le vittime a farsi avanti.

Dopo gli studi di psicologia, Duncan Fairhurst è stato a lungo insegnante di inglese in Giappone. Tornato in Inghilterra, si occupa di abusi infantili e collabora con un sito web contro la pedofilia. Grande sportivo, felicemente sposato, vive a Lincoln. Clifford Fairhurst, suo padre, è stato giudicato colpevole di stupro ai danni del figlio e di un altro ragazzo e condannato a undici anni e mezzo di prigione.

Gli Alberi non Crescono Fino in Cielo – Varietà ed Eccellenza nella Storia della Vita

Gli Alberi non Crescono Fino in Cielo – Varietà ed Eccellenza nella Storia della Vita

Una nuova teoria dell’evoluzione, che ci permette di conoscere il mondo della natura, nella sua ricchezza, varietà e diversità, come non avevamo mai avuto l’opportunità di fare

Autore/i: Gould Stephen Jay

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, traduzione di Simona Petruzzi, titolo originale: Full House.

pp. XVI-308, 8 tavole b/n f.t., numerose illustrazioni b/n, Milano

Perché, per illustrare l’evoluzione della vita, i manuali di biologia riportano quasi sempre l’esempio del cavallo, quando la maggior parte delle specie ha seguito processi diversi e meno lineari? Perché nell’ultimo secolo non abbiamo assistito all’affermarsi di nessun novello Mozart? Perché nel gioco del baseball va scomparendo la media battuta 400, nonostante le prestazioni dei singoli giocatori siano in continuo miglioramento? Straordinario divulgatore scientifico, Stephen Jay Gould risponde a queste e ad altre intriganti domande su argomenti apparentemente disparati per spiegare la sua rivoluzionaria interpretazione del concetto di progresso. Demolendo le più comuni e inveterate intuizioni, egli contesta che, in qualsiasi campo, il progresso sia caratterizzato dal passaggio da una minore a una maggior complessità e che, di conseguenza, l’evoluzione della vita sulla Terra sia un processo lineare simile a quello rappresentato nelle ormai classiche serie di illustrazioni che raffigurano l’avvicendarsi e lo sviluppo delle diverse specie. Nel nuovo modello che egli propone, la varietà, non la complessità, è la vera misura dell’eccellenza e perciò viene confutata l’idea predominante che l’uomo sia al culmine del processo evolutivo. Per giudicare ogni genere di miglioramento, nelle prestazioni sportive o nell’evoluzione delle specie viventi, bisogna infatti considerare, sostiene Gould, i «sistemi interi» – siano essi le performance di tutti i giocatori per tutto il campionato o l’evoluzione di tutte le specie viventi sul pianeta -, e non singole tendenze avulse dal loro contesto.
«Gould qui depone con eleganza il guanto della sfida e i lettori devono precipitarsi ad assistere alla prima stoccata di quello che può diventare un vero duello scientifico» ha scritto il «Publishers Weekly» degli Alberi non crescono fino in cielo. In questo libro, infatti, Gould presenta una teoria importante e audace sulla storia dell’evoluzione, illustrandola con curiosità, aneddoti e misteri della biologia e della paleontologia, e ci invita a ripensare radicalmente la nostra visione della realtà naturale.

Stephen Jay Gould insegna geologia e zoologia ad Harvard ed è il responsabile del settore di paleontologia invertebrata del Museum of Comparative Zoology della stessa università. Delle sue numerose opere di divulgazione scientifica di successo, in Italia sono uscite: Quando i cavalli avevano le dita (Feltrinelli 1984), Il sorriso del fenicottero (Feltrinelli 1987), La vita meravigliosa (Feltrinelli 1990), Riccio nella tempesta (Feltrinelli 1991), Bravo brontosauro (Feltrinelli 1992), Il pollice del panda (Anabasi 1994), Risplendi grande lucciola (Feltrinelli 1994) e Otto piccoli porcellini (Rizzoli 1995).

Alla Ricerca del Volto di Dio – La Nascita del Pensiero Cristiano

Alla Ricerca del Volto di Dio – La Nascita del Pensiero Cristiano

Titolo originale: «The Spirit of Early Christian Thought: Seeking the Face of God»

Autore/i: Wilken Robert Louis

Editore: Vita e Pensiero

prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Stefano Galli, collana: Cultura e storia.

pp. XX-300, Milano

Come si è formato il pensiero cristiano? Con quali tradizioni culturali si è confrontato per elaborare dottrine e concetti che potessero racchiudere la ricchezza del messaggio di Cristo? Dove ha trovato modelli di linguaggio ai quali ispirarsi per parlare in modo nuovo di cose nuove? E chi sono stati gli attori di questo processo che chiamava in causa allo stesso tempo l’esercizio intellettuale e la pratica religiosa?
Uno dei massimi studiosi di storia del cristianesimo ci introduce al pensiero dei primi cristiani, colto nella sua dirompente originalità e vividezza. Attraverso l’opera preziosa dei Padri della Chiesa, primo fra tutti Agostino, ma anche Origene, Gregorio di Nissa, Massimo il Confessore e tanti altri, il libro ci conduce nel cuore di un’operazione intellettuale e spirituale senza precedenti. Questi pensatori straordinari si erano formati nel grande alveo della tradizione filosofica greca e romana, che apprezzavano per la sua forza concettuale, soprattutto per quanto riguarda la dottrina morale. Ma, afferma Wilken, lo sviluppo del pensiero cristiano non consistette in una “ellenizzazione del cristianesimo”. Esso, pur operando entro schemi e concetti radicati nella cultura greco-romana, li trasformò in modo tale da dar luogo, alla fine, a qualcosa di completamente nuovo.
La specificità del pensiero cristiano sta nel suo essere ancorato alla vita della Chiesa e al servizio di un obiettivo ben più importante del dare forma concettuale alla fede. La sua missione era, come ancor oggi è, conquistare i cuori e le menti di uomini e donne, cambiando la loro vita.
Per questo i primi pensatori cristiani si rivolsero non alla filosofia, ma alla Bibbia. Nella Scrittura essi cercarono e trovarono una vicenda iniziata all’origine stessa del mondo, da cui trarre le radici del pensiero teologico; ma trovarono anche una serie di personaggi concreti, indimenticabili, inseriti in un capolavoro letterario da cui ricavare un nuovo lessico religioso. Dio, la comunità degli uomini, l’inizio e la fine delle cose si intrecciano con la narrazione, il linguaggio e l’immaginario della Bibbia. La Scrittura, dunque, insieme alla pratica liturgica e alla vita comunitaria, fu il punto a partire dal quale i primi pensatori cristiani elaborarono uno sguardo inedito sull’uomo e sul mondo, ancora oggi di eccezionale eloquenza.
Come dice Agostino, e come Wilken sottoscrive in questa straordinaria opera di sintesi, destinata a rimanere per molto tempo un punto di riferimento, la Scrittura è «il volto di Dio, per ora».

Robert Louis Wilken è professore di Storia del cristianesimo all’Università della Virginia e “past president” dell’American Academy of Religion e della North American Patristics Society. Tra le sue opere: The Land Called Holy: Palestine in Christian History and Thought e The Christians as the Romans Saw Them.

Il Giardino Ben Temperato

Il Giardino Ben Temperato

Titolo originale: The Well-Tempered Garden

Autore/i: Lloyd Christopher

Editore: Rizzoli

unica edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Diana Bonacossa, collana di libri sulla natura diretta da Ippolito Pizzetti, collana: L’ornitorinco.

pp. 512, numerose tavole a colori e b/n f.t., Milano

Perché «Il giardino ben temperato», perché l’allusione, nel titolo del libro, al Clavicembalo di J. S. Bach? Nella sua opera il musicista esplorava metodicamente tutte le possibilità dello strumento, e nello stesso tempo creava «un compendio di tutte le forme e gli stili più popolari in quell’epoca». Col suo libro Christopher Lloyd ha voluto fare proprio questo: descrivere, analizzare, insegnare le forme e gli aspetti più diversi del giardinaggio: dalle più note, come la bordura mista, il roseto, il rock-garden, fino a quelle, perlomeno al pubblico italiano, assai meno familiari perché poco o per nulla trattate nelle pubblicazioni da cui può attingere informazioni, come lo stagno con la sua corona di piante acquatiche, il giardino naturale (il cosiddetto «wild garden»), l’uso e la propagazione delle orchidee selvatiche, il topiario eccetera. Può essere utile, per illuminare meglio il carattere del libro, un confronto con il «Del giardino» di Vita Sackville West. Innanzitutto, a differenza di questo, il libro della Sackville West non è mai stato concepito come un’opera organica, ma semplicemente è costituito da una raccolta di articoli, nati sempre da un’occasione, sia che questa sia costituita da un incontro in giardino, o da una lettera di un lettore, Per la Sackville West il giardino è il teatro delle sue quotidiane avventure, il suo libro si può leggere infatti molto piacevolmente come una storia, anche senza essere giardinieri; il libro del Lloyd invece è un testo che per chi non è giardiniere (si intende giardiniere nel senso di uno che coltiva da sé il proprio giardino) non ha senso, e che, più che leggere tutto filato, si consulterà ogni volta che ci troveremo a dover risolvere una difficoltà in questa o quella parte del giardino. In altre parole: mentre il libro della Sackville West si può leggere tranquillamente a letto o in poltrona davanti al camino acceso in una serata d’inverno, quello di Lloyd è una specie di manuale (ma pur sempre scritto con quella scorrevolezza e piacevolezza caratteristiche della civiltà inglese) da portarsi dietro sul campo, destinato a sporcarsi ben presto di terra e verderame come si sporcano d’unto i sacri testi culinari tenuti a portata di mano sulla mensola della cucina. Altrettanto quanto il libro della Sackville West è romantico, rapsodico e lirico, il libro del Lloyd è concreto, «matter of factness», come si dice in inglese, attentissimo ai più minuti particolari e preoccupato di offrire il massimo dell’informazione. Dovendolo definire in poche parole, si potrebbe quasi chiamare un libro d’esercizi per dieci dita verdi (o per verdi farle diventare).

Sciamani e Dervisci dalle Steppe del Prete Gianni – Religiosità del Kazakhstan e Percezione del Fantastico a Venezia

Sciamani e Dervisci dalle Steppe del Prete Gianni – Religiosità del Kazakhstan e Percezione del Fantastico a Venezia

Venezia, Museo Correr – Salone Napoleonico, 21 aprile – 16 luglio 2000

Autore/i: Autori vari

Editore: Edizioni Multigraf

unica edizione, a cura di Giovanni Curatola, presentazioni di Olžas Suleimenov, Angelo Tabaro e Giandomenico Romanelli, traduzioni di Viktor Voroncov.

pp. 128, Spinea (Venezia)

Catalogo della Mostra Tenuta a Venezia nel 2000

Sommario:

  • IMMAGINARE L’ASIA DA VENEZIA di Giovanni Curatola
  • CULTURA E RELIGIONI IN KAZAKHSTAN di Karl Bajpakov
  • SCIAMANESIMO (SCHAMANISMUS, SCHAMANENTUM) di Rasid Kukašev
  • CARTE VENEZIANE DELL’ASIA DA FRA PAOLINO E GIACOMO GASTALDI di Piero Falchetta
  • CATALOGO

Secreti – Studi e Riflessioni su di un Antico Manoscritto

Secreti – Studi e Riflessioni su di un Antico Manoscritto

Autore/i: Autori vari

Editore: Adhoc Edizioni

a cura di Simonetta Bisogni Taccone, Domenico Monteleone, Giancarlo Signore e Franco Vallone, presentazione di Luigi M. Lombardi Satriani.

pp. 96, numerose illustrazioni b/n, Vibo Valentia

Un antico documento ottocentesco, ritrovato a Briatico, nell’archivio di famiglia dal marchese Renato Bisogni è oggi custodito gelosamente dalla figlia, marchesa Simonetta Bisogni Taccone. La missiva, contenente Secreti, partita da Briatico e datata 7 febbraio del 1836 è stata scritta da Girolama Lombardi de’ Satriani ed inviata a Catanzaro, a Prudenzina de Riso in Bisogni. Il documento e la lettera sono ben conservati ed integri, la carta è leggermente ingiallita dal tempo, la filigrana che affiora controluce dalle pagine è tipica dell’epoca, la calligrafia è elegante e vergata con pennino ed inchiostro, ma appare talvolta incomprensibile alla lettura. La lettera è stata spedita tramite un famiglio (domestico di fiducia), la busta ottenuta piegando i fogli su se stessi non riporta alcun annullo postale prefilatelico ed originariamente era chiusa con un sigillo in ceralacca, di colore nero, sul quale vi era impresso sicuramente un simbolo, uno stemma o delle iniziali. Appare interessante il plico di fogli allegato alla missiva che è titolato Secreti e riporta una serie di soluzioni cliniche e farmacologiche molto antiche, forse del Cinquecento, con l’utilizzo d’ingredienti di origine vegetale ed animale e con alcuni passaggi che a tratti lambiscono il mondo del rituale magico.

(…) Mentre che ero in Sauvia con l’Illustrissimo Duca Carlo Secondo mio Signore messo ad alloggiar casa di un chelletto Botteghiero, il quale aveva una moglie assai vecchia, la quale aveva le gengive di sotto grosse come un dito, percioche vi era cresciuta su la carne che pareva una cosa molto brutta. Mi pregò se io sapeva qualche cosa che io volessi medicarla, perchè erano molti anni che ella pativa quell’infermità. Io gli diedi buona speranza, e tolsi dell’acqua che usano gli orefici, la quale essi chiamano acqua da partire, e acconciai due bacchette, nella cima d’una delle quali legai un poco di bambagio pettinato, nella sommità dell’altra legai una pezzetta piccola. Presi poi un altra pezzetta doppia, e posi la pezza con la man sinistra sul labro di sopra, e tirai all’ingiù per scoprir tutta quella carnosità. Discoperta la carne, presi con la man destra la bacchetta, nella cui cima era il bambagio, e la bagnai in quell’acqua forte, e fregai col bambagio la detta gengiva carnosa, e diventò bianca con altramenee, che se io havessi distemperato con quell’acqua calcina e poi bagnai la pezza ch’era legata su l’altra bacchetta in acqua fredda, e lavai quella carnosità coprendo l’altre parti, acciocché non fossero tocche dall’acqua forte. Feci questo medesimo otto dì continovi, e con la grazia di Dio guarì, senza che le restasse bruttezza lacuna, quasi come s’ella non havesse mai patito nulla. (…)

Il Cammino della Speranza • Gli Ebrei e Padova – Volume 1

Il Cammino della Speranza • Gli Ebrei e Padova – Volume 1

Hatikwà

Autore/i: Autori vari

Editore: Edizioni Papergraf

a cura di Claudia De Benedetti.

pp. XIII-118, riccamente illustrato a colori e b/n, Padova

«La storia recente di questo immobile ben rappresenta un sunto dimostrativo dell’evoluzione ebraica nella città di Padova, nell’ultimo cinquantennio.
Gli eventi bellici, e più ancora la stupidità culturale di alcuni cittadini, avevano riconsegnato un rudere bruciato a quei pochi che, scampati allo sterminio, erano rientrati alle loro case dopo gli anni bui della persecuzione ufficiale, delle mille storie di fuga e di paura, di fame e di pericolo, di campi di raccolta e di nascondigli, di delazione e di sospetto: di piccole quantità di spicciola sopravvivenza.
La storia insomma dell’ebreo errante, provvisorio, accolto e poi respinto, utilizzato ma marginalizzato, e che riporta fatalisticamente e costantemente su di sè, nella propria ed altrui coscienza, la storia di millenni, sempre uguale e pur così misticamente e continuativamente meravigliosa. Anche questa volta, massacrato, decimato e impoverito, era però sopravvissuto alla Babele della pazzia collettiva, per tornare ad esserci, coscienza storica e monito alle genti; per guardare avanti e riprendere il cammino dell’umanità, avendo a disposizione il racconto del futuro, ma rimanendo sempre uguale nella propria incrollabile sicurezza – pur nella poliedricità degli adattamenti – e sempre pronto ad aspettare, di fronte alla fretta dei gentili.[…]»

La Chiusura della Mente Americana – Come l’Istruzione ha Tradito la Democrazia e Impoverito lo Spirito degli Studenti d’Oggi

La Chiusura della Mente Americana – Come l’Istruzione ha Tradito la Democrazia e Impoverito lo Spirito degli Studenti d’Oggi

Titolo originale: The Closing of the American Mind

Autore/i: Bloom Allan

Editore: Edizioni Frassinelli

prefazione di Saul Bellow, premessa dell’autore, traduzione di Paola Pieraccini.

pp. 380, Milano

Per mesi al primo posto nelle classifiche dei libri più venduti in America, al centro di polemiche clamorose sulla stampa di tutto il mondo e in particolare su quella italiana, La chiusura della mente americana è una feroce critica ai valori intellettuali e morali della nostra epoca da parte di un professore di filosofia politica dell’università di Chicago, Allan Bloom, membro del cosiddetto gruppo dei «Chicago Boys», i supercervelli d’America guidati da Saul Bellow. Partendo dalla premessa che la crisi sociale e politica dell’America del ventesimo secolo è in realtà una crisi intellettuale, Bloom mostra come la democrazia americana abbia involontariamente coltivato concetti di matrice europea, quali il nichilismo, la disperazione o il relativismo in forma di tolleranza, banalizzandone il reale significato. Tutto questo ha trovato espressione, in ambito accademico, nella mancanza di programmi da parte delle università e nel disinteresse all’apprendimento da parte degli studenti, incoraggiando l’uso e la moda di un linguaggio «emancipato» e sostituendo la ragione con la «creatività». Secondo Bloom i giovani vivono oggi in un presente impoverito dalla incapacità di comprendere il passato e di interpretare il futuro. Le università americane, per tradizione culla dell’istruzione, non sono più in grado di garantire un insegnamento dignitoso delle materie filosofiche e letterarie; l’educazione superiore non riesce neppure a stimolare quella conoscenza di sé che è sempre stata alla base di qualunque studio serio e fondato. Acuta analisi delle correnti intellettuali del nostro secolo, La chiusura della mente americana individua e denuncia l’attuale crisi del sistema educativo americano mettendo in luce un problema ormai comune a molti paesi, tra cui l’Italia, riguardante la necessità di ristabilire dei valori culturali nell’istruzione dei giovani e nella società in generale. Provocatorio e brillante, questo libro sollecita delle risposte e incoraggia dei cambiamenti reali.

Allan Bloom è co-direttore del John M.Olin Center for Inquiry into the Theory and Practice of Democracy all’università di Chicago, dove è anche professore del Committee on Social Thought. Ha insegnato alle università di Yale, Cornell, Toronto, Tel Aviv e Parigi. Ha curato la traduzione in lingua inglese della Repubblica di Platone e dell’Emile di Rousseau ed è autore di Shakespeare’s Politics.

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Prefazione
Premessa
Introduzione: la virtù americana

Parte prima – Gli studenti

  • La lavagna pulita
  • I libri
  • La musica
  • I rapporti

Parte seconda – Nichilismo stile americano

  • Il collegamento tedesco
  • Due rivoluzioni e due stati di natura
  • L’io
  • La creatività
  • La cultura
  • I valori
  • La nietzschianizzazione della sinistra o viceversa
  • L’ignoranza americana

Parte terza – L’università

  • Dall’«Apologia» di Socrate al «Rektoratsrede» di Heidegger
  • Gli anni Sessanta
  • Lo studente e l’università

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